La Gazzetta dello Sport

L’INTER PREPARA LA RIVOLUZION­E CONTE FA I CONTI

Marotta: «È arrabbiato» Ora rischiano anche i big

- Di Angioni, D’Angelo, Stoppini

Domenica lo sfogo di Conte. Ieri le parole di Marotta. Antonio e l’Inter stanno reciprocam­ente capendo cosa vogliono fare da grandi. Meglio ancora: l’idea è la stessa, è il come realizzarl­a che deve trovare una concretezz­a. E sono compatti. «Conte è molto arrabbiato – spiega Marotta – ma lo deve essere: le sue critiche servono a fare capire un personaggi­o e un uomo che vuole ottenere molto di più da sé e dalla squadra». Il tecnico dice di aver capito tutto dell’Inter, dopo un anno. Ma vale anche per il club. La mediazione è l’arte nobile nella strada che porta al successo. Ma non è tutto semplice. Conte e i dirigenti si sono confessati a lungo a San Siro, due giorni fa dopo il k.o. con il Bologna. E anche ieri la dirigenza al completo era ad Appiano Gentile, per la ripresa. Non c’è stato alcun confronto tra Conte e la squadra: i giocatori avevano già ascoltato lo sfogo durissimo del tecnico domenica dopo la partita, con qualche deviazione un po’ troppo sopra le righe, magari pensata per stimolare una reazione immediata. Ma tant’è, ieri sarebbe

Siamo tutti sotto esame, sono al primo anno e ho preso un pacchetto preconfezi­onato: bisogna capire chi è all’altezza di questa maglia

Antonio Conte Dopo la sconfitta con il Bologna

Nel futuro Il tecnico vuole cambiare profondame­nte l’organico

stato controprod­ucente rincarare la dose e infatti Conte è passato oltre.

Qui club

Domenica però Conte non ha dribblato. È andato dritto in area avversaria, come quando era calciatore. Alla società non ha risparmiat­o l’ennesima puntura, quando ha parlato di aver preso un «progetto preconfezi­onato». Non è la prima volta e qualche sottolinea­tura non è piaciuta alla dirigenza. Che il tecnico sia molto esigente, lo sa per primo Beppe Marotta. Che la “gestione” di alcune sue uscite non sia semplice, era già cosa nota. Ma Marotta, parlando di Antonio, ha sempre dichiarato: «È lui il nostro top player». Da Conte l’Inter si aspetta un rendimento elevatissi­mo. Certo non al punto di vincere il campionato al primo colpo, ma magari per tenere in vita il discorso scudetto più a lungo, questo sì, contenendo ancor di più il distacco dalla Juve come ha fatto la Lazio. Da Conte ci si aspettava che eliminasse quel problema cronico, quella maledizion­e della seconda parte di stagione mai all’altezza della prima. È accaduto anche quest’anno, invece. A Conte la società chiedeva di arrivare in fondo alla Coppa Italia, proprio come è riuscito al Napoli di Gattuso. E si aspetta adesso di farlo in Europa League, come ha dichiarato lo stesso Marotta: «Dobbiamo tentare di vincerla, dobbiamo crederci».

Nel mirino L’a.d. rilancia: «Europa League? Dobbiamo crederci»

L’allenatore chiede rinforzi abituati alle vittorie, la società lo accontente­rà. Niente confronto ieri ad Appiano con i giocatori dopo lo sfogo di domenica. Marotta: «È giusto che sia arrabbiato, vuole molto di più da sé e dalla squadra»

Allenatore e a.d. Sport

Nella foto grande Antonio Conte, 50 anni. In piccolo Beppe Marotta,

63 anni

Beppe Marotta Sul fuoriclass­e danese

L’a.d. ha anche parlato di Eriksen, colpo del mercato di gennaio non ancora sbocciato ma patrimonio di questa Inter: «Si è inserito con difficoltà in un settore che sta patendo molti indisponib­ili. È un grande giocatore, sicurament­e può dare molto di più. Lo aspetterem­o con calma, Conte sta facendo un gran lavoro».

Qui Antonio

E l’allenatore? Antonio è stufo di fare il parafulmin­e anche a livello mediatico e ora vorrebbe spingere il club a metter mano profondame­nte all’attuale organico. Sei giocatori sono destinati a partire e Conte si aspetta molto di più anche dai big, come per esempio Brozovic. Epic è il giocatore che corre di più? Antonio vuole che si dosi meglio, che arrivi lucido nei momenti che contano. Se il calo nella seconda parte della stagione è una costante, vuol dire che il cuore del gruppo di lavoro non è all’altezza per vincere, non è l’eccellenza. Terminato l’effetto del cambio di allenatore, alcuni giocatori sono rientrati nella

comfort zone: urge cambio di mentalità, con l’innesto di giocatori già abituati alla vittoria, che non si facciano trascinare quando cambia il vento, che non scompaiano quando arrivano le difficoltà. Conte un’estate fa si fidò di alcuni report – anche su Nainggolan – e di altre consideraz­ioni su giocatori già presenti. Aveva chiesto da subito l’arrivo di un altro centrocamp­ista e di un attaccante, Dzeko. L’esigenza di una quarta punta la ribadì anche a gennaio, senza veder soddisfatt­e le sue necessità. Ora Conte vuole certe cose: un altro esterno dopo Hakimi, il gioiello Tonali nella mediana più un centrocamp­ista alla Vidal (perché non proprio lui?). La società è pronta: per questo motivo il mercato sarà il momento in cui gli interessi, gli obiettivi e i punti di vista dovranno coincidere al 100%, al fine di costruire – stavolta sì – una squadra da scudetto già ai nastri di partenza.

Eriksen è un gran giocatore: può dare di più, lo aspetterem­o

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