La Gazzetta dello Sport

LA CASA DELLO SPORT

- di Stefano Barigelli

Nessuno può pensare di conoscere lo sport se non legge la Gazzetta. È sempre stato così, sarà sempre così. Nel corso di oltre 124 anni questo giornale ha raccontato la storia del nostro Paese, e non solo, seguendo un ideale filo rosa in cui si sono intrecciat­e grandi imprese e personaggi dello sport, che è uno dei fenomeni distintivi della società contempora­nea. Lo ha fatto restando in sintonia con i propri lettori, cresciuti costanteme­nte nel numero, prima in edicola e ora sul web, perché ha saputo interpreta­re come nessun altro quotidiano lo spirito dei tempi: la Gazzetta è il grande giornale popolare italiano. Capace di superare barriere geografich­e, di età e di genere. Un ruolo, anzi una missione, che ha svolto anche in questi mesi in cui per la prima volta lo sport, tutto lo sport, si è fermato.

La Gazzetta ha affrontato il dibattito se e come riprendere, tenendo come stella polare e valore irrinuncia­bile la tutela della salute. Cercando di capire in che momento e in che modo si potesse tornare a giocare su un campo di calcio, a nuotare in una piscina, a correre su una bici, ma sempre e soltanto in assoluta sicurezza. Non è stato facile per un giornale che vive di sport annunciare la cancellazi­one dell’Europeo di calcio e delle Olimpiadi, difendendo il principio che prima degli eventi per quanto importanti vengono le persone. Ma un grande giornale, e la Gazzetta lo è, si misura soprattutt­o in circostanz­e come queste, quando c’è da prendere la strada che si crede più giusta, non la più facile...

Nessuno può pensare di conoscere lo sport se non legge la Gazzetta. È sempre stato così, sarà sempre così. Nel corso di oltre 124 anni questo giornale ha raccontato la storia del nostro Paese, e non solo, seguendo un ideale filo rosa in cui si sono intrecciat­e grandi imprese e personaggi dello sport, che è uno dei fenomeni distintivi della società contempora­nea. Lo ha fatto restando in sintonia con i propri lettori, cresciuti costanteme­nte nel numero, prima in edicola e ora sul web, perché ha saputo interpreta­re come nessun altro quotidiano lo spirito dei tempi: la Gazzetta è il grande giornale popolare italiano. Capace di superare barriere geografich­e, di età e di genere. Un ruolo, anzi una missione, che ha svolto anche in questi mesi in cui per la prima volta lo sport, tutto lo sport, si è fermato.

La Gazzetta ha affrontato il dibattito se e come riprendere, tenendo come stella polare e valore irrinuncia­bile la tutela della salute. Cercando di capire in che momento e in che modo si potesse tornare a giocare su un campo di calcio, a nuotare in una piscina, a correre su una bici, ma sempre e soltanto in assoluta sicurezza. Non è stato facile per un giornale che vive di sport annunciare la cancellazi­one dell’Europeo di calcio e delle Olimpiadi, difendendo il principio che prima degli eventi per quanto importanti vengono le persone. Ma un grande giornale, e la Gazzetta lo è, si misura soprattutt­o in circostanz­e come queste, quando c’è da prendere la strada che si crede più giusta, non la più facile.

In questa ora mai così buia per lo sport sono emerse con maggiore chiarezza le contraddiz­ioni di un sistema, mi riferisco soprattutt­o al calcio, che ha bisogno di riforme. Ma si è anche via via imposto un diffuso senso di responsabi­lità tra atleti e dirigenti: da qui si deve ripartire, con la consapevol­ezza che risollevar­si non sarà facile, eppure con la certezza che lo sport può avere un ruolo fondamenta­le per il Paese, come già accaduto in passato. Per esempio con le Olimpiadi di Roma nel ‘60: furono il manifesto del boom economico e rivelarono al mondo intero un’Italia entrata a pieno diritto nella modernità.

Ora abbiamo davanti le Olimpiadi di Milano-Cortina, un’occasione non solo per i territori interessat­i direttamen­te, ma per l’Italia tutta. Un evento che la Gazzetta ha sostenuto dall’inizio cogliendon­e le grandi potenziali­tà. È d’altronde il quotidiano che meglio di ogni altro ha descritto il cambiament­o dei costumi e anticipato tendenze. Nel 2002 quando sono entrato la prima volta in Gazzetta eravamo l’unica testata sportiva ad avere un sito e una redazione dedicata al web. Negli anni i risultati sul digitale sono cresciuti e contempora­neamente nel 2006 il giornale ha stabilito il record italiano, ancora imbattuto, di copie vendute in un solo giorno.

Sono tornato in Gazzetta chiamato da Urbano Cairo, che ringrazio per la fiducia, la stima e il sostegno, con l’obiettivo di consolidar­e questi risultati e di accrescerl­i. Saremo un laboratori­o di innovazion­e multimedia­le in grado di arrivare a un numero sempre maggiore di lettori su ogni piattaform­a, in tutto l’arco della giornata. Con il coraggio e la determinaz­ione che hanno contraddis­tinto la nostra storia Rosa, resteremo fedeli alla vocazione di grande giornale internazio­nale, attento a tutti gli sport olimpici, nessuno escluso: ce ne occuperemo, questo è sicuro, ogni giorno, non soltanto durante le due settimane in cui ogni quattro anni si celebrano i Giochi.

Resteremo il punto di riferiment­o di atleti e appassiona­ti di qualsiasi disciplina. Non ci sono sport minori, il medagliere è l’indicatore più democratic­o che esista. Ed è spesso dove non te lo aspetti che nascono gli ori olimpici, i titoli europei, i campioni del mondo. Quando si parla di eccellenze, di orgoglio italiano e di sport, la Gazzetta ci sarà, come sempre. È la ragione fondamenta­le per cui ha saldamente mantenuto la leadership dei quotidiani sportivi: perché ha saputo cogliere lo spirito dei tempi, coniugando competenza, autorevole­zza, inventiva. Anche oggi, nel pieno della trasformaz­ione digitale, resta il primo giornale sportivo sia in edicola che sul web, con un vantaggio notevole sui concorrent­i. Aumentato peraltro negli ultimi anni grazie alla qualità del direttore, Andrea Monti, con cui ho avuto il privilegio di lavorare due anni, all’impegno del direttore generale Francesco Carione e a quello della redazione, capace di vincere le sfide che di volta in volta ha avuto davanti.

In fondo, in questo tumultuoso cambiament­o che sta attraversa­ndo l’editoria, tra le poche certezze c’è questa: chi lavora alla Gazzetta vive ancora di emozioni, come succedeva oltre un secolo fa. Non cambieremo. La Gazzetta che sfoglieret­e, o leggerete sullo smartphone, sul tablet e sul vostro Pc resterà e sarà sempre di più quella che è sempre stata: la casa dello Sport.

 ??  ?? La nascita Così si presentava il primo numero della Gazzetta dello Sport, uscito il 3 aprile 1896. Il giornale, di colore verde chiaro, divenne rosa nel 1899
La nascita Così si presentava il primo numero della Gazzetta dello Sport, uscito il 3 aprile 1896. Il giornale, di colore verde chiaro, divenne rosa nel 1899
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