La Gazzetta dello Sport

Luis Alberto-Calha gli irrinuncia­bili La sfida fantasia passa dai numeri 10

Lazio e Milan con problemi in attacco: le chiavi del match affidate alla vena dei trequartis­ti

- di Marco Pasotto

Sono quelli che devono danzare. Fra le linee. Col pallone tra i piedi. Nella ricerca costante di quelle porte nascoste che permettono di infilarsi a sorpresa in casa d’altri. Luis Alberto e Hakan Calhanoglu sono quei danzatori, chiamati a muoversi là dove un’intuizione o una giocata possono fare la differenza. Lo esigono i loro piedi educati e lo esige soprattutt­o il numero 10 che portano sulle spalle. Stasera da loro ci si attende un’interpreta­zione ancora più determinan­te, perché gli attacchi delle loro squadre sono alle prese con diversi problemi: alla Lazio mancano Immobile e Caicedo, al Milan mancano i minuti nelle gambe di Ibra e Rebic. E allora sarà decisiva la loro abilità negli inseriment­i e nel curare i movimenti dei compagni, servendoli nel modo migliore. La sfida della fantasia.

Dolci ricordi

Luis Alberto, in particolar­e, questa sera sarà un uomo felice perché torna sulle zolle più amate, quelle della trequarti. Nel 3-5-1-1 di Inzaghi sarà il giocatore alle spalle di Correa, chiamato a fare da raccordo tra attacco e mediana. Quella mediana in cui è stato collocato per ragion di Stato e che ci ha messo un po’ a metabolizz­are. I giocatori intelligen­ti, però, sanno andare oltre e lui l’ha fatto, calandosi nel ruolo. Lo spagnolo sta disputando un’ottima stagione, certificat­a dai quattordic­i assist che lo mettono in cima alla classifica dei suggeritor­i di tutta la A. Uno degli irrinuncia­bili per Inzaghi, che infatti in campionato lo ha schierato sempre titolare senza fargli saltare nemmeno una partita. L’unica assenza è stata contro il Brescia per squalifica e alla ripresa dei lavori dopo la fine del lockdown il problema non si è nemmeno posto: Luis è stato fra i giocatori che hanno reagito meglio alle difficoltà atletiche. Il Milan, tra l’altro, gli evoca pensieri dolci: l’esordio in Serie A – settembre 2016 – infatti è stato proprio contro il Diavolo, e quest’anno il gol vittoria di Correa nella partita di andata a San Siro è nato da un suo assist al compagno che dovrà assistere anche stasera.

Punto fermo

Anche Calhanoglu ha già castigato la Lazio, ma con un’altra maglia. Quella del Leverkusen, che nell’agosto 2015 eliminò i biancocele­sti ai playoff di Champions: nel 3-0 della sfida di ritorno c’era anche il turco fra i marcatori. Indovinate chi sedeva sulla panchina della Lazio? Ma certo, Stefano Pioli. Che evidenteme­nte non è personaggi­o rancoroso. Qualche giorno fa ha detto: «Calhanoglu può diventare un top, non solo un ottimo giocatore. E’ un leader sia tecnico che morale». Al di là della portata (notevole) dell’investitur­a, è qualcosa che non stupisce più di tanto. Perché Hakan, in un modo o nell’altro, è sempre riuscito a fare breccia nei cuori dei suoi tecnici. Magari ha vissuto qualche periodo in cui si è ritrovato un po’ sperso – più che altro per vicende familiari –, ma in generale è sempre stato un punto fermo. In questa stagione è il quarto della rosa per minutaggio e, come tanti tecnici, anche Pioli ne ha sfruttato l’elasticità tattica: esterno alto nel 4-3-3, trequartis­ta centrale e ora sul centrosini­stra. Hakan in questo momento ha gamba e testa giuste. E’ l’ora di danzare.

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LAPRESSE Spagnolo Luis Alberto, 27 anni, alla Lazio dal 2016-17
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GETTY Turco Hakan Calhanoglu, 26 anni, al Milan dalla stagione 2017-18

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