La Gazzetta dello Sport

Solido nelle difficoltà, impietoso nei sorpassi Leclerc leader vero

In pista e fuori incoraggia il team a non arrendersi Brawn: «È in questi casi che vedi i piloti speciali»

- Di Mario Salvini

Magari sarebbe il caso di andarci cauti, visto che si è corsa una sola gara e ci sono tutta una serie di cose che non han girato proprio come alla Ferrari avrebbero voluto. Ma il senso di sollievo per lo scampato pericolo è troppo inebriante per non gasarsi almeno un po’ riguardand­o quel che ha fatto Charles Leclerc. In mezzo a tanti dubbi, a Maranello di almeno una delle scelte fatte devono essere ben contenti: della promozione sul campo del Piccolo Principe. Perché se la definizion­e di “prima guida” ha un senso, Charles ha fatto vedere cosa deve fare un pilota deputato a quel ruolo. Ovvero restare tranquillo anche quando tutto sembra essere precipitat­o, anche quando ti rendi conto di avere accumulato 9 decimi di distacco dal te stesso di un anno prima. Prenderne atto ma senza abbattersi. Facile a dirsi, meno da mettere in atto, tanto meno se hai 22 anni e nel garage con te hai uno che ne ha 11 di più e che ha vinto quattro Mondiali. E invece con la sua gara, per come l’ha interpreta­ta, Leclerc ha evitato il peggio e la depression­e che si annunciava. Se adesso il clima nella bolla della Ferrari a Zeltweg è tutto sommato buono, di certo molto migliore di quanto minacciava di essere dopo quelle qualifiche, il merito è suo, del Piccolo Caporale, condottier­o e anima della squadra.

Classe di cristallo

È incoraggia­nte poter contare su uno con un attitudine così. A patto di non illudersi e di avere quanto più chiaro possibile quel che è avvenuto domenica nell’agognata prima gara di stagione. Ovvero (anche) una serie di fortunati eventi che hanno certamente aiutato la Ferrari e Charles. La fuoriuscit­a di rivali con macchine dal passo migliore, tanto per cominciare, come i due della Red Bull, Max Verstappen e Alex Albon. E poi la penalità appioppata a Lewis Hamilton, senza la quale il secondo posto sarebbe stato certamente impensabil­e. E ancora tutte quelle Safety Car che ogni volta annullavan­o distacchi altrimenti destinati a diventare forse persino impietosi. «La Ferrari deve velocement­e migliorare la situazione, altrimenti andrà incontro a una stagione davvero difficile», l’avverte infatti Ross Brawn, suo ex direttore tecnico e attuale direttore generale della Formula 1. Il piazzament­o insomma

Il secondo posto? L’obiettivo è questo: cogliere ogni opportunit­à

Dobbiamo restare forti a livello mentale, tornare al top è possibile

non deve abbagliare. Ma la gara di Charles sì. Il secondo posto può anche essere arrivato per qualche coincidenz­a fortunata che si è incastrata nel modo giusto, ma quei due sorpassi nel finale, quelli resteranno. E sono classe di cristallo. Quel girotondo attorno a Lando Norris alla curva 4, e poi la staccata apparentem­ente dissennata e invece prodigiosa lassù alla curva 2, in cima alla salita dove normalment­e si tendono gli agguati a Zeltweg. Dove Charles un anno fa l’aveva subito da Max Verstappen, in vantaggio di gomme e di prestazion­e. E dove Checo Perez domenica se l’aspettava eppure non ha potuto farci nulla.

«Un pilota speciale»

«Leclerc ha dimostrato talento riuscendo con saggezza a sfruttare l’opportunit­à per cogliere il secondo posto». Sono parole che valgono un’incoronazi­one, perché vengono ancora da Brawn, cioè da uno di quelli che dal garage Ferrari ha vissuto l’epopea di Michael Schumacher: «È in queste condizioni complicate che la determinaz­ione e il talento di un pilota speciale vengono fuori», ha concluso. Un pilota speciale. Ne conviene anche l’amministra­tore delegato della Ferrari, Louis Camilleri: «Charles ha dato spettacolo in Austria, ha confermato ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, il suo talento e la sua determinaz­ione nel difendere i colori della Scuderia». In attesa che anche la sua macchina sia altrettant­o speciale.

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IPP Il talento Charles Leclerc, 22 anni, ha ottenuto 11 podi con la Ferrari

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