Monopattino, gag e 3.300 euro al mese Bologna pazza di lui
In 4 anni, da zero a re di San Siro Ama la Premier, il club lo blinda
La faccia tosta - e la brillantezza caratteriale - furono evidenti in una amichevole estiva giocata in trasferta, ed esattamente in Austria. Sinisa guardava da remoto - storia di un anno fa - e il piccolo Musa (quello grande doveva ancora arrivare) fece un’entrata su un giocatore dello Schalke04 su recupero palla al minuto 80. Come garba a Miha. Il lungagnone teutonico si alzò e cominciò a scattare rabbioso verso Musa: che alzò il mento, pur concedendo un gap di statura e di età notevoli. Come finì? Che si difese e poi venne protetto da Miro Tanjga, sequoia umana e vice di Mihajlovic. Per dire: zero paura e zero... calcare a intorpidire i freschi meccanismi di crescita sfacciata.
Cambiare la mia vita
Appena entrato in campo a San Siro (20’ s.t.) Juwara ha scatenato la tempesta perfetta: gol, espulsione procurata, collaborazione nell’1-2. «A Day to remember» scrive sui social. Deve ancora prendere la patente, si fa scarrozzare da Barrow col quale vive buona parte della sua giornata e quando gli orari non coincidono si presenta al campo in monopattino. Juwa ama stare con i più grandi: si sente accettato perché ha arguzia ed è un baby adulto. Preso dal Chievo a parametro zero, aggregato alla Primavera, poco alla volta ha incantato Mihajlovic per la tenacia, il sinistro, «il casino che fa in campo» e quella attitudine ad essere più grande dell’età che ha, nel senso che quel viaggio (dopo attraversamento del Sahara) sul barcone dalla Libia - che lo vide approdare nel 2016 a Messina - fu organizzato dal nonno ma lo fece da solo, roba che ti spara nell’iperspazio del mondo adulto anche se non vuoi. «No parents» scrisse sul modulo della Croce Rossa quando arrivò in Sicilia: aveva il nulla e oggi si è preso San Siro. Esattamente, fra l’altro, un anno dopo l’ufficialità d’acquisto del Bologna datata 5 luglio 2019. Il suo post-sbarco è stata una salita resa falsopiano dall’aiuto di Francesco Grillo e della famiglia Pastorello che gli hanno fatto digerire i no di Inter e Juve. «Sono venuto dal Gambia per aiutare la famiglia e cambiare la mia vita». Sterzata.
Ritocco e tormentone
Musa guadagna 3.300 euro al mese, ovviamente non ha partecipato (per volontà del club) al taglio mensile degli stipendi durante il lockdown: compenso annuale, 40.000 euro. Il suo contratto va fino al 2023 e qualcosa di altro uscirà dal cilindro di Saputo. Un ritocco dell’ingaggio per esempio, ma non adesso: a fine stagione. Il Bologna lo blinderà. Sveglio, sveglissimo, sfrontato, Musa dopo il gol a San Siro aveva ovviamente gli occhi lucidi nello spogliatoio: «un giorno indimenticabile». Un’estate fa, come succede a tutti appena arrivano in una squadra nuova, si mise in piedi sul tavolo delle colazioni nel ritiro e cantò il tormentone in cui lui dava ritmo e ritornello: «2 plus 2» e i compagni dovevano urlare «Four» e poi altro ancora fino a un «Titatata Tatatata». Robe incomprensibili ma che fecero sbellicare tutti e divennero gag.
Abbraccio e Premier
Musa ha sempre vissuto in appartamento fino a quando è esploso il lockdown: ora si divide fra hotel, un altro appartamento che gli metterà a disposizione il club e casa-Barrow. Musa-piccolo ama tutto ciò che è elettronica, assieme a Musagrande gioca alla playstation fino quasi a fonderla. Squadra preferita, il Chelsea perché ci giocava il suo idolo («Assieme a Barrow») Eden Hazard. In tv studia la Premier come fosse algebra. Ieri il suo profilo instagram presentava una quantità monumentale di complimenti arrivati da ogni dove con allegati-video, del gol e dell’espulsione procurata. Una delle scene più belle prima del lockdown ritrae Miha che lo “stritola” come succede a un figlio. La stranezza è che in quel periodo a Miha veniva richiesto di non abbandonarsi ad abbracci: licenza sinisiana, un rapido blitz. Fra mancini ci si intende. «Sono contento per lui perché è un bravo ragazzo». Frase che vale: Sinisa non regala nulla.
I miei idoli sono due: uno è Eden Hazard, l’altro il mio compagno e amico Musa Barrow
I giocatori sono stati bravi: sono contento per Juwara, È davvero un bravo ragazzo