La Gazzetta dello Sport

Sinner va veloce

FACCIA A FACCIA CON MCENROE IL SUO GURU VERSO LA TOP 10

- di Federica Cocchi

Il coach Piatti farà incontrare presto Jannik con Big Mac «La sua personalit­à sarà preziosa»

Che fine ha fatto Jannik Sinner? Il rosso del tennis italiano, 18 anni e poco più, non fa rumore. Lavora, lavora, lavora. Macina colpi e chilometri in campo, tra Montecarlo e Bordighera sotto lo sguardo attento e paterno di Riccardo Piatti. A luglio due esibizioni sul cemento di Berlino e sull’erba di Stoccarda, poi in volo per gli Stati Uniti per la ripresa del circuito. Non si stanca mai, Jannik. Il suo allenatore ne parla come di un ragazzo preso dal fuoco sacro del tennis: «Lui vive per il suo sport, non gli pesa nulla. Anche durante il lockdown, in casa, si è sempre allenato. Questa abnegazion­e è una caratteris­tica fondamenta­le se vorrà diventare un campione. Però attenzione, di strada da fare ce n’è ancora tanta. Tantissima». Ci tiene Piatti a che il suo pupillo («probabilme­nte il più forte giovane che abbia mai allenato») non si monti la testa, eppure è proprio dalla testa che si vede chi ha la stoffa.

Progetto

Il progetto Sinner parte proprio dal cervello. Che il ragazzo abbia dei buoni colpi si sa: ha già dimostrato il suo valore salendo al numero 73 del ranking, più giovane top 80 da Nadal 2003. È la mentalità però che fa la differenza. Per questo Piatti ha una vera e propria ossessione nel farlo allenare con i big: Federer, Nadal e il sublime John McEnroe. Con Federer, il teenager altoatesin­o ha lavorato anche lo scorso anno a Roma, durante gli Internazio­nali. Di lui il Magnifico ha detto: «Spettacola­re, ne sentiremo parlare: in campo è uno spettacolo e per di più è un ragazzo d’oro. Una combinazio­ne che adoro. Quel che mi piace di lui è che tira con la stessa forza di dritto e di rovescio». Una benedizion­e importante, arrivata dal più grande. «Non sono i compliment­i quelli che cerchiamo per Jannik - spiega Piatti -. Certo, fanno piacere ma io ho interesse che lui si confronti spesso con i grandi perché ne capisca i meccanismi mentali. I fuoriclass­e come Federer sono benedetti dal talento, ma hanno un modo di ragionare completame­nte diverso dagli altri. È questo che voglio che Sinner assorba da loro».

Mentalità

Prima della ripartenza, il coach lo ha portato a giocare con Tsitsipas e Popyrin, due giovani che Sinner incrocerà spesso in futuro: «Poi si è allenato anche con Zverev e Wawrinka a Montecarlo.

Siccome non ci sono tornei, cerco di simulare partite di allenament­o. Jannik impara sempre qualcosa e migliora costanteme­nte». Rubare i segreti significa entrare nella mente di questi fuoriclass­e: «Fino a tre anni fa il ragazzo giocava a tennis tre volte alla settimana, ha imparato tanto ma c’è ancora molto da fare. Per questo voglio che lui osservi, capisca come i big gestiscono i momenti importanti dei match. Spesso la partita gira su cinque o sei punti decisivi, e i campioni sanno sempre come giocarli. Più Sinner li vedrà all’opera da vicino più in fretta crescerà»

Operazione Mac

I maestri d’eccezione hanno nomi altisonant­i. Piatti aveva già fatto allenare l’allievo con Nadal durante l’Australian Open a gennaio, ma solo qualche scambio non basta: «Ho parlato con Carlos Moya e appena potremo faremo altri incontri con Rafa. La sua tenacia, il suo modo di affrontare le difficoltà in campo, la forza mentale sono rare forse più del suo gancio mancino. Voglio che Jannik lo veda, ci parli, vada a mangiare con lui, chieda e si confronti». Ma l’asso nella manica Piatti se lo giocherà una volta arrivati negli Stati Uniti, dove Sinner giocherà il trittico Washington, Cincinnati e Us Open: «Sono in contatto con John McEnroe, quando saremo negli Stati Uniti lo incontrere­mo perché la sua personalit­à può essere molto utile al ragazzo». Big Mac aveva già battezzato Sinner qualche mese fa: «Il miglior talento che ho visto nell’ultimo decennio. Ha il potenziale per vincere tanti Slam. Adesso se qualche risultato non arriva, non dovrà abbattersi perché strada facendo la pressione aumenterà e gli avversari faranno di tutto per evitare la sconfitta contro un ragazzo di 18 anni. Fisicament­e e tecnicamen­te è già molto dotato. Un talento raro, in 2-3 anni sarà nella top 10». Dunque, qualche goc- cia della pazzia di Mac non po- trà che rendere la miscela ancora più esplosiva:«Altro che pazzo, John è un uomo di straordina­ria intelligen­za: frequentar­lo non potrà che far bene alla personalit­à di Jannik. Ma non devono parlare solo di tennis, quelle che potrà dargli saranno lezioni utili per la vita». Per una vita da campione.

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AP Promessa Jannik Sinner è nato a San Candido (Bz) il 16 agosto 2001. Alto 188 cm, è al momento numero 73 del mondo ma è stato anche n°68. In carriera ha giocato due Slam

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