SPAZI A RISCHIO PER I DILETTANTI E SOCIETÀ IN CRISI
Timore per la direttiva Cts: solo attività didattiche? Serve un’intesa tra istituzioni e consigli scolastici
Fino all’era del Covid sembrava la cosa più scontata del mondo. Le porte della maggior parte delle scuole italiane, di pomeriggio, si aprivano alle società sportive del quartiere. Che trovavano una casa per i loro allenamenti e le loro partite.
«Rischio enorme»
Un polmone capace di far respirare, calcoli di Giovanni Malagò, presidente del Coni, i quattro quinti dell’attività di molte federazioni. Succedeva fino a meno di cinque mesi fa. Ma il terremoto coronavirus ha ribaltato tutto. «E ora - dice Bruno Cattaneo, presidente della Federvolley, la pallavolo è sicuramente lo sport più colpito da questa emergenza - si rischia di mandare al macero anni di lavoro». Anche Gianni Petrucci numero uno del basket, denuncia il problema.
«Niente allarmismi»
Spadafora ha raccolto l’allarme cercando però di rassicurare: «Niente allarmismi». Il ministro dello Sport ha promesso un aiuto alle società con risorse che garantiscano la sanificazione quotidiana degli impianti. Le linee guida del Miur confermano che le decisioni sull’affidamento delle palestre toccheranno agli enti locali (Comuni per elementari e medie, Città Metropolitana o Provincia per le superiori). «Non cambia nulla». Ma c’è una frase contenuta nel documento del Cts sulla scuola che fa paura allo sport: «Dovrà essere limitato l’utilizzo dei locali della scuola esclusivamente alla realizzazione di attività didattiche».
No palestre-classi
E che cosa si dice nelle scuole? Mario Rusconi, presidente dell’associazione dei presidi di Roma e del Lazio, chiarisce: le palestre non sono la strada per trovare spazi per le nuove classi. «Si dovrebbe ricorrere a tramezzature, fare i conti con il rimbombo, non si possono tenere i ragazzi in un gabbiotto! E dove nelle linee guida si parla di interventi di edilizia leggera, anche trovando le risorse non possono essere adottati per le palestre: che fine farebbe l’educazione fisica e l’apertura al quartiere il pomeriggio?». Già, il pomeriggio. I presidi hanno paura di concedere gli spazi? «Quando la scuola è utilizzata dalla società sportiva, la responsabilità ricade su quest’ultima. Va poi precisato che non è il preside ma il Consiglio di istituto, di cui fanno parte anche studenti e genitori, a dare l’assenso al proprietario». Cioè agli enti locali. «Dipenderà da scuola a scuola». Ecco la necessità di una norma che rassicuri sulle responsabilità e favorisca le riaperture. E il ritorno a scuola del 14 settembre si avvicina...
Nessun allarme: daremo risorse a chi garantirà la sanificazione
Stiamo buttando al macero anni di duro lavoro Rischiamo di impoverire lo sport italiano
Le palestre non sono la strada per aumentare gli spazi per le attività delle società sportive