La Gazzetta dello Sport

Calhanoglu adesso detta la linea con i tre moschettie­ri

Il turco al centro del trio ispiratore A destra dietro Rebic l’inesauribi­le Castillejo, assente in Coppa Italia

- Di Marco Fallisi - MILANO

Tutti insieme appassiona­tamente, si spera più di quanto non sia successo l’ultima (e unica) volta. Perché Castillejo, Calhanoglu, Bonaventur­a e Rebic hanno condiviso spezzoni di partite, confeziona­to giocate e gol, sofferto in giornate buie, ma leggere il loro nome nella stessa formazione di partenza del Milan è tutt’altro che scontato: da agosto a oggi è capitato solo una volta, a San Siro contro il Verona, e le consegne tattiche di Pioli erano diverse da quelle di stasera a Lecce. Quel Milan aveva appena ritrovato Ibra ma fu costretto a privarsene per un fastidio al polpaccio destro (lo stesso della lesione muscolare che ha fermato Zlatan a metà maggio) e Pioli ridisegnò il Diavolo con un 4-4-2: Castillejo e Jack esterni di centrocamp­o, Calha in mediana e Rebic seconda punta in appoggio a Leao. I quattro, insieme, non produssero nulla di memorabile, anche se Calhanoglu firmò il gol del pari con una punizione; oggi servirà molto di più, perché dai suoi quattro moschettie­ri Pioli si aspetta i gol necessari a costruire una vittoria che può ridare slancio per un posto in Europa e mandare un messaggio alle altre che sgomitano nel traffico.

L’ora del 10

comfort zone: Castillejo, costretto a soffrire in tribuna allo Stadium, tornerà a ricamare sulla destra, Bonaventur­a potrà inserirsi partendo dalla parte opposta e Calhanoglu si muoverà tra le linee da vero numero 10, come piace a lui. E come piace a Pioli, che di Hakan ha provato in questi mesi a “recuperare” l’anima da fantasista: la aveva ammirata a sue spese ai tempi della Lazio, quando Calha giocò una gran partita (segnando) nel 3-0 con cui il Leverkusen ai playoff sbattè fuori i biancocele­sti dalla Champions 2015-16, e ha fatto di tutto per ispirarla anche nel Milan. Fin dalla prima partita, proprio con il Lecce all’andata:

Calha fu avvicinato alla porta e, forse non per caso, la centrò. Stasera Calha rimetterà Gabriel nel mirino, magari sfruttando i consigli dell’amico Ibrahimovi­c: il dialogo continuo in partita (il turco è uno degli interlocut­ori preferiti dello svedese) documenta l’intesa sul campo, le gite in moto a fine lockdown hanno immortalat­o quella nella vita di tutti i giorni. Coccolato da Pioli, stimolato da Zlatan e circondato da compagni che parleranno la stessa lingua al Via del Mare: Calha, sei pronto per una serata da 10?

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Dei quattro, Rebic è l’unico atteso da una missione quasi inedita, far dimenticar­e Ibra per 90 minuti danzando al centro dell’area di rigore. Gli altri saranno liberi di creare e inventare nella propria
LAPRESSE Tre stagioni Hakan Calhanoglu, 26 anni, è al Milan dal 2017 Dei quattro, Rebic è l’unico atteso da una missione quasi inedita, far dimenticar­e Ibra per 90 minuti danzando al centro dell’area di rigore. Gli altri saranno liberi di creare e inventare nella propria

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