Ilicic out, tocca a loro Zapata: «Dedicato alla nostra gente»
Gasp si commuove a fine gara: «È stata una situazione terribile. La Champions? Ora penso al campionato»
Ok, divertiamoci con i numeri (e qualche scommessa...). Partendo dal 1958-59, nessuno ha segnato così tanto dopo 26 giornate: 74 gol. E con una media di 2,85 reti a partita, l’Atalanta è la squadra che in Europa (ebbene sì, in Europa) ha esultato più di tutti. Pure del Bayern, secondo a 2,77. E non è finita: c’è ancora una vita da giocare e Gomez&Co hanno già nel mirino i 77 centri del 2018-19, realizzati in 38 turni. Ne mancano 12 alla fine, ci si può sbizzarrire con le previsioni. A proposito del Papu, si parte da lui per celebrare il 4-1 di ieri. Da lui e Zapata, gente che quando vede il Sassuolo (la loro “vittima” preferita) diventa un’iradiddìo: cinque colpi per il capitano, sette per l’amico Duván.
Io non invidio nessuno
«Segnare ci viene naturale. Questa vittoria è per Bergamo, che ha sofferto tantissimo», ha spiegato Zapata a fine match indossando la maglia di Gomez («Infatti, mi sento ancora più grosso!»). Mercoledì c’è la Lazio, in un face to face tra chi sogna lo scudetto e una conferma in Champions: «Ma non invidio nessuno – prosegue -. Sarà dura e si può sempre migliorare, ma ci siamo». Con la doppietta di ieri il gigante di Cali sale a quota 13 in campionato (14 con il guizzo allo Shakhtar), mentre il Papu – un super “sforna-assist” – si conferma calciatore “totale”. In grado (anche) di sostituire un certo Ilicic, finora l’uomo dell’anno in casa Dea con 21 reti in 29 presenze tra Italia ed Europa.
La Dea i suoi obiettivi
Nella rifinitura di sabato, lo sloveno ha accusato un problema muscolare (una leggera distorsione). L’obiettivo è recuperarlo subito: «Lo spero, domani (oggi, ndr) ne sapremo di più», l’augurio di un Gasperini che, al 90’, si presenta visibilmente emozionato davanti alle telecamere. C’è la soddisfazione per «un’Atalanta che ho ritrovato come l’avevo lasciata dopo la vittoria di Valencia», ma anche la commozione per chi non c’è più (maledetto virus...): «Eravamo sconcertati, pensavamo che la situazione sarebbe durata meno. Poi è esplosa, specialmente qui a Bergamo. Dico “bravi” ai ragazzi, che hanno dimostrato di essere legati alla città e a un popolo che avremmo voluto portare in giro per l’Europa...». Ed Europa vuol dire Champions League: «Ad agosto sarà diverso, magari la sfida da dentro-fuori ci favorirà: non dovremo essere più forti degli altri, ma più bravi. Ora, però, testa al campionato per chiudere tra le prime quattro». Sul rosso che il Gasp si è visto sventolare dall’arbitro Chiffi: «Non ho detto nulla di grave, a volte le decisioni del Var sono pesanti».
Domani ne faccio due
Prima di chiudere, si va ancora lì. Ai numeri offensivi: «Sono un motivo d’orgoglio, è bello che si parli di noi anche per i gol segnati». Come quelli di Zapata, un gigante che segna e... vince le scommesse: «Vedrai, domani ne faccio due», ha confidato ad Alessandro (amico e testimone di nozze). La posta in gioco? Non lo sappiamo ancora, i due ne parleranno oggi quando si vedranno a Bergamo. E qualcuno (non Duván) pagherà.