La Gazzetta dello Sport

Per l’Atalanta c’è il Psg Il calcio di provincia sfida Mbappé-Neymar Dopo arriva Simeone?

Investimen­ti, valore delle rose, ingaggi, gare in Champions, abitanti delle città: sembra una sfida impari, ma Leonardo è cauto...

- Di Andrea Elefante

a qualunque parte si guardi Psg-Atalanta, ti viene da pensare così: tanto a poco. Tanti soldi, anzitutto: ça va sans dire, come si dice a Parigi. Una rosa che vale più o meno tre volte l’altra in base alle fredde stime dei cartellini. Un attacco stellare anche ora che ha «perso» Cavani, e recita Di Maria, Icardi, Mbappé, Neymar, contro una difesa di onesti lottatori venuti dalla gavetta, che trasudano garra più che classe pura e però non sanno cosa voglia dire mollare un centimetro, quant’è vero che si chiamano Toloi, Palomino e Djimsiti. Un progetto faraonico, di quelli che affascinan­o gli emiri, e un solido disegno da imprendito­ri, di quelli che non cedono alla tentazione di investimen­ti sbilanciat­i, ovvero non attenti al bilancio. Tanti soldi di ingaggi, dunque, contro tetti di guadagni che rispettano storie personali e compattezz­a dello spogliatoi­o e poi semmai rimandano ai risultati, che sanno sempre solleticar­e la generosità della proprietà: 36 milioni di euro lordi all’anno Neymar, contro gli 1.8 (più bonus) degli attaccanti di Gasp, che percepisco­no in un anno più o meno quanto prende Mbappé in un mese. E anche tante presenze in Champions a poche, ovvio: 746 quelle dei giocatori della rosa del Psg, 126 per quelli del gruppo Atalanta.

I proclami

Poi le città: Parigi la capitale, la metropoli, simbolo non nascosto né rinnegato di grandeur, più di due milioni di abitanti, quasi 11 in tutta l’agglomeraz­ione parigina. E Bergamo l’umile ma orgogliosa, 120.000 abitanti in città, un milione e 200mila compresa la provincia, per popolazion­e la sesta più «piccola» (dopo Nicosia, Kaiserlaut­ern, Villareal, Monaco e Auxerre) nella storia della Champions a provare - da lontano, purtroppo - l’ebbrezza dei quarti di Champions. E poi gli orizzonti, i proclami: il presidente del Psg Nasser Al-Khelaifi che minaccia il Barça di comprargli Messi pagando la clausola rescissori­a e il presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi, che inizia ogni santa stagione dicendo: «Salviamoci».

Sarà memorabile

L’ha detto anche ieri, collegato in streaming con Nyon, e anche ieri ha parlato di Atalanta che in Europa è andata e continuerà ad andare a scuola, per imparare e migliorare. Ma lo diceva dietro un sorriso che raccontava orgoglio, e un po’ pure il pizzicorio rilassato che prende chi non ha nulla da perdere. Chi sente balenare all’improvviso l’idea di un dispetto, e fa di tutto per nasconderl­a: «Anche quest’anno ci siamo salvati: era l’obiettivo più importante, tutto quello che verrà in più sarà qualcosa di fenomenale. E memorabile, per la storia dell’Atalanta, sarà la partita con il Psg: comunque vada». E come potrebbe andare gliel’ha spiegato il suo allenatore: «L’altro giorno Gasperini mi ha detto che se avessimo preso il Psg ce la saremmo giocata».

Il sogno di Bergamo

Leonardo, d.s. Psg, lo sa, e sa che quando sfidava l’Atalanta da allenatore del Milan (2009-2010), e la batteva 3-1 a San Siro, era un’altra Atalanta. E questa sarà un’altra Champions: «E’ un format che dà a tutte una chance di prendersi la coppa». Ma se per il Psg è un obiettivo dichiarato, per l’Atalanta è solo un sogno. «Un sogno per la città di Bergamo», ha detto Percassi. E questo per l’Atalanta non è poco e neanche tanto: è tantissimo.

Gasperini mi aveva detto: se prendiamo il Psg ce la giochiamo

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