Per l’Atalanta c’è il Psg Il calcio di provincia sfida Mbappé-Neymar Dopo arriva Simeone?
Investimenti, valore delle rose, ingaggi, gare in Champions, abitanti delle città: sembra una sfida impari, ma Leonardo è cauto...
a qualunque parte si guardi Psg-Atalanta, ti viene da pensare così: tanto a poco. Tanti soldi, anzitutto: ça va sans dire, come si dice a Parigi. Una rosa che vale più o meno tre volte l’altra in base alle fredde stime dei cartellini. Un attacco stellare anche ora che ha «perso» Cavani, e recita Di Maria, Icardi, Mbappé, Neymar, contro una difesa di onesti lottatori venuti dalla gavetta, che trasudano garra più che classe pura e però non sanno cosa voglia dire mollare un centimetro, quant’è vero che si chiamano Toloi, Palomino e Djimsiti. Un progetto faraonico, di quelli che affascinano gli emiri, e un solido disegno da imprenditori, di quelli che non cedono alla tentazione di investimenti sbilanciati, ovvero non attenti al bilancio. Tanti soldi di ingaggi, dunque, contro tetti di guadagni che rispettano storie personali e compattezza dello spogliatoio e poi semmai rimandano ai risultati, che sanno sempre solleticare la generosità della proprietà: 36 milioni di euro lordi all’anno Neymar, contro gli 1.8 (più bonus) degli attaccanti di Gasp, che percepiscono in un anno più o meno quanto prende Mbappé in un mese. E anche tante presenze in Champions a poche, ovvio: 746 quelle dei giocatori della rosa del Psg, 126 per quelli del gruppo Atalanta.
I proclami
Poi le città: Parigi la capitale, la metropoli, simbolo non nascosto né rinnegato di grandeur, più di due milioni di abitanti, quasi 11 in tutta l’agglomerazione parigina. E Bergamo l’umile ma orgogliosa, 120.000 abitanti in città, un milione e 200mila compresa la provincia, per popolazione la sesta più «piccola» (dopo Nicosia, Kaiserlautern, Villareal, Monaco e Auxerre) nella storia della Champions a provare - da lontano, purtroppo - l’ebbrezza dei quarti di Champions. E poi gli orizzonti, i proclami: il presidente del Psg Nasser Al-Khelaifi che minaccia il Barça di comprargli Messi pagando la clausola rescissoria e il presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi, che inizia ogni santa stagione dicendo: «Salviamoci».
Sarà memorabile
L’ha detto anche ieri, collegato in streaming con Nyon, e anche ieri ha parlato di Atalanta che in Europa è andata e continuerà ad andare a scuola, per imparare e migliorare. Ma lo diceva dietro un sorriso che raccontava orgoglio, e un po’ pure il pizzicorio rilassato che prende chi non ha nulla da perdere. Chi sente balenare all’improvviso l’idea di un dispetto, e fa di tutto per nasconderla: «Anche quest’anno ci siamo salvati: era l’obiettivo più importante, tutto quello che verrà in più sarà qualcosa di fenomenale. E memorabile, per la storia dell’Atalanta, sarà la partita con il Psg: comunque vada». E come potrebbe andare gliel’ha spiegato il suo allenatore: «L’altro giorno Gasperini mi ha detto che se avessimo preso il Psg ce la saremmo giocata».
Il sogno di Bergamo
Leonardo, d.s. Psg, lo sa, e sa che quando sfidava l’Atalanta da allenatore del Milan (2009-2010), e la batteva 3-1 a San Siro, era un’altra Atalanta. E questa sarà un’altra Champions: «E’ un format che dà a tutte una chance di prendersi la coppa». Ma se per il Psg è un obiettivo dichiarato, per l’Atalanta è solo un sogno. «Un sogno per la città di Bergamo», ha detto Percassi. E questo per l’Atalanta non è poco e neanche tanto: è tantissimo.
Gasperini mi aveva detto: se prendiamo il Psg ce la giochiamo