Us Open, la quarantena Ue diventa un ostacolo Djokovic è convinto che se a Madrid e Roma ci vorrà l’isolamento per il ritorno in Europa, sarà difficile andare a New York
Una sorta di prova in tono minore, mentre i numeri della pandemia negli Stati Uniti continuano a fare paura. Ieri ad Atlanta è scattata l’AllAmerican Team Cup, un minitorneo di tre giorni riservato ai primi otto giocacentinaio): tori statunitensi nella classifica Atp. La novità più rilevante, però, riguarda la presenza dei tifosi e quindi l’evento è monitorato con attenzione in ottica Us Open. A seguire le partite di Isner, Querrey, Tiafoe, Sandgren, Paul, Fritz, Johnson e Opelka avrà accesso un numero limitato di tifosi (qualche tutti saranno tenuti a compilare un questionario sullo stato di salute e a farsi misurare la temperatura corporea. I posti saranno distanziati di due metri ma non sarà obbligatorio indossare mascherine. Tra le altre misure di sicurezza ci sarà il divieto di utilizzare denaro in contanti per comprare cibo e bevande. Insomma, regole stringenti, ma nonostante il possibile riverbero sugli Us Open, lo Slam newyorkese rimane sempre al centro della tempesta. Secondo il quotidiano spagnolo Mar
Djokovic sarebbe tornato all’attacco, manifestando ai colleghi le perplessità legate alla quarantena da fare una volta tornati in Europa (con Madrid e Roma programmati per le due settimane successive). In veste di presidente dei giocatori, poi, ha assicurato che se i tornei americani venissero cancellati, chiederà il rimborso totale delle spese già sostenute da tutti.