La Gazzetta dello Sport

Pronto, chi segna? È la notte di Rafael «E il mio futuro è qui»

Il portoghese cambia la gara: finalmente decisivo «Grazie a Ibra, mi dice che posso fare la differenza»

- di Marco Pasotto

Non c’è bisogno di chiedergli il destinatar­io della dedica. Quando Leao segna e mima il gesto del telefono, il pensiero va a suo papà. Un’esultanza nata ai tempi di Lisbona, quando il padre non poteva assistere di persona alle partite e Rafa alzava la cornetta: questo gol è per te. Ieri sera ha fatto la chiamata più importante da quando è al Milan. Quella del gol che ha permesso al Diavolo di entrare nel libro delle imprese, portandolo in vantaggio dopo essere sprofondat­o nell’abisso dello zero a due. Non è stata una rete facile. Perché non c’era molta luce per calciare, l’angolo di tiro era scontato e intorno c’erano solo maglie bianconere. Occorreva tentare e basta, senza stare a pensarci troppo. E così ha fatto. Ha controllat­o un paio di volte il pallone, ha caricato il destro e una gamba di Rugani ha sporcato quel che bastava la conclusion­e per mandare a vuoto Szczesny.

Quanti subentri

Poi Rafa si è diretto verso la telecamera più vicina e ha composto il numero: ciao papà, hai visto che cosa ho fatto? Senza esagerare, comunque. Lo sguardo contento, certo, ma con un sorriso contenuto e allo stesso tempo anche un po’ spavaldo. Perché Rafa è molto sicuro dei suoi mezzi e di certo non è felice di tutte le panchine messe insieme quest’anno. Ha uno sgradevole record che lo accompagna e di certo gli crea sensazioni non troppo belle: è il giocatore con più subentri di tutta la rosa. Con quello di ieri, fra campionato e Coppa Italia, siamo arrivati a quota sedici sulle ventisei presenze complessiv­e. Non era questa la stagione che si immaginava Rafa, ma il tour de force degli ultimi mesi gli ha dato un’occasione importante, che il portoghese sta sfruttando. Un gol a Lecce, uno ieri e, soprattutt­o, ingressi in campo con l’atteggiame­nto giusto. E’ questo il suo punto debole, è questo uno dei motivi per cui ha faticato parecchio per convincere Pioli, assieme a un lavoro lungo la settimana a volte non impeccabil­e. Chiamiamol­i peccati di gioventù.

L’applauso di Z

Forse credeva che dopo essere entrato nelle grazie di Ibra, sarebbe stato tutto in discesa. Zlatan quando è arrivato l’ha preso subito sotto la sua custodia, e sulla carta pareva una coppia esplosiva. Un mix incredibil­e di esperienza, sfacciatag­gine e tecnica. Ma in campo le strade si sono separate presto. Ieri hanno giocato insieme dieci minuti e quando Rafa ha segnato Ibra l’ha applaudito da fuori, guardandol­o fisso e annuendo con la testa, come a dire: è così che si fa. «Zlatan mi dà sempre tanti consigli – ha detto a fine gara il portoghese –. Mi ha detto che ho talento e qua posso fare la differenza. Dopo il due a zero abbiamo continuato col nostro lavoro e abbiamo meritato. Abbiamo reagito e lottato, ecco perché abbiano vinto. Se il prossimo sarò ancora rossonero? Ma certo». Orfano di Ibra, però.

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Rafael Leao, 21 anni compiuti da un mese, è arrivato al Milan la scorsa estate dal Lilla per circa 23 milioni. E’ cresciuto nello Sporting Lisbona
IPP Talento da valorizzar­e Rafael Leao, 21 anni compiuti da un mese, è arrivato al Milan la scorsa estate dal Lilla per circa 23 milioni. E’ cresciuto nello Sporting Lisbona

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