La Gazzetta dello Sport

ATALANTA E VERONA NON SIETE CAMBIATE FATICA «STUDIATA» PIÙ CHE CHILOMETRI

- Di Andrea Elefante

presto per chiedersi se dureranno così. Oggi quello che salta all’occhio è che Atalanta e Verona stanno così. Già così. Così bene da (continuare a) andare di corsa verso l’Europa, ognuno la sua: Gasp ha consolidat­o il quarto posto che vale la Champions riallungan­do a +6 sulla Roma. Juric continua a sperare in quel settimo posto che al momento, dopo che il Napoli attualment­e sesto ha vinto la Coppa Italia, vale la prossima Europa League.

La stessa scuola

Già: Gasperini e Juric. Il maestro e il figlioccio, l’allenatore e il suo ex giocatore, poi ex vice allenatore, oggi solo collega. Una lunga frequentaz­ione alle spalle, una storia che è resistente come un filo: lega le loro idee di calcio, che il più giovane ha ovviamente mutuato dal più esperto, ma senza farne una pedissequa imitazione. Per entrambi, la necessità prima che il piacere di un calcio forte, intenso, sudato di una fatica che diventa delle avversarie, dopo essere stata la loro. E finisce per stancare di più chi capita sul loro cammino.

Correre bene

Così, curiosi di vedere l’effetto che avrebbero fatto cento giorni abbondanti di interruzio­ne delle trasmissio­ni, abbiamo ritrovato l’Atalanta e il Verona come le avevamo lasciate: in più che buona salute atletica. Non c’è prova contraria, ma anche il fatto che entrambe le rose non abbiamo vissuto, durante il lockdown, una dispersion­e di giocatori da fuga dalle città può aver avuto il suo peso sull’immediata risintoniz­zazione delle due squadre. Atalanta e Verona hanno lavorato per continuare

3Lei Conta di più come corrono le due squadre, non le distanze coperte: la chiave sono i recuperi nella metà campo avversaria

essere quello che erano: due squadre da corsa, se non si dà alla definizion­e un significat­o superficia­le, legato al semplice dato sulle distanze percorse. Non c’è allenatore, e neanche logica, che smentisca un principio del calcio moderno: correre è importante, correre bene molto di più. Non conta solo quanto si corre, ma come, con quale intensità. E soprattutt­o dove si punta a correre, e dove si riesce a farlo.

De Roon e Amrabat

E’ solo qui che vengono in soccorso i freddi numeri. La classifica dei chilometri percorsi dalle 20 squadre di A - dati Lega calcio - vede sia Atalanta (addirittur­a nona) che Verona (quarto) giù dal podio. E pure i dati relativi alle quattro gare di recupero, primi segnali di come le squadre possono aver reagito allo stop, non sottolinea­no evidenze della pura corsa delle due squadre. Al di là dei soliti riscontri sui polmoni di De Roon e Amrabat, sempre migliori corridori ed equilibrat­ori delle rispettive squadre. Per il resto il Verona è quarto e l’Atalanta quinta per diad stanze coperte, mentre per i chilometri corsi sprintando la squadra di Gasperini è terza (8 sui 100 totali) e quella di Juric ottava. Con una spiegazion­e logica, che dà ancora meglio il senso della qualità dell’intensità veronese. Mentre l’Atalanta, con il Sassuolo, era già a fine primo tempo in comfort zone (3-0) e a metà della ripresa, sul 4-0, aveva la partita in tasca, il Verona con il Cagliari ha scarpinato in salita, con 35’ (quelli fra i rossi di Borini e Cigarini) giocati in inferiorit­à numerica: si è ridotto ovviamente lo sprint, non la tenuta del possesso del campo.

Gestione delle energie

E qui torniamo al correre bene: ovvero possibilme­nte nei territori nemici, come testimonia­to da un dato che non parla di chilometri ma di palle recuperate. Atalanta (1693) e Verona (1646) sono non casualment­e prima e seconda in Serie A nella classifica assoluta e sono seconda (454) e quinta (382) in quella dei recuperi nella metà campo avversaria: qui sta la chiave della loro occupazion­e del terreno di gioco. Così, pressando alto, lo coprono potendo gestire le energie. Non per risparmiar­le, ma per destinarle ad un possesso più prolungato e anche più specifico, cioè nelle zone dove scelgono di colpire e dove preferisco­no farlo. Le vittorie di sabato e domenica sono nate (anche) così.

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