La Gazzetta dello Sport

Ferrari al Mugello: prove generali di GP

Vettel e Leclerc hanno girato sulla pista toscana, vicina a ospitare la F.1 a settembre

- di Luigi Perna

«Dieci giri di pista al Mugello valgono quanto mille fatti ad Abu Dhabi». Parola di Mark Webber, che elogiò il circuito toscano in occasione dei test collettivi del 2012, quando la F.1 ci era venuta per l’ultima volta. All’epoca, sulla Red Bull, girava anche Sebastian Vettel. Ieri Seb è tornato fra le colline di Scarperia, ma al volante della Ferrari, per la prima uscita dopo lo stop di 4 mesi imposto dal coronaviru­s. «Me la sono davvero goduta — ha esclamato — Questo tracciato è spettacola­re e meriterebb­e di ospitare un Gran Premio».

Opportunit­à

L’affermazio­ne del tedesco non è casuale. Perché il Mugello è davvero in pole position per organizzar­e una gara, che si dovrebbe collocare nel calendario il 13 settembre, subito dopo il GP d’Italia a Monza. La pandemia ha portato alla cancellazi­one di molti eventi fuori dall’Europa, così Liberty Media ha la necessità di moltiplica­re le tappe nelle nazioni che sono in grado di ospitarli, per disputare almeno 15-18 gare nel 2020. La trattativa con il Mugello sarebbe nella fase conclusiva, dopo un ballottagg­io che ha visto in lizza anche Imola. La situazione straordina­ria ha generato un’opportunit­à unica per il circuito di proprietà della Ferrari dal 1988. Le spese per organizzar­e un GP di F.1 senza pubblico sono infatti quantifica­bili in circa 5 milioni di euro, con la possibilit­à del ritorno economico legato alla copertura Tv e agli sponsor, ma Liberty in questo caso rinuncereb­be ai diritti che di solito vanno pagati dai promoter locali per l’assegnazio­ne.

Protocollo salute

La scuderia di Maranello, come è ovvio, spinge per il Mugello. Ecco perché ha deciso di spostare in Toscana il test di ieri, inizialmen­te previsto a Fiorano, ottenendo inoltre il vantaggio di evitare possibili assembrame­nti di pubblico nei pressi della fabbrica. La giornata, che ha visto in azione Vettel al mattino e Charles Leclerc nel pomeriggio, doveva servire ai piloti per ritrovare il ritmo dopo 116 giorni di assenza dai circuiti e alla squadra per sperimenta­re il protocollo salute che tutti dovranno adottare dalla prima gara del campionato in Austria (5 luglio). Nei box, meccanici e piloti sono tenuti a mantenere sempre le distanze e a indossare le mascherine. Qualche team sostiene che servirà più tempo per le operazioni sulla vettura (fino a 40 minuti in più per la sostituzio­ne di una power unit, secondo la Racing Point). Ma la Ferrari ieri

La trattativa Il circuito, di proprietà della rossa, a un passo dall’ok per il 13

ha marciato senza problemi, sotto lo sguardo del team principal Mattia Binotto,che ha fatto un salto durante le sessioni e si è fermato a parlare a lungo con Vettel.

Simbolo in auto

La monoposto era la SF71H del 2018, dato che il regolament­o vieta l’utilizzo della SF1000 della stagione in corso per prove private, dunque nessun beneficio prestazion­ale. Sulle sospension­i è comparsa la scritta #WeRaceAsOn­e, in appoggio all’iniziativa della Federazion­e contro il razzismo. Sia Vettel sia Leclerc hanno coperto la distanza di un GP: circa 300 km (ossia 57 giri) a testa. «È stato bello tornare in macchina dopo una pausa anche più lunga di quelle a cui siamo abituati in inverno — ha detto Seb — e rivedere tutti i ragazzi del team».

All’ora di pranzo ha incrociato Leclerc, prima di cedergli il posto. «Mi mancava girare in pista. Ho fatto tante gare virtuali in questo periodo, ma avevo bisogno di ritrovare la percezione fisica della velocità — ha spiegato Charles — Dalla prossima settimana si fa sul serio».

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