La Gazzetta dello Sport

DELUSO E A SECCO, RONALDO IN CRISI I SUOI PROBLEMI CORSA E POSIZIONE

- Di Luca Bianchin e Fabiana Della Valle

Cristiano Ronaldo parla poco: non è il tipo. Il suo sguardo però urla perché CR7 non è un uomo da maschera: con il linguaggio del corpo, fa capire bene che cosa pensa. Cristiano due sere fa è uscito dal campo deluso e scuro, molto scuro, in volto. La stagione è appena ricomincia­ta ma già si parla del rendimento di Ronaldo e della squadra, della sua posizione in campo, del rapporto con l’allenatore, in un esercizio di distribuzi­one delle colpe che non fa bene a nessuno. Intanto, i numeri, che qualcosa dicono. Ronaldo non ha segnato nelle ultime quattro partite, due prima della sosta da Covid (Lione in Champions e Inter in campionato), due dopo l’interruzio­ne (Milan e Napoli). Non solo: in carriera non aveva mai perso due finali consecutiv­e come gli è successo in questa stagione tra Supercoppa e Coppa Italia.

Famiglia

La faccia delusa del portoghese è stata inquadrata più volte mercoledì sera durante la premiazion­e e deve aver particolar­mente colpito la sorella di Ronaldo, Elma, che nella nottata ha rilanciato sui social quattro immagini del CR7 sconsolato con un commento eloquente: «Cos’altro potevi fare. Questo è e nulla più di questo, quindi mio caro da solo non puoi fare miracoli... Non riesco a capire come si possa giocare così... comunque testa alta, di più non si poteva fare. Il mio re». Non è la prima volta che la famiglia scende in campo in difesa di Cristiano e non sarà l’ultima: succede in tutte le occasioni importanti, soprattutt­o quando ci sono di mezzo trofei o riconoscim­enti personali per i quali Ronaldo è in corsa e che però finiscono in mani altrui. Il post di Instagram, che ha ricevuto subito il like delle altre due donne della famiglia Aveiro, la mamma Dolores e l’altra sorella Katia, contiene un attacco neanche troppo velato a Maurizio Sarri, reo di non aver saputo mettere in campo una squadra all’altezza del migliore della classe. I profili social del numero 7 più famoso del mondo del pallone il giorno dopo la sconfitta sono rimasti stranament­e silenti, ma di solito il suo clan interpreta alla perfezione il suo stato d’animo e fa da megafono alle sue insoddisfa­zioni. Cristiano non ama perdere, soprattutt­o le finali che sono da sempre il suo pane quotidiano. Alla Juve sta bene e ha ancora due anni di contratto, ma se la stagione finisse con zero tituli tutto tornerebbe in discussion­e.

Corsa e posizione

L’impression­e è che i problemi più o meno grandi di Ronaldo nascano da un mix di tattica, condizione atletica e rapporto con l’allenatore. Sulla condizione atletica, non ci sono dubbi: Cristiano è lontano dalla brillantez­za di inizio 2020, con la striscia da 11 partite consecutiv­e con gol. Gli mancano lo spunto, l’accelerazi­one, lo sforzo fisico ad altissima intensità. Torneranno. Per un giocatore che vive di decimi di secondo, di palle gol sfruttate per la capacità di muoversi prima e meglio dei difensori, tutto questo fa parecchia differenza. Sulla posizione in campo, invece, si può discutere. Sarri nell’estate 2019 gli ha proposto un insolito ruolo da numero 9, cortesemen­te rifiutato. L’esperiment­o è riapparso a sorpresa nella semifinale contro il Milan, in cui CR7 è partito da attaccante centrale nel tridente mobile con Dybala e Douglas Costa, tutti giocatori che tendono a muoversi e scambiarsi la posizione. Ronaldo però tra la semifinale e la finale ha chiesto di evitare il replay: ha vissuto i suoi anni migliori da attaccante di sinistra e lì desidera giocare anche in bianconero. Il risultato è stato comunque negativo e allora siamo alla solita, eterna sfida dell’attacco. Trovare un modo per far giocare insieme Ronaldo e Dybala è il grande rebus che sia Allegri sia Sarri (che ha provato e proverà ad aggiungere anche Higuain agli altri due), per ora, non sono riusciti a risolvere.

HA DETTO

Ronaldo l’ho visto come gli altri, anche a lui manca quel pizzico di brillantez­za che gli permettere­bbe di fare quel qualcosa in più. In questo periodo però è normale che succeda

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M. Sarri

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