Thiem «CHE PAURA A BELGRADO ADESSO IL MIO TORNEO E IMPARERÒ A BALLARE»
Evitato il contagio all’Adria Tour da Djokovic, da oggi è la star a Kitzbuehel: «Con Berrettini sarà spettacolo»
Basso profilo, senza fare troppo rumore è arrivato fin lassù, al terzo posto del mondo dietro a Djokovic e Nadal. E davanti a Federer. Dominic Thiem è fatto così, molto lavoro e poche parole. Nadal (in attesa di mollare lo scettro) lo ha incoronato suo erede per l’impero della terra rossa, e questo 2020 avrebbe dovuto essere l’anno della consacrazione. Magari di uno Slam. Il coronavirus, però, si è messo di traverso obbligando il mondo a fermarsi. Per Dominic lo stacanovista non è rimasto altro che buttarsi sulle esibizioni. A partire dall’Adria Tour di Belgrado, dove si è trovato nella bufera dei contagi, passando per le Uts di Mouratoglou. Per non farsi mancare nulla, ne ha organizzata una tutta sua, che parte oggi a Kitzbuehel, in Austria, e vede tra i protagonisti anche il nostro Matteo Berrettini. 3Dopo l’esperienza vissuta all’Adria Tour di Belgrado, con tanti contagiati compreso Djokovic, ci vuole coraggio a mettersi in gioco con un torneo aperto al pubblico. «Diciamo che a Belgrado ho imparato la lezione. A Kitzbuehel saranno ammesse 500 persone per ogni sessione di gioco. La sicurezza di tutti è la nostra priorità. Seguiremo tutte le regole e i protocolli in maniera molto stretta».
3 Fortunatamente in Serbia non ha contratto il virus, ma immaginiamo lo spavento che si sarà preso…
«Ammetto di essere rimasto scioccato quando ho saputo della positività di Dimitrov e degli altri colleghi contagiati dal Covid. Avrebbe potuto toccare a me. Ho fatto subito il tampone, visto che dovevo giocare alle Uts di Mouratoglou, poi ho continuato a sottopormi ai controlli. E sono sempre risultato negativo. Mi sono tranquillizzato e adesso faccio la massima attenzione. A Belgrado forse siamo stati tutti troppo ottimisti».
3 I magnifici 7 di Dominic Thiem: come le è venuta questa idea?
«Mi sembrava divertente come titolo, sa di avventura. Con me siamo 8 e giocheremo con una formula come quella delle Atp Finals, divisi in due gruppi».
3Tra i suoi Magnifici c’è anche Matteo Berrettini.
«Ho pensato subito a lui quando ho iniziato a organizzare il torneo. Matteo è un tipo fantastico, uno dei tennisti europei più interessanti. Gioca a grande velocità e la gente si appassiona a vederlo in campo. Con lui lo spettacolo è assicurato».
3Si può dire che siete amici? «È difficile coltivare vere amicizie sul circuito, ma posso dire che con Matteo c’è un bellissimo rapporto».
3Noi italiani abbiamo ottimi ricordi di Kitzbuehel, ma sono “invernali” e legati alle imprese azzurre sulla leggendaria Streif…
«Speriamo che questa settimana possiate gioire anche con Berrettini… Amici italiani, venite a vedere Matteo così scoprirete com’è bello questo posto an
che in estate. Non ve ne pentirete!». 3Insieme Matteo ha giocato nell’Ultimate Tennis Showdown di Mouratglou, a Nizza. Un formato molto particolare: porterebbe sul circuito qualcuna di queste innovazioni?
«È stata una sfida nuova, diversa, e tutti insieme ci siamo divertiti. Certo, era molto lontano da come siamo abituati a vivere il tennis. Personalmente non cambierei il nostro caro vecchio mondo, tutto è perfetto e deve rimanere così».
3Da quando lavora col cileno Nicolas Massu, oltre che essere cresciuto molto tennisticamente la vediamo anche più estroverso. Ha assorbito un po’ di spirito latino?
«Tra me e Nico si è sviluppato uno splendido rapporto. Lui è una persona molto allegra e un grande esperto di tennis. Grazie a lui il mio gioco è migliorato e io ho sviluppato nuove potenzialità, pur divertendomi a ogni allenamento. Sì, forse lavorare con lui mi ha reso più estroverso ma c’è ancora molto da fare. Ad esempio, dovrei migliorare come ballerino per essere un vero latino, ma sono un disastro». 3Lei è numero 3 del mondo. Il 2020 avrebbe dovuto essere il suo anno. Come si è sentito quando tutto si è fermato?
«È stato strano. Eravamo negli Stati Uniti e ci siamo lanciati sul primo volo per l’Europa, c’era il rischio di rimanere bloccati là. Nelle prime settimane di lockdown non riuscivo a fare nulla. Giocavo alla Playstation con gli amici, mi godevo la famiglia. Per fortuna abbiamo ripreso piano piano, e appena ho potuto ho partecipato alle esibizioni. Per noi è dura restare fermi, ma ora siamo quasi tornati alla normalità». 3 A questo proposito, lei ci sarà per la ripresa negli Usa? La situazione non sembra semplice. «Non lo è, e ci sono molte questioni in sospeso: da chi potrebbe viaggiare con me a come saranno le regole. Ma io voglio esserci. Voglio tornare a provare la carica che ti dà un match importante, l’adrenalina della vittoria. Adesso è tempo di ripartire».
Largo ai Magnifici 7.