Come si cambia PANCHINA MAXI? LE 5 SOSTITUZIONI PER ORA SI FANNO A GIOCHI FATTI
La novità piace ai tecnici di A: da Gattuso a Pioli, tanti hanno l’hanno sfruttata subito Ma il turnover massiccio si vedrà più avanti
Le cinque sostituzioni non cambiano le strategie degli allenatori di Serie A. Almeno per adesso. Le prime 11 partite dopo la ripresa dicono che il campionato deve ancora metabolizzare la novità dei cambi allargati: si stanno facendo, ma non stravolgono la fisionomia delle squadre. Nel «primo turno» Atalanta, Sassuolo, Sampdoria, Milan, Fiorentina e Bologna hanno sfruttato l’opportunità, ma le due sostituzioni aggiuntive sono sembrate più un’occasione per perdere tempo che una reale esigenza di cambiare volto alla partita grazie agli innesti dalla panchina. L’Atalanta gli ultimi due cambi li ha fatti all’86’ e 88’, il Milan all’86’, il Bologna all’82’, la Samp all’81’, la Fiorentina addirittura a tempo scaduto (92’). La squadra più veloce a sfruttare la nuova regola è stata il Sassuolo: De Zerbi ha fatto i cambi canonici entro il 61’ e ha chiuso con poker e cinquina al 69’ e al 77’, quando era già sotto di 4 gol a Bergamo e forse era meglio dare riposo supplementare ai giocatori in vista dell’Inter. L’altra faccia della medaglia è il Torino: al debutto contro il Parma ha fatto solo due cambi, ieri contro l’Udinese ancora due. Sempre ieri Napoli e Spal hanno debuttato con 5 sostituzioni e anche Cagliari e Verona hanno fatto altrettanto, salendo da 3 e 4 cambi: già al secondo ostacolo, insomma, gli allenatori cambiano di più. Ora bisogna vedere se diventerà una tendenza.
Full immersion
D’altronde il caldo è appena arrivato e le partite a ripetizione sono appena cominciate: anche per questo, forse, il turnover massiccio inizierà a vedersi più avanti, nel pieno della full immersion che porterà a giocare 12 giornate e mezzo in solo 44 giorni. La squadra che prima dello stop ha usato di più la panchina è stata la Juve (1938 minuti in campo): Sarri, che è anche l’allenatore più veloce a fare i tre cambi (in media dal 50’ al 77’ prima della sosta per coronavirus), in casa del Bologna ha fatto entrare Danilo al 65’, Ramsey e Matuidi al 70’e Douglas Costa al 79’. È stato decisamente più equilibrato il tecnico toscano, dopo che nella semifinale di Coppa Italia contro il Milan aveva cambiato tre uomini in una volta pentendosene subito dopo («Ho fatto una caz...ta, mi sono fatto prendere dall’entusiasmo»). Anche l’Inter, in fondo alla classifica dei minuti giocati dai panchinari in questo campionato (1274), si è fermata a 4 sostituzioni nella prima sfida a San Siro contro la Sampdoria: Conte l’ha tirata più per le lunghe rispetto a Sarri — niente di nuovo – e così Sanchez, l’ultimo cambio, è entrato all’83’.
Confronto con l’estero
Lazio e Roma sono le uniche due squadre che non hanno ripreso: lo faranno stasera e chissà che cosa faranno Inzaghi e Fonseca. Primo dello stop i biancocelesti erano al quarto posto considerando i minuti giocati dai panchinari (1753), mentre la Roma era nella zona medio-bassa della classifica (1493). E all’estero cosa succede? Considerando soltanto le big, il Bayern campione di Germania ha utilizzato i 5 cambi in appena una partita post-Covid 19. Lo stesso ha fatto il Real Madrid, ma con tre partite giocate, mentre il Barça ha sfruttato tutte le sostituzioni in due match su quattro: Zidane, però, ha beneficiato della panchina extralarge con due sostituzioni all’89’. In Inghilterra, il Liverpool di Klopp ha subito cambiato 5 uomini, con l’ultimo sostituto entrato al 73’, quindi con larghissimo anticipo rispetto ai tempi medi degli allenatori della A. Chissà se nelle prossime partite succederà anche a noi.