Pronto, chi segna? È la notte di Rafael «E il mio futuro è qui»
Il portoghese cambia la gara: finalmente decisivo «Grazie a Ibra, mi dice che posso fare la differenza»
Non c’è bisogno di chiedergli il destinatario della dedica. Quando Leao segna e mima il gesto del telefono, il pensiero va a suo papà. Un’esultanza nata ai tempi di Lisbona, quando il padre non poteva assistere di persona alle partite e Rafa alzava la cornetta: questo gol è per te. Ieri sera ha fatto la chiamata più importante da quando è al Milan. Quella del gol che ha permesso al Diavolo di entrare nel libro delle imprese, portandolo in vantaggio dopo essere sprofondato nell’abisso dello zero a due. Non è stata una rete facile. Perché non c’era molta luce per calciare, l’angolo di tiro era scontato e intorno c’erano solo maglie bianconere. Occorreva tentare e basta, senza stare a pensarci troppo. E così ha fatto. Ha controllato un paio di volte il pallone, ha caricato il destro e una gamba di Rugani ha sporcato quel che bastava la conclusione per mandare a vuoto Szczesny.
Quanti subentri
Poi Rafa si è diretto verso la telecamera più vicina e ha composto il numero: ciao papà, hai visto che cosa ho fatto? Senza esagerare, comunque. Lo sguardo contento, certo, ma con un sorriso contenuto e allo stesso tempo anche un po’ spavaldo. Perché Rafa è molto sicuro dei suoi mezzi e di certo non è felice di tutte le panchine messe insieme quest’anno. Ha uno sgradevole record che lo accompagna e di certo gli crea sensazioni non troppo belle: è il giocatore con più subentri di tutta la rosa. Con quello di ieri, fra campionato e Coppa Italia, siamo arrivati a quota sedici sulle ventisei presenze complessive. Non era questa la stagione che si immaginava Rafa, ma il tour de force degli ultimi mesi gli ha dato un’occasione importante, che il portoghese sta sfruttando. Un gol a Lecce, uno ieri e, soprattutto, ingressi in campo con l’atteggiamento giusto. E’ questo il suo punto debole, è questo uno dei motivi per cui ha faticato parecchio per convincere Pioli, assieme a un lavoro lungo la settimana a volte non impeccabile. Chiamiamoli peccati di gioventù.
L’applauso di Z
Forse credeva che dopo essere entrato nelle grazie di Ibra, sarebbe stato tutto in discesa. Zlatan quando è arrivato l’ha preso subito sotto la sua custodia, e sulla carta pareva una coppia esplosiva. Un mix incredibile di esperienza, sfacciataggine e tecnica. Ma in campo le strade si sono separate presto. Ieri hanno giocato insieme dieci minuti e quando Rafa ha segnato Ibra l’ha applaudito da fuori, guardandolo fisso e annuendo con la testa, come a dire: è così che si fa. «Zlatan mi dà sempre tanti consigli – ha detto a fine gara il portoghese –. Mi ha detto che ho talento e qua posso fare la differenza. Dopo il due a zero abbiamo continuato col nostro lavoro e abbiamo meritato. Abbiamo reagito e lottato, ecco perché abbiano vinto. Se il prossimo sarò ancora rossonero? Ma certo». Orfano di Ibra, però.