La Gazzetta dello Sport

Samp, niente da fare per Quagliarel­la: c’è Gabbiadini

- Di Filippo Grimaldi - GENOVA

sua mancanza. Dopo più tre partite magari potremo vedere di che pasta sarà fatta la Samp. Il calcio italiano era fermo da tre mesi, le squadre non sono ancora a posto. Quando ero guidato da Boskov alla Samp lui mi faceva allenare meno tra i mesi di dicembre e gennaio (ride, ndr). Diceva che il mio organismo era abituato a riposare in quell’epoca perché erano le ferie del calcio brasiliano».

3Com’era

il suo rapporto con le tifoserie di Roma e Samp? «A Roma mi adoravano. Anche quando la squadra perdeva

Un girone dopo, ci sono an cora molti tasselli da mettere a posto. Claudio Ranieri ha preso in mano la Sampdoria prima della gara di andata con i gialloross­i, il 20 ottobre scorso. Da allora ha ridato fiducia e tranquilli­tà all’ambiente, anche se certi peccati originali ritornano ciclicamen­te a complicare la vita. Sua, e della squadra. Stasera il tecnico è costretto di nuovo a rimescolar­e le carte, forse dando fiducia in attacco alla coppia Gabbiadini-Bonazzoli, confidando anche nella voglia di riscatto del sostituto di Quagliarel­la. Anche stavolta - ma era fatale che accadesse - il capitano (risentimen­to a un gemello) non è stato convocato: Ranieri spera di averlo a disposizio­ne domenica contro il Bologna.

Giorni importanti

Proprio a partire dalla sfida con i rossoblù di Mihajlovic, inizierà per la Sampdoria un trittico di partite (le altre avranno come avversari la Spal e il Lecce) che molto diranno sulle possibilit­à di salvezza dei blucerchia­ti. Costretti, per adesso, a navigare a vista, capitalizz­ando al massimo anche quegli appuntamen­ti definiti «semiproibi­tivi» da Ranieri, con riferiment­o alla doppia trasferta contro Inter (domenica scorsa) e, appunto, Roma. Sono, questi, giorni importanti anche sul fronte societario. Lunedì a Roma è prevista infatti l’assemblea degli azionisti, con la nomina del nuovo CdA blucerchia­to. Nulla trapela, ma è possibile l’ingresso di nuove profession­alità. qualcuno mi riconoscev­a per la strada e mi invitava a prendere un caffé. Non portavamo fuori le cose successe sul campo. Il romano è molto allegro. Sa godersi la vita. Il genovese, invece, è più osservator­e. Come il mineiro (di Minas Gerais, stato natale di Cerezo, conosciuto per agire in silenzio, ndr) in Brasile. A Genova ti stimano, però hanno l’abitudine di starti più lontano. Ma gli italiani vogliono molto bene ai brasiliani».

Voglio vedere di che pasta è fatta la Samp. La Roma? Punto su Dzeko: sa fare tutto

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