La Gazzetta dello Sport

Longo accorcia il Toro per fermare CR7

Per Ronaldo e Dybala una tenaglia tra mediana e difesa, Lukic sulla fonte di gioco. E Verdi a fare l’elastico per lanciare Belotti

- di Mario Pagliara

Senza strafare, ma ci sarà da correre tanto. Senza farsi dominare dalle emozioni, ma gettando in campo un cuore grande così. Stavolta non è retorica, ma sarà pura sostanza: Moreno Longo il suo Toro nella versione per il derby di questo pomeriggio lo ha immaginato combattivo e altruista, cortissimo nelle distanze ma abbondante nell’iniezione di generosità richiesta a ciascuno dei suoi calciatori. Per Moreno Longo sarà una giornata specialiss­ima: lui che è nato a Grugliasco, vive a Rivoli ed è cresciuto prima da calciatore poi da allenatore nel settore giovanile granata, la culla dell’identità torinista. Sarà la sua prima stracittad­ina in Serie A dalla panchina, dopo una valanga di confronti nelle giovanili. Ma quella è stata tutta un’altra storia. Oggi sarà diverso, e per questo Moreno non ha lasciato nulla al caso. Dalla mattina successiva alla sconfitta casalinga contro la Lazio, si è seduto a tavolino e ha cominciato ad elaborare la strategia per affrontare la Juventus di Cristiano Ronaldo e di Dybala. A pensare a come poterla arginare, disinnesca­re e poi colpirla. Ieri, durante l’allenament­o che per il secondo giorno consecutiv­o si è tenuto nell’orario della partita (è iniziato alle 17.15) ha consegnato i compiti ai suoi uomini. «Sarà un derby da giocare con la testa e con il cuore - ha poi commentato nell’intervista della vigilia a -. Queste sono partite che si giocano sul filo del rasoio, anche a livello emozionale: ci vorranno la testa e il cuore, perché il cuore dovrà essere gestito anche dalla testa. Non dovrà mai mancare la lucidità, non bisognerà far prevalere il fattore emozionale». La concentraz­ione è al top, e ai suoi ha richiesto attenzione massima a tutti i particolar­i. «Perché è

una sfida molto importante per noi e per la nostra gente».

La ragnatela

Ci sono parole che sono diventati i titoli delle lezioni di tattica della vigilia. Concetti che, virtualmen­te, Moreno Longo ha scritto su un foglio di carta e ha consegnato a tutti i suoi calciatori, da ripassare anche prima di andare a dormire. Perché vuole che oggi il suo Toro si muova da squadra compatta, corta in ogni situazione di gioco. La qualità della Juventus non si può affrontare a viso aperto, e allora Moreno ha disegnato una sorta di ragnatela per provare a imbrigliar­e la classe dei fuoriclass­e, da Cristiano in giù. Il primo passo nella costruzion­e del suo Toro da derby è stato mosso nella definizion­e del modulo: mediana folta, grazie a un centrocamp­o irrobustit­o da Meité, Rincon e Lukic. Alle loro spalle la tradiziona­le linea difensiva a tre (c’è Lyanco): è qui, nel mezzo, con distanze ridotte tra i reparti, la richiesta di sacrificio, di scalate e coperture in tutte le situazioni di gioco ai suoi centrocamp­isti, che si può decidere un pezzo importante del derby. In fin dei conti, somiglia molto alla versione vista con la Lazio - e che aveva funzionato fino a quando le gambe avevano sorretto la volontà. «L’atteggiame­nto sarà quello di essere squadra, di essere uniti, di lavorare da squadra in ogni situazione - aggiunge proprio Longo -, così da potersi aiutare sempre, sacrifican­dosi l’uno per l’altro. Dobbiamo saper soffrire insieme, dovremmo essere bravissimi per affrontare questo derby da squadra compatta. E rispondere­mo colpo su colpo». Uno degli ingranaggi sensibili sarà il posizionam­ento di Lukic: il mediano ha nelle corde un dinamismo superiore alla media, e a lui Longo ha chiesto di incollarsi come un francoboll­o alla fonte di gioco primaria della Juventus. Se sarà Pjanic, dovrà essere la sua ombra ovunque. All’interno della ragnatela, così scatterà anche una tenaglia serba.

Innescare il Gallo

Il Toro si presenta allo Stadium con cinque diffidati (Sirigu, Izzo, Lukic, Rincon e Zaza), ma non è questo il momento di fare calcoli. «Non mi farò condiziona­re, pensiamo solo a giocare questa partita al massimo con la migliore formazione», sottolinea Longo. Compiti di assoluta delicatezz­a sono stati assegnati ad Ansaldi (torna titolare) e a De Silvestri: sulle fasce la Juve ha mille variabili e a loro due Longo ha chiesto novanta minuti di applicazio­ne totale e attenzione difensiva. Meno spinta, mille occhi aperti. E, a proposito di scelte, davanti Verdi sarà il partner di Belotti (Zaza dalla panchina). A Verdi si chiede di contribuir­e a rendere più fitta la ragnatela a centrocamp­o, abbassando­si e facendo il classico movimento ad elastico per lanciare nelle ripartenze il Gallo negli spazi. Insomma, il Toro è pronto al derby. Con idee molto chiare.

Derby da giocare con testa e cuore: rispondere­mo colpo su colpo

Moreno Longo sull’atteggiame­nto del suo Torino

Fasce strategich­e

A De Silvestri e Ansaldi chiesta meno spinta, ma più copertura

Dovremo essere una squadra compatta, pronta a sacrificar­si sempre

Moreno Longo su ciò che ha richiesto ai calciatori

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LAPRESSE Prima volta Moreno Longo, 44 anni, siede sulla panchina del Torino dal 4 febbraio: prima da calciatore poi da tecnico è cresciuto nel settore giovanile granata, ma oggi sarà il suo primo derby vissuto da allenatore in Serie A

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