VISTO CHE CUOCO? LE MILLE FACCE DI UN FENOMENO PADRONE DEL SET
Dopo la Pinacoteca di Brera, l’alta cucina: anche il secondo video per il debutto al Giro d’Italia fa boom. E chi lo conosce bene dice: «Magari un giorno Peter farà l’attore...»
C’è un momento in cui pensi di avere visto tutto, ma proprio tutto. Ecco, è in quel momento esatto che a Peter Sagan riesce l’ennesimo colpo di reni che produce un doppio effetto: allo spettatore non resta che applaudire, a lui alzare metaforicamente le braccia perché ha vinto ancora. Stavolta nella veste di cuoco.
Ruoli
La galleria dei personaggi che ha interpretato il fuoriclasse slovacco è ormai sterminata. Non più tardi di una settimana fa, il primo dei video organizzati da Rcs Sport e girati per celebrare il suo debutto al Giro d’Italia aveva sbancato sul web: Peter era straordinariamente a suo agio nelle vesti di esperto d’arte alla Pinacoteca di Brera al punto che un visitatore gli aveva chiesto quante volte avesse già fatto il giro (delle sale). «Giro? No, no. Prima volta», la fulminante risposta riferita alla corsa Gazzetta. Stavolta Sagan si è destreggiato ai fornelli in uno storico ristorante di Brera, sempre nel cuore da Milano. E poi si è dedicato a un commensale che stava commettendo l’imperdonabile errore di mettere il formaggio sulla pasta col tonno: formaggera lanciata via senza troppi complimenti («dove siamo?», deplora Peter). E chiusura con lancio di ortaggi all’indirizzo dello stesso sventurato che aveva appena commesso una seconda, chiamiamola così, ingenuità: chiedere un cappuccino alla fine del pasto... Appena quarantuno secondi, ma di grande effetto, che potete vedere e rivedere anche su Gazzetta.it.
Galleria
Dopo l’arte e la cucina, la prossima settimana toccherà alla moda (la location sarà l’atelier di Ermenegildo Zegna) e l’altra a un tempio della musica come la Scala (più, al termine, una puntata extra): i video — in uno dei prossimi comparirà un ospite d’eccezione — sono stati girati in poche ore complessive a cavallo di due giorni a fine gennaio, giusto prima che Peter partisse per l’Argentina alla Vuelta San Juan. I tempi erano stretti, considerati pure i frequenti cambi d’abito, ma lo slovacco ha mischiato il talento naturale da improvvisatore e lo studio della parte, così le scene hanno fatto presto a ricevere il via libera. Perché — questo è sicuro — se Sagan ci mette la faccia vuole essere certo che tutto riesca al meglio. Quando, per esempio, aveva girato la sua versione di «Grease» — a Cologno al Serio, nella Bergamasca — ogni dettaglio era stato curato e lui alla fine aveva anche aiutato la produzione a smontare la giostra. Massimo impegno pure nelle clip girate per Specialized, marchio a cui è legato da anni: nell’estate del 2018, per promuovere una e-bike, aveva sfidato sulle strade collinari di San Francisco «Granma Joan», «nonna Joan», una 81enne che grazie alla bici eletancora trica riusciva a competere con l’allora campione del Mondo.
Stupore
«Se un giorno, quando la carriera in bici sarà finita, ritrovassimo Peter attore in un film, non ne sarei sorpreso — riferisce l’addetto stampa Gabriele Uboldi —. Anche se lui stesso sottolinea che sarebbe come se io mi mettessi a fare il ciclista». Già, perché a Sagan non sfugge quanto bisogna impegnarsi per fare bene l’attore. E la sua conoscenza della settima arte — da spettatore — è vasta. Gli piace andare fisicamente al cinema e seguire i film, soprattutto quelli ispirati a storie vere (di qualsiasi genere), in lingua originale: inglese e spagnolo, ma non lo spiazzi neppure se parli di Fantozzi e del ragionier Filini, che avevano successo già in Slovacchia. Peter ha visto più volte la recente opera dedicata alla vita della rockstar Freddy Mercury e la serie di Fast and Furious con Vin Diesel. Apprezza la popolare saga d’azione Transporter e mostri sacri come Tom Hanks, Leonardo Di Caprio (con il quale ha scambiato qualche battuta dopo averlo incontrato per caso in vacanza), Brad Pitt. E gli è piaciuto molto «Le Mans ‘66La Grande Sfida» dedicato al racconto della rivalità tra Ford e Ferrari. Gusti da cui traspare un certo eclettismo. Gusti in linea con un personaggio unico, che attraverso mille facce declina alla perfezione il suo essere fenomeno.