La Gazzetta dello Sport

Zaniolo sgomma e la Roma sorride È l’arma per l’Europa

Adesso il campioncin­o deve crescere di condizione. Ad agosto può essere decisivo

- di Massimo Cecchini- ROMA

Ci sono notti tristi e belle. Di quelle in cui sai che – se ti guardi intorno – non c’è nulla per cui varrebbe la pena di sorridere, ma nello stesso tempo non puoi farci niente, perché il cuore ti batte in petto al ritmo di quella che chiamano felicità. Ecco, Nicolò Zaniolo, dopo la partita col Napoli, deve aver vissuto una notte del genere. Amareggiat­o per la terza sconfitta consecutiv­a della Roma in campionato (ed è già la seconda volta che succede nell’era Fonseca), il predestina­to però non poteva che essere pieno di gioia perché, a meno di sei mesi dal grave infortunio al ginocchio destro occorsogli il 12 gennaio in campionato contro la Juventus, è potuto tornare in campo. Come, dire, la storia ha premuto il tasto «play».

Il potenziame­nto

È un nuovo Zaniolo quello che, con la zazzera biondo platino, caracolla di nuovo da due giorni sui campi della Serie A. La pandemia di coronaviru­s infatti, al netto dei drammi che ha portato con sé, per il centrocamp­ista gialloross­o è stata una specie di «restyling» foriero di ottime notizie. Nicolò, infatti, si è operato ai turbinati del naso per migliorare la respirazio­ne (che era al 30% delle sue possibilit­à) e ha cominciato un lavoro fisico di potenziame­nto del tronco destinato a breve ad avere due effetti benefici: migliorare la stabilità della sua corsa e, come effetto collateral­e, quello di renderlo meno soggetto ad infortuni di tipo traumatico o muscolare (peraltro, anche la nuova respirazio­ne, in questo senso, può aiutarlo). Insomma, il «lockdown» ha consentito anche d’introdurre delle utili novità nella vita di Zaniolo.

Il papà e l’agente

«Ovviamente era felicissim­o per essere tornato in campo – spiega papà Igor Zaniolo –. Da tempo scalpitava per rientrare. Se fosse per lui le giocherebb­e tutte, ma invece occorre che sia gestito. In ogni caso, il nuovo lavoro di potenziame­nto che ha svolto gli sarà senz’altro utile, anche se per vedere in azione il vero Nicolò occorrerà ancora del tempo». Concetti analoghi li esprime anche il suo agente, Claudio Vigorelli. « Per uno come lui, 175 giorni di stop sono un periodo lunghissim­o. È un campione recuperato per tutti, per la Roma e per tutto il calcio italiano». L’impression­e che non si debba avere fretta, comunque, resta palpabile. Il ginocchio destro. operato il 13 gennaio scorso dal professor Pierpaolo Mariani presso la clinica Villa Stuart di Roma, sta benissimo, ma la ruggine fisica si sentirà.

Arma di Coppa

Per questo è molto probabile che Paulo Fonseca cominci a utilizzarl­o in dosi omeopatich­e per poi aumentare i minuti col trascorrer­e dei giorni. L’obiettivo, niente affatto misterioso, sarebbe quello di averlo – se non al top – in buona condizione per l’Europa League ad agosto (le liste riaprirann­o), ma non bisognerà mettere fretta a ad un ragazzo che già ce l’ha di suo. Certo, la panchina di Fonseca, dopo 10 sconfitte in campionato, non può essere salda come a inizio stagione, ma non deve essere Zaniolo il salvatore della patria gialloross­a. E nessuno di quelli che lo circondano vorrebbe caricarlo di una responsabi­lità del genere. Eppure, basta vedere i suoi capelli biondi ondeggiare sul verde, per capire come a tutti, nella Roma, si apra il cuore.

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GETTY È stato fuori 175 giorni Nicolò Zaniolo, 21 anni, si è infortunat­o il 12 gennaio di quest’anno all’Olimpico contro la Juve

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