Atalanta e Lazio a palla avvelenata E la Juve aspetta...
Il discorso di Buffon, Chiellini e Bonucci dopo la sconfitta con il Napoli ha avuto effetti benefici nella testa dei giocatori bianconeri Gigi ha parlato anche con CR7: l’obiettivo è mettere da parte le divergenze con il tecnico per raggiungere il tricolo
Questa sarà anche la Juventus, ma l’anzianità di servizio – in latino o in italiano – ha un suo peso. Maurizio Sarri nella notte di Bologna, subito dopo la partita, ha risposto a una domanda sul confronto con i giocatori dopo Napoli-Juve di Coppa Italia. Leonardo Bonucci, poco prima, aveva raccontato: «Dopo la finale persa ci siamo parlati, come succede sempre. Abbiamo indicato la strada e si è visto». Sarri si è sistemato gli occhiali e ha spiegato: «Ci siamo detti che nel calcio come nella vita c’è chi fa i fatti e chi esprime le opinioni. Abbiamo detto di non ascoltare nessuno, provare a continuare a fare i fatti, non prendere alibi. I giocatori sono stati tutti molto partecipi alla discussione, come si può fare spesso in uno spogliatoio. Chiaramente ci sono i personaggi che per esperienza possono avere più personalità per esporre le idee, come Giorgio Chiellini, come Bonucci, come Buffon soprattutto. I ragazzi hanno accumulato talmente tanta esperienza e personalità che non hanno remore nel dire le proprie opinioni e suggerire rimedi». Il dialogo ad alto livello alla Juve è più frequente che in altre squadre – il presidente Agnelli va spesso al campo di allenamento, distante pochi passi dalla sede, e parla con regolarità con i calciatori – ma l’ultima settimana è stata particolarmente delicata. Per questo, anche se possono non condividere tutto quello che è stato fatto da Sarri in questi mesi, Buffon, Chiellini e Bonucci sono intervenuti per unire il gruppo.
Il momento di reagire
Addormentarsi dopo la sconfitta di Roma è stato difficile per molti bianconeri, in particolare per Buffon. Gigi teneva alla Coppa Italia, anche se era il meno importante dei tre trofei rimasti da inseguire, per motivi di squadra e personali. Da quest’anno è diventata la sua Coppa (in campionato il titolare è Szczesny) e vincendola avrebbe potuto raggiungere Roberto Mancini a 6 successi, diventando assieme al c.t. il primatista per successi nella competizione. Il giorno dopo in aereo aveva una brutta faccia e poca voglia di socializzare. Con Chiellini e Bonucci è bastato uno sguardo per capirsi: ci sono momenti in cui c’è bisogno di una scossa. Buffon è il capitano del passato, Chiello quello del presente e
Leo lo sarà in futuro, anche se in questa stagione ha indossato quasi sempre lui la fascia a causa della lunga assenza del compagno di reparto. Loro sono l’anima della Signora e nella lunga militanza in bianconero hanno imparato a fiutare in anticipo le situazioni di pericolo. Inoltre, i ritiri di Marchisio e Barzagli li hanno elevati a leader unici dello spogliatoio, simbolo del gruppo italiano che alla Juve si sta riducendo ma ha storicamente importanza. Prima si sono parlati tra loro, poi hanno deciso, d’accordo con l’allenatore, di confrontarsi con il resto della squadra.
Il discorso dei re
Più che di questioni tattiche si è parlato di atteggiamento: i capitani hanno spiegato al gruppo che niente è scontato e per vincere bisogna lottare. In una stagione particolare come questa, in cui ogni partita diventa un’incognita, bisogna dare tutti qualcosa in più per raggiungere l’obiettivo scudetto e poi concentrarsi sulla Champions. Ai compagni hanno ricordato che Lazio e Inter sono lì, agguerrite e pronte ad approfittare della prima titubanza della capolista. «Il destino è nelle nostre mani, dobbiamo remare tutti dalla stessa parte e non possiamo permetterci di rilassarci. Ora ripartiamo alla grande in campionato», è stato il succo del discorso. La vittoria di Bologna, arrivata con una prestazione convincente, è la conferma che il pronto intervento della vecchia guardia è stato utile.
Buffon e Ronaldo
(manca solo l’ufficialità). Gigi è stato il più deciso nei discorsi tra Napoli e Bologna e ha parlato faccia a faccia anche con Cristiano Ronaldo, che non è secondario per la Juve né in campo né fuori. Il rifiuto a giocare da numero 9, fatto davanti a tutta la squadra, non ha semplificato i rapporti con Sarri. Ronaldo ovviamente resta un giocatore speciale, in tutti i sensi, e i tifosi della Juve ieri si sono preoccupati anche per un post Instagram in cui Georgina ha scritto: «Il nostro destino non è un luogo». Esagerati. La realtà è che la Juve è in un momento particolare: ha appena ripreso, ha già perso e allo stesso tempo tenta la fuga in campionato. In compenso, ha un nucleo storico a cui aggrapparsi. Non è sufficiente per vincere gli scudetti ma insomma... aiuta.