Ciccone In bici... sul tappeto «Per il Lombardia» Già fatto il tampone
L’abruzzese al Centro Mapei: un’ora e 10’ di test-endurance. Obiettivo Ferragosto
Ha vinto l’unica corsa che si è disputata in Italia: il Trofeo Laigueglia domenica 16 febbraio. Poi Giulio Ciccone, nell’era del coronavirus, si è trasformato nel mago dei rulli: prima l’Everesting, 11 ore in sella sul balcone di casa a scalare dieci volte l’Alpe d’Huez riprodotto in maniera virtuale sul computer, poi vincitore di The Cycling of the Stars, il format di Rcs Sport con le sfide tra i campioni. Adesso si torna a fare sul serio e l’abruzzese della Trek-Segafredo ha inaugurato ieri mattina al Centro Mapei di Olgiate Olona (Varese) la seconda fase della preparazione.
Laboratorio
«Test di endurance per la valutazione dell’acido lattico pedalando... sul tapis roulant - racconta l’abruzzese, 25 anni, mentre in auto torna a Montecarlo, dove vive -. Non l’avevo mai fatto prima, ed è stato lunghetto, un’ora e 10 minuti. Io devo dire che non ho mai amato i test in laboratorio, mi piacciono quelli all’aperto, perché al chiuso non riesco a rendere come voglio. Però questo test, sul tappeto che si muove e si inclina, riproduce molto bene la strada, è molto realistico, ti puoi alzare sui pedali. L’imbracatura che mi sosteneva era per la mia sicurezza, perché il rullo corre veloce». Eh già: il test, voluto da
Aldo Sassi, fa parte del protocollo che Andrea Morelli, referente del settore ciclismo del Centro Mapei, applica ai corridori. Ciccone è seguito dall’allenatore basco Josu Larrazabal, da tanti anni al fianco di Luca Guercilena, che spiega: «È un test all’avanguardia perché chiude il buco tra laboratorio e strada. Non costringe il ciclista a usare il cicloergometro, che per lui non è come la bicicletta, e avere l’opportunità di farlo sulla tua bici, con il feeling della pedalata su strada, dà un’altra motivazione al corridore. Si imposta una velocità del tappeto che consente di usare, con la giusta cadenza di pedalata, il ritmo che piace, e poi il tecnico gestisce l’inclinazione del tappeto, incrementandola a ogni step. Per uno scalatore come Giulio, pendenze al 6-7% vanno bene». E come sta Ciccone? «Morelli mi ha detto “Wow, i numeri sono davvero buoni”. Dopo sette settimane di uscite, in cui Giulio si è divertito a pedalare e si è goduto la bicicletta, abbiamo i numeri sui quali possiamo impostare il prossimo blocco di lavoro, con il ritiro al passo San Pellegrino a luglio e poi le prime 4 settimane di gare di un giorno. Ciccone ha più condizione di quando ha vinto il Laigueglia, ma è chiaramente meno brillante».
Adesso farò il test sierologico. Il tampone, negativo, lo ripeterò prima del ritiro sul S. Pellegrino
Leggera, con i dischi
Giulio sta usando la nuovissima Trek Emonda: «Una bici futuristica: da salita, leggerissima con i freni a disco e molto aerodinamica. Farò lo stesso programma di Nibali: debutto alle Strade Bianche il primo agosto, poi Milano-Torino (il 5), Sanremo (l’8) e Giro di Lombardia a Ferragosto, il mio primo test vero. Mi piace tantissimo e voglio farla bene. Fa un certo effetto correrla il 15 agosto, ma è bello questo mischiare le carte delle corse. Verrà un Lombardia molto più spettacolare, più aperto, tutti saranno a mille e vedrete quante sorprese: non sarà mica una stagione come le altre». Già, a cominciare dal protocollo sanitario che la Trek-Segafredo ha già dato ai corridori: «Ho fatto il tampone, e sono negativo chiude Ciccone —. Nei prossimi giorni faremo il test sierologico, e ripeterò il tampone prima del San Pellegrino. Cambierà anche la distribuzione del cibo nella food- room dopo una gara o l’allenamento: niente buffet, ogni corridore troverà già preparato il suo pasto singolo. Così come avremo stanze singole negli alberghi alle gare».
Giulio Ciccone
sul protocollo
Josu Larrazabal
Allenatore
Stanze singole negli hotel alle corse e pasti già pronti per ognuno dopo gare e allenamenti
Ciccone ha una forma migliore rispetto al periodo del Trofeo Laigueglia, ma è meno brillante