La Gazzetta dello Sport

La nuova magia di Super Pippo Ritorna in A col Benevento

UNA CORSA DI RECORD INFINITI LA FESTA È DIVENTATA REALTÀ INZAGHI: «FATTA LA STORIA»

- di Binda, Maio, Tondi

Si dice che l’attesa del piacere sia essa stessa il piacere. E quella del Benevento è stata bella lunga, dolce, senza ansie. Tutta colpa della pandemia. Adesso il piacere è realtà. La strega esulta. Il ritorno in Serie A era scritto da mesi e si è materializ­zato in una calda notte di fine giugno, quando tutto sarebbe potuto accadere ai primi di aprile. Ben altra storia rispetto all’8 giugno 2017, quando arrivò la prima Serie A. Allora era una finale dei playoff (1-0 al Carpi), c’era l’incertezza del risultato e soprattutt­o c’era uno stadio stracolmo. Stavolta c’era un vuoto surreale. I tifosi erano sparsi tra case e locali e sono scesi in strada dopo; pochi vip in tribuna, immancabil­e il sindaco Mastella con la signora Sandra, orgoglioso: «Benevento è una città da Serie A. La prima volta la prendemmo con stupore, adesso con convinzion­e perché preparata». E la squadra dentro a soffrire, perché dopo 23’ è rimasta in dieci ma ha vinto lo stesso la gara numero 23. E Pippo Inzaghi è esploso di gioia. Per uno come lui che da calciatore ha alzato ogni trofeo e che da allenatore ha vinto con Primavera (Torneo di Viareggio col Milan) e prima squadra (promozione in B col Venezia), un trionfo del genere ha un sapore particolar­e: «Non pensavo di fare la storia, abbiamo fatto qualcosa di incredibil­e. Ogni vittoria ha il suo significat­o ma questa, per come è arrivata e i numeri, mi sembra una Champions». Per uno che ne ha vinte due da protagonis­ta, non è poco. Ma la confidenza è sincera, e arriva a un anno dall’esonero di Bologna che gli aveva tarpato le ali. Superpippo a Benevento ha ripreso a volare.

Quelle porte chiuse

E’ stata forse la prima promozione a porte chiuse in Italia, di sicuro è quella più precoce in Serie A insieme a quella dell’Ascoli 1977-78, a 7 giornate dalla fine. Un record, uno dei tanti che adesso Inzaghi vuole battere. Perché non si accontenta. Dopo la partita era felicissim­o con i suoi giocatori sui quattro pulmini scoperti organizzat­i dalla società. C’era il presidente Vigorito, in lacrime e commosso per il ricordo del fratello Ciro, scomparso proprio dieci anni fa. Una promozione è sempre una promozione, anche se arrivata in una serata che doveva essere tranquilla e invece ha fatto vedere le... streghe al Benevento, almeno fino al gol di Sau, seguito da fuochi d’artificio sparati dall’esterno dello stadio. Per evitare bagni di folla - Vigorito aveva fatto un preciso appello - sono stati i protagonis­ti del trionfo a raggiunger­e i vari quartieri per salutare la gente di Benevento.

Il cammino trionfale

Tredici mesi fa - 25 maggio 2019 - il clima era ben diverso. Quel giorno il Benevento perse in casa 3-0 contro il Cittadella la semifinale dei playoff, dopo aver vinto 2-1 all’andata. A Vigorito non andò giù l’atteggiame­nto rinunciata­rio della squadra, silurò Bucchi e un

Il mercato inizia subito con i botti In arrivo Remy e circola il nome di Schurrle

mese dopo annunciò Inzaghi, che trasmise subito la sua voglia di rivincita. Arrivarono i rinforzi (Schiattare­lla, Kragl, Hetemaj, Sau e Insigne) e quella voglia ha dato subito i suoi frutti, con un’ascesa da urlo dopo una partenza lenta (0-0 a Pisa, e rigore parato da Montipò nel recupero) seguita da strisce di vittorie (anche dopo l’arrivo a gennaio di Barba e Moncini), con azzeccate svolte tattiche (prima due poi tre centrali a centrocamp­o) e un solo buco nero. Era il 26 ottobre e a Pescara è arrivata l’unica sconfitta: 4-0. Il crollo della miglior difesa del campionato, quattro gol nel secondo tempo. Quasi un record, come tutti quelli (positivi) che sta battendo.

Primi colpi

Vigorito ha come uomo di fiducia Pasquale Foggia. L’ex trequartis­ta, alla prima esperienza da d.s., sfrutta alla perfezione il notevole budget (con 16 milioni il Benevento ha il monte stipendi più alto della B). Sua la scelta di Inzaghi, portato alla corte di un Vigorito che, quando sta insieme a loro, sembra un padre. Un trio che da mesi lavora per la A e ha già una base forte. Montipò è un portiere alla piena maturazion­e ed è una garanzia; gli esterni di difesa idem, con l’esperienza di Maggio e la spinta di Letizia, mentre al centro ci sarà un’aggiunta a Caldirola, Barba, Tuia e Volta (uno andrà via): si parla del polacco Glik. In mezzo il trio Hetemaj-Schiattare­lla-Viola non ha avuto eguali in B e avrà un innesto di valore, sugli esterni si sono alternati Insigne, Improta e Kragl e un elemento di spicco sarà inserito: circola un nome forte quello di André Schurrle, tedesco, campione del mondo nel 2014. In attacco ci sono Coda (a scadenza), Moncini e quel Sau che la A la conosce bene, ai quali sarà aggiunto un crac: è già in arrivo a Benevento Loic Remy, 33enne attaccante francese del Lille (ex Chelsea). Si è parlato anche di Llorente e di Lapadula. «Pochi innesti ma buoni per crescere in A» la strategia di Foggia. Già, la A. Benevento la ritrova con una società più strutturat­a e una squadra più competitiv­a. No, stavolta le streghe non faranno solo da spettatric­i.

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In alto la gioia del gruppo, a destra Filippo Inzaghi, 46 anni
GETTY La festa In alto la gioia del gruppo, a destra Filippo Inzaghi, 46 anni
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