La Gazzetta dello Sport

Quanto amore all’ospedale E Mihajlovic «Un esempio»

Ciclisti, tifosi e appassiona­ti La staffetta benefica prosegue

- - DAL NOSTRO INVIATO A SIENA

«Come sta Alex? Siamo venuti a fargli un saluto». Sul palo di un’insegna nello slargo davanti all’ingresso dell’ospedale di Siena da ieri c’è un cartello, che una passata di pennarelli ha vestito di tricolore: «Forza Alex Zanardi».

Ripartire dai box

A portarlo, all’ora di pranzo, un gruppo di cinque appassiona­ti – perché cicloamato­ri sarebbe riduttivo – del Gruppo Triathlon di Calenzano: «Abbiamo fatto un “centino”, 100 km da casa nostra. Siamo qui per Alex. Siamo venuti a salutarlo per dirgli che gli siamo vicini e… forza! Ce la farà come sempre. L’abbiamo conosciuto due anni fa a Cervia. Uno sportivo con la S super maiuscola, un esempio per tutti, un uomo che lascia il segno». Nel pomeriggio sopra a quel cartello compare un altro foglio, lasciato da un anonimo appassiona­to: «Ho visto gente come Senna fare grandi rimonte, Mansell doppiare tutti, Hamilton stravincer­e, Schumacher recuperare l’impossibil­e. Ma con quattro gomme bucate tutti si fermano a bordo pista. Alex no. Alex va ai box, cambia gomme, torna in pista, spinge, raggiunge la sfiga, la sorpassa, la svernicia, le fa il dito medio, la lascia lì, la semina e la umilia». Continua il tifoso: «Alex, sei ai box, un’altra volta. Ma già hai fatto vedere al mondo intero come si fa. Tu sei l’uomo del sorpasso impossibil­e, tu sei l’uomo del cavatappi, tu sei Zanardi da Castelmagg­iore… Forza Alex… gas gas gas». È il popolo di Zanardi. Che non è solo quello degli appassiona­ti di motori o dei ciclisti della domenica, ma siamo tutti noi. Come quell’anziano signore che, sceso dalla sua Hyundai grigia, sabato si era avvicinato al tendone del personale addetto ai controlli antiCovid all’ingresso del policlinic­o senese, consegnand­o una boccetta: «Mi chiamo Luigi. Questa è acqua di Lourdes: è per Alex».

Ondata d’affetto

Il popolo di Zanardi siamo tutti: il pensionato credente e il presidente del Consiglio che lo ha voluto ricordare ieri. L’intero arco parlamenta­re e tutto il pentagramm­a della musica italiana, da Vasco Rossi a Jovanotti fino a Gianni Morandi. Il mondo dei

Testimonia­nza Un gruppo di cicloamato­ri ha fatto 100 km per salutarlo

Auguri da Pioli «Un uomo vero, spero riesca a vincere questa battaglia»

motori, da Leclerc a Todt, quello del ciclismo, da Cassani a Di Rocco, e quello dei nostri orgogli azzurri, da Federica Pellegrini a Gianmarco Tamberi. E il mondo del calcio, da cui ieri l’allenatore del Milan Stefano Pioli ha mandato «un grosso in bocca al lupo ad Alex Zanardi, ha dimostrato di essere un uomo vero e un grande sportivo e mi auguro che riesca a vincere anche questa battaglia». Toccante poi che un messaggio arrivi da un altro campione nella lotta della vita, oltre che sul campo, come Sinisa Mihajlovic: «Sono convinto e spero che si risolva tutto per il meglio, facciamo tutti il tifo per lui – ha detto -. Con la sua voglia di vivere e lottare e per la forza che è riuscito a dare a tutte le persone è un esempio per tutti, se vinciamo con la Juventus la dedichiamo a lui». E il popolo di Zanardi è anche il gruppo di atleti paralimpic­i che Alex aveva coinvolto in Obiettivo Tricolore, questa staffetta lungo tutta l’Italia per dare un messaggio di ripartenza dopo il coronaviru­s. Un percorso, da Luino a Santa Maria di Leuca, che Zanardi non potrà completare: al posto suo lo farà Carlo Calcagni, 51 anni, già pilota elicotteri­sta che nel 1996 in Bosnia-Erzegovina recuperava feriti e salme, oggi agonista di alto livello che da 18 anni combatte il male - come lui stesso racconta dopo che l’uranio impoverito lo ha contaminat­o, trasforman­do il suo corpo. Sarà lui a continuare e concludere questa pedalata che Alex ha voluto così fortemente. È il popolo di Zanardi.

g. n.

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