La Gazzetta dello Sport

IL CASO IL TECNICO DELLA JUVE È SOLO SARRISCHIO

I giocatori non lo seguono, i tifosi stanno perdendo la fiducia e il club? CR7 non segna da 4 partite Alex Sandro e Khedira stop

- Di Bianchin, Della Valle, Pierelli

Christilli­n «Manca la ferocia e non vedo fantasia al potere»

La Juve ha già vissuto questi giorni. Il 26 febbraio perdeva a Lione in Champions e il mondo polemizzav­a su una squadra che non faceva gol, si interrogav­a sul rapporto tra Sarri e un gruppo in cui, dopo attenta analisi di laboratori­o, quella sera nessuno rintracciò il suo Dna. La macchina del tempo ha riportato tutti a quattro mesi fa. Le differenze ci sono e sono ampie ma la Juve, nel secondo tempo della finale di Coppa Italia, è sembrata piatta come nel primo in Francia. Una squadra senz’anima e senza brillantez­za atletica, senza gol per due partite su due. Per questo i tifosi della Juve – e non solo loro – sono preoccupat­i. La Juve mercoledì non è sembrata la favorita per lo scudetto e il calendario non lascia tempo alle correzioni. Lunedì ricomincia il campionato: la Juve va a Bologna, venerdì a Torino arriva il Lecce, poi in undici giorni ecco Genoa, Torino e Milan. Nessuna pausa, poco tempo per parlare, poco spazio per correggere la rotta: il pericolo di entrare in un vortice negativo esiste. Logico che il finale del film arrivi in fretta. Tra un mese e un giorno la Juve avrà già giocato gli scontri diretti con Atalanta e Lazio e qualcuno, il 20 luglio, potrebbe essere pronto a ordinare i triangolin­i tricolori da stampare sulle maglie del 2020-21.

MS, alibi e accuse

Sarri da 24 ore è al centro del mirino e tutto questo è ingeneroso – non è certo l’unico colpevole per le sconfitte in Supercoppa e Coppa Italia - quanto comprensib­ile. MS ha un grande alibi, l’unicità di questo giugno di ripresa, con giocatori in campo dopo un mese di ritiro, quasi tutti visibilmen­te lontani dal picco della condizione. Questo calcio è particolar­e, si segna poco e i campioni non brillano. In giornata, soprattutt­o sui social, si è rincorsa qualche voce sull’ipotesi di un ritorno di Allegri, nel caso in cui la situazione dovesse precipitar­e, ma la Juventus ovviamente va avanti con la fiducia a Sarri, pur in un clima di facce tese perché a Torino la sconfitta è un’eccezione, mai una norma. MS è comunque l’allenatore delle 20 partite vinte su 26 in campionato, l’uomo che a marzo ha battuto l’Inter nella partita in cui alcuni principi del suo calcio – un attaccante centrale efficace, una mezzala che si inserisce, una linea di difesa all’altezza del grande appuntamen­to – si sono manifestat­i.

Cristiano e Higuain

Più di qualcosa però in questi tre giorni che portano a Bologna-Juve deve cambiare. La Juventus a giugno è partita forte – ottima nella prima mezz’ora contro il Milan – poi si è sgonfiata. Non ha segnato e, pur avendo abitato a lungo nella metà campo del Napoli, non è quasi mai stata pericolosa. Douglas Costa, Dybala e Ronaldo non hanno avuto lo spunto per la giocata da campioni ed Elma, la sorella di CR7, nella notte ha scritto un messaggio di accusa generale che il fratellino non ha fatto cancellare. Ecco, l’equilibrio tra Cristiano e Sarri è una grande chiave dei prossimi due mesi. L’allenatore e il suo giocatore più importante, che certo non sembrano fatti uno per l’altro, devono trovare una soluzione per far funzionare un attacco con talento esagerato e chimica complessa. Il ritorno di Higuain, centravant­i che riporta Dybala e Ronaldo nella loro comfort zone sulla fascia, non può essere l’unica speranza.

Assenti (reali e... no)

Se con il Napoli di Gattuso è facile semplifica­re e spiegare il successo con il legame tra allenatore e giocatori, con Sarri è più complesso. Esagerando: Rino è tutto empatia, Sarri tutto tattica e proprio il feeling con la squadra ora è il tema più interessan­te. Pjanic nelle due partite di Coppa è tornato a deludere – il dubbio che pensi al Barcellona, destinazio­ne gradita, è legittima –, Rabiot in finale non è nemmeno entrato e Bernardesc­hi ha rischiato di entrare nel libro della storia per un angolo regalato al Napoli negli ultimi minuti. Nessuno di loro oggi è utile alla Juve. Non solo: in una serata, la squadra ha perso Alex Sandro per quasi un mese e Khedira per tutto il campionato. De Sciglio e Danilo sono i nuovi candidati per il posto di terzino sinistro titolare, uno dei pochi mai in discussion­e in stagione, e la rotazione dei centrocamp­isti perde per l’ennesima volta Sami.

IL CONTESTO Difficile valutare queste gare post-ripresa a basso ritmo, in cui si segna pochissimo I segnali preoccupan­ti, dall’attacco allo spirito, da Pjanic a Bernardesc­hi, però non mancano

Tutti in corsa

La rosa così, improvvisa­mente, sembra un vestito lavato con il programma sbagliato: si è ristretta. Sarri può sperare di rivedere Higuain, che però sembra lontano dal top della condizione, può puntare sul rientro di Ramsey e magari su quello di Chiellini, anche se il capitano punta soprattutt­o ad agosto e all’amata Champions. Con questa situazione, non è scontato che i pezzi del mosaico vadano a posto e la squadra migliore d’Italia torni ad apparire. La realtà del resto è contraddit­toria – la Juve ha la rosa più forte ma anche con quella con l’età media più alta – e il calendario anche. Siamo a giugno, per il mercato è come se fosse marzo e i giocatori sono sulle gambe come a luglio. Nessuno può stupirsi che lo scudetto di agosto sia più imprevedib­ile che mai.

Sarri ha alibi, ma la squadra pare senz’anima. Tra condizione fisica precaria, infortuni e giocatori deludenti, la rosa si restringe. Ecco perché serve una svolta rapida: con otto partite in un mese, non c’è spazio per le correzioni in corsa

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