STAFFETTA CON REBIC? IL MILAN DECIDE OGGI E DIETRO DI LUI SPAZIO PER TANTI
Contro la Lazio, da Saelemaekers a Bonaventura in cinque per tre posti. Zlatan dall’inizio può servire a indirizzare una gara vitale per l’Europa rossonera
Mettiamola così: nel Milan di questi tempi, che pare tanto derelitto e rassegnato a un ruolo minore, ci sono varie combinazioni possibili in attacco, e c’è un allenatore che non vuole saperne di andarsene con messaggi svogliati. Quello di Stefano Pioli sarà pure un lungo addio, ma non sarà un saluto senza energia. Sia il tecnico che Zlatan Ibrahimovic vogliono chiudere nel modo migliore e il modo migliore è cominciare anche con la formazione più forte possibile contro una Lazio in difficoltà a causa delle assenze in attacco. Lazio in difficoltà, però sempre molto più avanti in classifica, in linea teorica ancora in corsa per lo scudetto, mentre i rossoneri possono al massimo rincorrere un piazzamento in Europa League: impresa che passa da partite complicate, questa sera la Lazio, poi Juventus e Napoli.
Perché no
E Zlatan come sta? Molto passa da lui, dal totem infortunato che ha saputo rialzarsi in fretta, dai suoi polpacci enormi e delicati in questo momento. Pioli conserva il dubbio, ma la sensazione è che lo svedese scenderà in campo dal primo minuto, anche per mettere subito pressione alla Lazio. Poi ci sono le combinazioni nel trio di giocatori che dovrebbero innescarlo: l’eterno Calhanoglu, Saelemaekers che è piaciuto a Ferrara, Rafael Leao autore di gol e non soltanto, Bonaventura esperto e affidabile, Paquetà che forse ha trovato la sua dimensione... Tre giocheranno subito, gli altri a partita in corso. I cambi in più avvantaggiano gli allenatori abili nelle letture tattiche. Fra Simone Inzaghi e Stefano Pioli sarà una bella battaglia, da giocare dribblando assenze e condizioni fisiche precarie. Però i due sono molto preparati. Magari non sarà una partita con tanti gol, però neppure un catenaccio a due piazze.
Dubbi
Il problema principale per Pioli è decidere se partire con Ibrahimovic o andare ancora con Rebic e inserire il fuoriclasse svedese a gara in corso.
Il cammino di Zlatan è pronto verso Milan-Juve, però è anche vero che la gara con i campioni d’Italia avrebbe meno senso dopo una sconfitta all’Olimpico. Il Milan ha bisogno di vincere sempre, di spingere sull’acceleratore per conquistare un posto il più comodo possibile in Europa. Quindi schierare subito la formazione migliore ha un senso. Considerando la stanchezza evidente di Ante Rebic, che è generosissimo, è ripartito con il piede piantato sull’acceleratore per cercare di supplire all’assenza di Ibrahimovic, ma adesso è visibilmente stanco. E’ uscito prima a Ferrara, potrebbe cominciare in panchina all’Olimpico: questo non significa niente, perché il futuro del Milan è suo. Però c’è un’Europa, anche se minore, da conquistare e Ibrahimovic non è il tipo che
Rebus Pioli si riserva di decidere oggi Lo svedese favorito su Rebic
Qualità Dietro al totem, tanti sono pronti e per il belga c’è una conferma
gradisce rimanere alla finestra. A meno che la sua muscolatura non si dichiari k.o.
Diluvio e riflessioni
Allenamento nel tardo pomeriggio, diluvio che lo ha complicato, cena e poi una notte per decidere. Il Milan è partito oggi per Roma, in questo calcio post-Covid accorciare le trasferte, soprattutto con le partite a tarda ora, è la regola. Con Castillejo fuori dai giochi per almeno due settimane (lesione di basso grado del bicipite femorale destro, contro fra sette giorni, ma nella stagione non restano più molte partite da giocare), la situazione dietro al centravanti o falso nove che sia è fluida. Ed è fluida anche lì, perché saranno Pioli e Ibrahimovic a decidere all’ultimo momento l’entrata in scena dello svedese. «Zlatan cresce, con la Lazio giocherà di più. La classifica è corta, ma ci serve più cinismo», ha detto il tecnico rossonero. E chi più di Zlatan può assicurarne la necessaria quantità? «La squadra ha la giusta mentalità per provare a comandare la partita a Roma. La Lazio però resta completa e forte, anche con le squalifiche di Caicedo e Immobile che tolgono a Inzaghi due giocatori importanti». Tradotto, ora o mai più. Perché le sirene tedesche suonano sempre più forte, soprattutto perché il finale di stagione si avvicina. E nessuno a Milanello vuole chiudere con tanti rimpianti. Meno che mai il tecnico e il totem tornato dalla California per chiudere a modo suo.