La Gazzetta dello Sport

È il ritorno del guerriero «Un futuro ancora qui? Se il club fa uno sforzo...»

Ha deciso di giocare all’ultimo momento: sesto gol e un pensiero rivolto all’Europa «Perché no?»

- Di Francesco Velluzzi

Lo chiamano carisma. C’è chi invece dice leadership. Ma Radja Nainggolan è, innanzitut­to, un fortissimo centrocamp­ista. Quel che più gli crea problemi sono i polpacci. Prima uno, in avvio di campionato (tre assenze), poi l’altro, prima di questa strana ripartenza estiva (due). Nella quale, però, il Ninja non voleva proprio più mancare. Perché il suo concetto base nella vita e in campo è non risparmiar­si mai.

Tattica

Venerdì pomeriggio è stato bravo Walter Zenga, che dall’8 giugno, lo ha visto allenarsi con la squadra soltanto due volte, a depistare tutti i giornalist­i: «Nainggolan? Deciderò solo all’ultimo se convocarlo». Avendo avuto i convocati alle 14 di ieri, si è scoperto poi che oltre a Klavan (che ha avuto un problema in rifinitura) e Birsa (colpito da un lutto familiare) assenti, c’era, invece, Nainggolan titolare. Con Cigarini in panchina e Rog e Nandez in coppia come a Ferrara, a giostrare in mezzo da play. Con quel centrocamp­o il Cagliari mette davvero paura a tutti. Sono stati più importanti loro (Nandez l’ha sbloccata, segnando come nella gara d’andata) della splendida coreografi­a di bandierine rossoblù e bandierone dei Quattro Mori, posizionat­i in curva sud, per la vittoria sonante del Cagliari sul Toro.

Che numeri

Poi ci ha pensato il Ninja a chiuderla, con il sesto gol in campionato. Con questa rete eguaglia il bottino della scorsa stagione in A con l’Inter. Solo a Roma nel 2016-/17 ne fece di più, 11. In 59 minuti (Zenga ha spiegato che era stanco quando lo ha tolto) ha prodotto anche 24 passaggi riusciti, due sponde, quattro duelli vinti. Numeri che non danno l’esatta dimensione del ruolo svolto dal trascinato­re Radja. Che quando ha sentito la parola Europa non si è certo tirato indietro: «Una striscia positiva l’abbiamo già fatta. perché non farne un’altra. Prima un po’ ci avevo pensato, poi meno. Ma perché no? Zenga mi piace come sta gestendo, quando è arrivato ha capito che eravamo in difficoltà». La domanda sul futuro è inevitabil­e. Radja è dell’Inter e ha altri due anni di contratto a cifre importanti: «Non so niente, non ho sentito nessuno. Finisco quest’anno poi se il presidente fa uno sforzo importante perché no». Insomma, la parola in un’estate caldissima passa a Tommaso Giulini, ieri gongolante in tribuna per il secondo successo di fila che ridà speranze. Sarà lui a dover gestire con l’Inter il futuro di Radja. Ma ora si gode un successo e le sue stelle, tornate decisive. Col nuovo tecnico Zenga: «Europa? Ho tanta passione e voglia di far bene, la squadra ha le chiavi del suo futuro. Ma ha ritrovato entusiasmo, leggerezza e divertimen­to. E il giovane Carboni ha giocato come un veterano». Verissimo.

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