Balo: 7 giorni pagati a marzo. E lui chiede la risoluzione
Stipendio ridotto per Mario, che reagisce con la stessa tattica usata dal Brescia. Ok del medico: può allenarsi
Nella busta paga del mese di marzo di Mario Balotelli, alla voce giorni lavorati, compare un numero curioso: il 7. Il mese di marzo era stata la motivazione della messa in mora del club da parte del suo attaccante proprio per il mancato pagamento dello stipendio. Massimo Cellino, all’alba di luglio, ha ritenuto quindi che Balotelli abbia lavorato per 7 giorni. E non sono i primi 7 del mese dal momento che il Brescia aveva giocato a Reggio contro il Sassuolo (con Mario presente) lunedì 9.
Botta e risposta
Al di là di quali siano questi 7 giorni lavorati nel mese di marzo, la risposta di Balotelli è arrivata immediata. Attraverso i legali ha fatto pervenire il ricorso nel quale chiede l’accertamento dei giorni lavorati con l’adempimento salariale di quelli mancanti e, contestualmente, la risoluzione del contratto in essere per il mancato pagamento dello stipendio. Sì, dopo il ricorso di Cellino al Collegio arbitrale per chiedere la risoluzione del contratto per giusta causa, adesso è proprio Balotelli a utilizzare la stessa strada. Con annessa la richiesta del pagamento stabilito secondo le scadenze canoniche di tutte le mensilità fino alla chiusura del contratto, che è fissata il 30 giugno 2022. L’accordo collettivo prevede che in casi simili il datore di lavoro debba corrispondere l’intero ingaggio fino a quando il calciatore non trova una nuova squadra.
Il quadro
La situazione legale ormai ha preso il sopravvento su quella sportiva. Ed è una situazione intrecciata che merita una scansione temporale. Dall’inizio alla fine ecco il quadro: il Brescia ricorre al Collegio arbitrale per risolvere unilateralmente il contratto per giusta causa, Balotelli chiede il pagamento del mese di marzo pena la messa in mora del club, Cellino esercita la clausola di rescissione per retrocessione entro il 30 giugno come da contratto (con ancora il Brescia aritmeticamente in corsa per salvarsi), il club corrisponde per marzo 7 giorni di lavoro a Mario il quale risponde con il ricorso al Collegio arbitrale per risolvere il contratto per inadempienza economica. In tutto questo va inserito che ieri il numero 45 è stato sottoposto alla visita specialistica ordinata dal club per verificare la condizione della schiena. Il responso dice che è arruolabile per allenarsi fin da oggi. Si attende la comunicazione della società per garantirgli il via libera al centro di Torbole Casaglia. Tra lo 0-6 di ieri e il ricorso per la risoluzione del contratto avanzata da Mario, l’impressione è che l’aria sia opprimente.