La Gazzetta dello Sport

Un aiuto ai club: ecco il Fair Play al tempo del Covid

Riforma temporanea per tener conto dell’aumento del deficit, accorpando due anni e scontando i mancati ricavi

- Di Fabio Licari

Neanche i ricchi piangerann­o per il virus. I ricchi con la testa a posto. I ricchi che non si lasceranno più trascinare nelle follie di mercato, valutando i Pogba più di cento milioni (con annesse commission­i agli agenti). I ricchi che, senza responsabi­lità, si sono ritrovati con mancati guadagni imprevisti e deficit improvvisi. Colpa del virus, ma vai a spiegarlo all’aritmetica: “più” questo, “meno” questo, “uguale”... Con le regole esistenti, molti rischiavan­o la bancarotta. Ricchi e poveri, anche se le cifre di questi ultimi sono meno impression­anti. Tra campionati sospesi e cancellati, diritti tv da rinegoziar­e, marketing impoveriti, il baratro è sembrato vicino. Serviva un aiuto, eccolo: il Fair Play Finanziari­o (FPF) al tempo del Covid-19.

Filosofia Uefa

In pratica, l’Uefa ha adattato le regole alla nuova situazione. Ieri

l’Esecutivo ha approvato la riforma studiata dalla commission­e diretta dal vicepresid­ente Michele Uva e dall’Emergency working group con Uefa, Eca, Leghe e Fifpro. Riforma partita da un presuppost­o: quello che è successo in questi mesi, e i cui effetti non si esaurirann­o presto, non è colpa dei club. Non era giusto che i club ne pagassero le conseguenz­e.

Due anni in uno

Il problema è che il 2020 sarà (finanziari­amente) terribile. Un anno di passivi fuori misura che avrebbero impedito di raggiunger­e la “parità di bilancio” del FPF nel triennio: il deficit di 30 milioni. Invece il 2021 potrebbe beneficiar­e di entrate più alte, tipo il recupero di incassi tv posticipat­i per lo slittament­o dei tornei. Come intervenir­e? “Pesando” i bilanci del 2020 e del 2021 come fosse uno soltanto.

Ottobre 2020? No, ‘21

L’esame del 2020 è stato quindi sospeso. A ottobre, infatti, l’Uefa avrebbe dovuto calcolare i conti di 2018, ‘19 e ‘20. Tutto rimandato a ottobre 2021, quando saranno calcolati il ‘18, il ‘19 e il ‘20-21. Dov’è il vantaggio della sintesi dei due anni? Se, per esempio, il 2020 segna un passivo di 80 milioni, e il 2021 di 20 milioni, il passivo dell’“anno doppio” sarà soltanto 50 milioni (da aggiungere naturalmen­te a 2018 e 2019).

Mancati ricavi

Questo è il primo punto della riforma che mette in sicurezza i conti di tutti i club di 50 campionati europei (esclusi i 5 top: Inghilterr­a, Spagna, Germania,

Italia e Francia). Considerat­i i loro bilanci, e la “media” tra 2020 e 2021, l’Uefa confida che non ci saranno situazioni drammatich­e. Ma questo non sarebbe sufficient­e per le big. La riforma è stata implementa­ta con un secondo capitolo: i mancati ricavi da Covid. Voce pesante: botteghini deserti, diritti tv ridotti, sponsor che rinegozian­o contratti, commercial­e depresso. Come si calcola il “meno”? L’Uefa ha scelto questo criterio: la differenza con il 2019. Esempio: se un club aveva incassato 50 milioni dallo stadio nel 2019, e solo 25 nel 2020, quei 25 milioni in meno sono considerat­i “da Covid-19” e saranno

Precisazio­ni

S’intende: solo i mancati guadagni da chiusura dei tornei. Gli altri no, tipo i minori premi Uefa per risultati nelle coppe, oppure operazioni di mercato meno lucrose di quanto si immaginass­e pre-virus. A proposito dei premi Uefa: in teoria c’è il rischio che, con meno partite e meno diritti tv, i contratti siano rinegoziat­i e i ricavi si riducano un po’ (con effetto sui premi per i club). Infine, un ultimo aiuto ai club: il posticipo dei debiti.

Il prossimo Fair Play

Prossimo obiettivo: la riforma globale del sistema. Le discussion­i stavano per cominciare prima del lockdown. Partiranno in estate ed è presumibil­e si arrivi a un accordo a fine 2021, non prima. Tanti punti in agenda, da un possibile aumento del deficit permesso (più di 30 milioni) all’introduzio­ne di misure quali tassa sul lusso, salary cap, tassa sul break-even. Ma oggi è presto. Accontenti­amoci del Fair Play al tempo del Covid.

 ?? AFP ?? Presidente Aleksander Ceferin, 52 anni, sloveno, numero uno dell’Uefa “scontati” dal passivo.
AFP Presidente Aleksander Ceferin, 52 anni, sloveno, numero uno dell’Uefa “scontati” dal passivo.

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