Caja, Varese e l’effetto Scola «Lui come Dino Giovane dentro»
Il coach: «Mi ricorda Meneghin Anche a 40 anni fa la differenza»
«Ci sono vecchi giovani e giovani vecchi. Ecco, Luis Scola è uno di questi». Attilio Caja è entusiasta dell’arrivo a Varese dell’immarcescibile capitano dell’Argentina. A 40 anni compiuti, Scola rincorrerà la quinta Olimpiade in carriera. Rinviati i Giochi di un anno, Scola ha rinviato l’ipotesi del ritiro. Come l’anno scorso, quando dopo aver vinto l’argento al Mondiale da protagonista decise di accettare l’offerta dell’Olimpia e di Ettore Messina, ora ha scelto Varese per continuare a giocare vicino a Milano dove, con moglie e quattro figli, si trova benone.
“Sotto il vestito tutto”
«Luis è super, una persona che arricchisce - dice Caja basta parlargli per apprezzare lo spessore del personaggio. Ha una grande umanità. È il contrario di quel film intitolato “Sotto il vestito niente”. Scola è “Sotto il vestito tutto”. E poi è interista come me. Compagno di sofferenze». Caja ricorda con orgoglio quei giocatori a fine carriera che ha allenato con piacere reciproco. «Walter Magnifico aveva 36 anni quando eravamo assieme a Roma nel 1997-98 – dice il tecnico che dell’ex azzurro è coetaneo – doveva essere nella fase declinante. Andammo a Pesaro, Walter fece una partitona e a fine stagione la Scavolini lo riprese con un contratto pluriennale. E poi fu proprio lui a fare il mio nome per la panchina di Pesaro dove andai nel 1999. Ricordo Dusko Vukcevic a Milano e poi a Rimini con Quadre Lollis. E Melvin Booker che richiamai all’Olimpia nel 2007: si era già ritirato, tornò in campo e con Danilo Gallinari riuscimmo a dare una quadratura alla squadra».
No limits
Come lo scorso anno, Scola non mette scadenze alla sua carriera. E non ne mette neppure Varese: il contratto infatti è di un anno con opzione per il 2021/22. «Se c’è la testa, e nel suo caso c’è eccome, perché porsi dei limiti - dice Caja - Lo
Siamo una vetrina per lanciare giocatori: per me è gratificante
Attilio Caja
Sul club varesino
insegna il grande Dino Meneghin che ha giocato fino a 44 anni. In questo senso Scola è un vecchio giovane. Ci sono giovani che, in palestra e in campo, dimostrano non 40 ma 50 anni. Mi rende orgoglioso l’idea di allenarlo e aiutarlo a raggiungere il suo sogno di disputare la quinta Olimpiade. Un grande finale, dopo una cavalcata fatta di Eurolega e Nba».
La Varese 2020-21
34enne mvp della Serie A nel 2018 ad Avellino, e Scola sotto canestro - spiega Caja che inizia la quinta stagione consecutiva a Varese, dopo un primo passaggio nel 2015 - due giocatori che daranno fiducia e aiuteranno i compagni. Il resto della squadra è più giovane: il play è Michele Ruzzier, il suo cambio è Giovanni De Nicolao, esordiente in Serie A. Le ali sono Arturs Strautins del 1998 e Niccolò De Vico del 1994, quindi lo svedese Denzel Andersson come ala forte del 1996. Mancano i cambi per Rich e per Scola». Una Varese molto diversa rispetto allo scorso anno. «Anche stavolta abbiamo lanciato giocatori verso contratti più importanti - dice Caja - Simmons al Tofas Bursa e Vene che è tornato in Spagna. L’anno prima era successo con Avramovic e Scrubb. Lo stesso Rich ha preferito firmare un contratto solo annuale perché pensa che Varese sia il posto giusto per fare bene e avere un mercato importante. So cosa possiamo essere: una vetrina per giocatori che cercano di cambiare il proprio status. La vivo bene, non trovo che sia penalizzante».
Crisi di astinenza
Varese è la squadra italiana che non gioca da più tempo: dal 26 gennaio. Al momento dello stop, da oltre un mese non scendeva in campo tra rinvii, riposo, pausa per la Coppa Italia e per la Nazionale. «C’è grande voglia di riprendere dice Caja - una crisi di astinenza. Vedo che tante stanno facendo bene sul mercato: Milano alla grande, la Virtus era fortissima e ha aggiunto italiani di alto livello. Venezia è sempre campione d’Italia e si è confermata dopo aver vinto la coppa Italia. Competitiva Sassari, bene Brescia e la Fortitudo che ad Aradori ha aggiunto Banks, mvp dell’ultima stagione. Spero in un finale positivo a Roma, anzi sono fiducioso in un colpo di coda. E mi auguro che ce la faccia anche Cremona: Aldo Vanoli è una persona super».
«Luis arricchisce, ha una grande umanità e poi è interista come me»