La Gazzetta dello Sport

Ilicic out, tocca a loro Zapata: «Dedicato alla nostra gente»

Gasp si commuove a fine gara: «È stata una situazione terribile. La Champions? Ora penso al campionato»

- Di Francesco Fontana- MILANO

Ok, divertiamo­ci con i numeri (e qualche scommessa...). Partendo dal 1958-59, nessuno ha segnato così tanto dopo 26 giornate: 74 gol. E con una media di 2,85 reti a partita, l’Atalanta è la squadra che in Europa (ebbene sì, in Europa) ha esultato più di tutti. Pure del Bayern, secondo a 2,77. E non è finita: c’è ancora una vita da giocare e Gomez&Co hanno già nel mirino i 77 centri del 2018-19, realizzati in 38 turni. Ne mancano 12 alla fine, ci si può sbizzarrir­e con le previsioni. A proposito del Papu, si parte da lui per celebrare il 4-1 di ieri. Da lui e Zapata, gente che quando vede il Sassuolo (la loro “vittima” preferita) diventa un’iradiddìo: cinque colpi per il capitano, sette per l’amico Duván.

Io non invidio nessuno

«Segnare ci viene naturale. Questa vittoria è per Bergamo, che ha sofferto tantissimo», ha spiegato Zapata a fine match indossando la maglia di Gomez («Infatti, mi sento ancora più grosso!»). Mercoledì c’è la Lazio, in un face to face tra chi sogna lo scudetto e una conferma in Champions: «Ma non invidio nessuno – prosegue -. Sarà dura e si può sempre migliorare, ma ci siamo». Con la doppietta di ieri il gigante di Cali sale a quota 13 in campionato (14 con il guizzo allo Shakhtar), mentre il Papu – un super “sforna-assist” – si conferma calciatore “totale”. In grado (anche) di sostituire un certo Ilicic, finora l’uomo dell’anno in casa Dea con 21 reti in 29 presenze tra Italia ed Europa.

La Dea i suoi obiettivi

Nella rifinitura di sabato, lo sloveno ha accusato un problema muscolare (una leggera distorsion­e). L’obiettivo è recuperarl­o subito: «Lo spero, domani (oggi, ndr) ne sapremo di più», l’augurio di un Gasperini che, al 90’, si presenta visibilmen­te emozionato davanti alle telecamere. C’è la soddisfazi­one per «un’Atalanta che ho ritrovato come l’avevo lasciata dopo la vittoria di Valencia», ma anche la commozione per chi non c’è più (maledetto virus...): «Eravamo sconcertat­i, pensavamo che la situazione sarebbe durata meno. Poi è esplosa, specialmen­te qui a Bergamo. Dico “bravi” ai ragazzi, che hanno dimostrato di essere legati alla città e a un popolo che avremmo voluto portare in giro per l’Europa...». Ed Europa vuol dire Champions League: «Ad agosto sarà diverso, magari la sfida da dentro-fuori ci favorirà: non dovremo essere più forti degli altri, ma più bravi. Ora, però, testa al campionato per chiudere tra le prime quattro». Sul rosso che il Gasp si è visto sventolare dall’arbitro Chiffi: «Non ho detto nulla di grave, a volte le decisioni del Var sono pesanti».

Domani ne faccio due

Prima di chiudere, si va ancora lì. Ai numeri offensivi: «Sono un motivo d’orgoglio, è bello che si parli di noi anche per i gol segnati». Come quelli di Zapata, un gigante che segna e... vince le scommesse: «Vedrai, domani ne faccio due», ha confidato ad Alessandro (amico e testimone di nozze). La posta in gioco? Non lo sappiamo ancora, i due ne parleranno oggi quando si vedranno a Bergamo. E qualcuno (non Duván) pagherà.

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AFP Che feeling Alejandro Gomez, 32 anni, esulta con Duván Zapata, 29
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