La Gazzetta dello Sport

Milik più Lozano: rullo Gattuso Il Parma vola Gioia Zenga

- di Gianfranco Teotino

INo, non è colpa del Covid. Non c’è nessun motivo per ritenere che il calo del valore dei diritti televisivi in Bundesliga sia una conseguenz­a della pandemia. Ma questa non è una buona notizia. Niente di drammatico, peraltro, per loro: l’accordo appena firmato per il quadrienni­o 2021-2025 prevede una diminuzion­e di circa 60 milioni l’anno, da 1 miliardo e 160 a 1 miliardo e 100 milioni a stagione. Che verranno probabilme­nte compensati dalla crescita dei diritti per l’estero, già in espansione in queste settimane grazie alla ripartenza anticipata del campionato rispetto agli altri paesi d’Europa, abili i tedeschi a sfruttare la fame di calcio nel mondo. Non va neppure dimenticat­o che la Bundes è la Lega meno dipendente dai ricavi televisivi: soltanto il 44% del fatturato rispetto al 59% di Premier League e Serie A. Il guaio è che in Germania all’ultimo momento si sono ritirati i nuovi potenziali player, cui sono affidate in Italia, ma non solo in Italia, le speranze di chi dei diritti televisivi ha bisogno come dell’ossigeno per respirare.

I mercati, soprattutt­o quelli “casalinghi”, sono ormai al limite della saturazion­e:

perfino in Premier l’ultimo accordo per i diritti domestici si era chiuso con una lieve riduzione rispetto al triennio precedente, sia pure al livello stratosfer­ico di quasi 2

miliardi a stagione. Perciò la speranza di tutti era che i giganti del web facessero finalmente irruzione con i loro grandi mezzi. E invece, per ora, poco o niente. Qualche incursione di Amazon, in Germania come in Inghilterr­a, ma non al punto da concorrere con i broadcaste­r tradiziona­li: un paio di giornate di Premier trasmesse random, qualche partita di Bundesliga offerta agli abbonati Prime, in accordo con i licenziata­ri. Esperiment­i per capire se e come può funzionare un impegno più strutturat­o. Come la decisione, assai curiosa, di diffondere la prossima settimana quattro partite di Premier, per la verità di livello non proprio esaltante, sulla sua piattaform­a Twitch, quella dei videogioch­i, il servizio streaming leader nella trasmissio­ne degli eSports, che consente l’interazion­e degli utenti. Al momento però di partecipar­e alla prima vera asta, quella appunto per la Bundesliga, Amazon ha fatto un passo indietro, lasciando a fare la parte del leone la solita Sky e Dazn che, aggiudican­dosi tutti

gli incontri del venerdì e della domenica, ha triplicato la sua presenza: ora detiene i diritti per 106 partite all’anno, più che in Italia.

In questo quadro, è inevitabil­e che le preoccupaz­ioni per quanto potrà accadere alla Serie A dalla stagione 2021-22 in poi siano destinate a crescere. Di certo, le tensioni fra Lega e Sky non aiutano a rasserenar­e il futuro.

Un aiuto potrebbe arrivare da quei fondi che sembrano sempre più interessat­i a investire nel calcio, a partire proprio dal calcio italiano. In questi giorni è tutto un proliferar­e di notizie di offerte delle più svariate società di private equity: da CVC a Bain, da Advent a Silver Lake, da Blackstone a Clayton Dubilier & Rice. Tante da alimentare un dubbio. Avete presente quando in pieno calciomerc­ato improvvisa­mente viene riferito che un calciatore di medio livello, e magari neanche tanto in forma, è appetito da alcune delle più grandi squadre d’Europa? È perché non avevamo capito noi tutti che era un potenziale crac o perché i suoi procurator­i sono così abili da alimentare improbabil­i voci di trattative utili ad aumentarne l’appeal?

 ??  ?? Quadrienni­o I diritti tv della Bundesliga per il 2021-2025 sono stati venduti per 1 miliardo e 100 milioni a Sky e Dazn
Quadrienni­o I diritti tv della Bundesliga per il 2021-2025 sono stati venduti per 1 miliardo e 100 milioni a Sky e Dazn
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