ALEX PUOI FARCELA
Il neurochirurgo: «Lesione meno grave di Schumi»
Il professor Scolletta: «In settimana sospenderemo la sedazione per valutare meglio le condizioni, è un grande atleta»
Avanti stabile, consapevole che dietro ogni momento di questa parabola il rischio di un improvviso momento di instabilità potrebbe rimettere tutto in discussione. Alex Zanardi è al terzo giorno della sua curva più lunga, nella terapia intensiva del Policlinico Le Scotte di Siena, dopo che un’altra curva, quella maledetta lungo la statale 146 tra Pienza e San Quirico d’Orcia, venerdì lo ha messo di fronte a un camion e insieme a una nuova durissima battaglia tra la vita e la morte, 19 anni dopo quella tenacemente vinta al Lausitzring.
Fisico eccezionale
«Più passa il tempo e le condizioni restano stabili e più ci sono motivi di sperare, visto che non ci sono passi indietro», è la chiave di lettura di Sabino Scolletta, direttore della terapia intensiva senese, che rispetto all’ultimo bollettino parla di una stabilizzazione ormai consolidata delle funzioni vitali e dell’attività cardio-respiratoria e metabolica di Zanardi, che è ancora sedato, intubato e ventilato meccanicamente. «Le condizioni attuali di stabilità generale ancora non consentono di escludere la possibilità di eventi avversi», è il richiamo al realismo per spiegare la prognosi riservata, perché quando c’è di mezzo Alex, l’uomo dei sogni, viene spontaneo entusiasmarsi come una rimonta che riapre una gara difficilissima. Ma questo non è sport, è vita. E infatti il professor Scolletta chiede «cautela, perché il quadro neurologico resta grave. Ma il neuro-monitoraggio ha mostrato una certa stabilità. Per tenerlo stabile lo sediamo. In settimana decideremo collegialmente se sospendere la sedazione». Sempre facendo attenzione a possibili crisi dietro l’angolo, se lo sguardo può aprirsi ai possibili obiettivi delle prossime ore è grazie alla risposta che il corpo di Alex sta dando con continuità, sin dalle prime cure quando venerdì era arrivato in ospedale in condizioni disperate: «Confidiamo nella sua possibilità di recupero, siamo tutti fiduciosi – spiega Scolletta -. È un grande atleta, lo ha dimostrato e auspichiamo che valga anche in questa situazione, piuttosto impegnativa». Non sono parole molto diverse da quelle usate da Luigi De Mossi («Ha dei parametri medici straordinari, è proprio un atleta: tutte le funzioni sono incredibilmente buone»), che è il sindaco di Siena, vicino alla famiglia già dalla drammatica serata di venerdì.
In famiglia
Dalla cui voce però è arrivato l’inatteso scossone di giornata, perché se la famiglia Zanardi si è compattata in un riserbo doverosamente da rispettare, la visita del primo cittadino alla signora Daniela è stato uno dei pochi modi per avere uno spaccato sulle riflessioni in corso tra gli affetti di Alex in questi giorni di angoscia. Che sono le stesse di ogni famiglia di fronte a un’esperienza del genere. «La famiglia mi ha detto che è molto contenta e sicura del lavoro che stanno facendo i medici – ha raccontato De Mossi - e si pongono delle domande: le scelte che faranno sono sicuramente importanti, complesse, riguardano un affetto così importante. Le scelte sono della famiglia, nessuno si può permettere nemmeno di ipotizzarle. Sarà la famiglia a decidere, nelle forme che vorranno». È qui che si apre una finestra sulle sempre difficili valutazioni dei familiari rispetto alle condizioni in cui Alex si potrebbe risvegliare. Anche se le uniche che è giusto dare per assodate sono quelle espresse da Daniela ai medici venerdì all’arrivo in ospedale: curatelo solo se c’è speranza, se ci sono possibilità di salvarlo. Da cui sono nate le discusse dichiarazioni di sabato di Giuseppe Oliveri, direttore del reparto di neurochirurgia che venerdì ha operato Zanardi, «è un paziente che vale la pena curare». Che ovviamente non significava che ci sono pazienti di serie A e di serie B ma, preceduto dalla frase «ne ho parlato con la moglie», era invece un modo
Nessun regresso
Il bollettino: stabilizzazione consolidata delle funzioni vitali
La famiglia
La moglie e il figlio sempre accanto a lui con compostezza
per affermare di fronte a comprensibili dubbi che sì, ci sono ragionevoli speranze da provare a percorrere. E le buone risposte arrivate dalla stabilizzazione delle funzioni vitali lo hanno in effetti confermato. «Ammiro la moglie, una donna molto forte – è ancora De Mossi che aiuta a descrivere il momento della famiglia -. Mi è rimasto impresso l’atteggiamento: di dolore ma molto fermo e consapevole della realtà da affrontare. È una persona molto lucida, estremamente dignitosa e rispettosa del marito, della propria famiglia e dei propri sentimenti. Se Alex Zanardi è un grande campione, posso dire che anche la famiglia è fatta di grandi campioni nella vita, che è ancora più importante che esserlo nello sport».