Mille spettatori subito alle partite di calcio
Vedere le partite di calcio in tv con gli stadi vuoti è una desolazione. L’assenza del pubblico e dell’accompagnamento sonoro dei tifosi alla partita manca da morire. Perché allora non fare come nelle sitcomedy, ovvero utilizzare commenti sonori preregistrati? Non è una buona idea?
Non mi pare proprio: dopo l’emergenza sanitaria abbiamo bisogno soprattutto di buona normalità, non di cattiva finzione. Ma il problema che denuncia è reale e formulo un’opinione e una proposta molto più decisa.
Che problema di sicurezza danno mille spettatori in uno stadio di 50 mila posti? Potrebbero stare a 10 metri di distanza uno dall’altro e assicurerebbero un minimo di cornice ad uno spettacolo che alla lunga vale pochissimo senza spettatori. Ricordo che sono ripartiti da qualche giorno teatri e cinema, con le dovute cautele. Ed anche gli spettacoli all’aperto con un massimo di mille spettatori. E che cos’è mai una partita di calcio se non uno spettacolo all’aperto?
Rubo una metafora al professor Guido Silvestri, uno degli scienziati italiani più affermati all’estero nel campo della medicina e della virologia, grande capo alla Emory University di Atlanta, Georgia. Lo abbiamo intervistato qualche mese fa per la Gazzetta. Lo studioso è diventato un punto di riferimento straordinario con post quotidiani sul suo profilo Facebook, all’insegna dell’“ottimismo della scienza”. La nostra rotta, afferma, deve attraversare uno stretto fra due scogli: da una parte c’è il virus, dall’altra l’esigenza di una socialità (e di un’economia) che deve riprendere il suo corso. Non dobbiamo andare a sbattere su nessuno dei due. Ma nella fase attuale, a epidemia clinicamente agli sgoccioli in Italia, dobbiamo passare più vicini allo scoglio virus, senza paura. Due-tre mesi fa non era così, ma ora sì. E dunque questa navigazione per il calcio può, e secondo me deve, fare un primo passo di ritorno al pubblico. Con qualche opportunità in più: perché non far andare un migliaio di persone, composte da nuclei familiari con bambini? Sarebbero oltretutto facilmente controllabili. E darebbero un messaggio simbolico impagabile al tifo incivile. I troppi divieti, dopo l’overdose di ansia incamerata a marzo-aprile, adesso diventano tossici.
E a proposito di impianti, vado relativamente fuori tema commentando una notizia importante: pochi giorni fa la Snaitech, proprietaria degli impianti ippici del galoppo di Milano-San Siro, ha rinunciato ad impugnare davanti al Consiglio di Stato i vincoli paesaggistici e monumentali sull’unico ippodromo al mondo che sia monumento nazionale. In quell’area ci sono tesori inestimabili di sport, architettura, cultura e lavoro, non solo per la città di Milano. Sarebbe ora fondamentale cominciare a restaurare gli edifici all’interno degli impianti di allenamento, a partire dalla bellissima villa Crespi.