La Gazzetta dello Sport

«I rigori? Nettissimi... Solo in Italia i “mani” sono interpreta­ti così»

Il tecnico sceglie l’ironia: «Che facciamo, gli tagliamo le braccia? All’estero valutazion­i diverse»

- Di Francesco Fontana - MILANO

Imbattibil­e (lo dicono i risultati), ma soprattutt­o bella. E solo il peccato di qualche braccio largo (quelli di De Roon e Muriel) gli ha impedito di centrare la nona vittoria di fila in A: «I rigori? Nettissimi (detto ironicamen­te, ndr). Il regolament­o in Italia è questo, i giocatori dovrebbero tagliarsi le braccia. Di rigori così ne ho visti tanti. È una follia, interpreta­zione sbagliata: stop, fine». Gasperini, nel post-match, è un mix di rabbia e soddisfazi­one. Perché a Bergamo non conoscono più la sconfitta (quasi quasi neanche il pareggio) e per poco non è arrivato il colpaccio in casa dei più forti. In ogni caso, si continua a volare: 67 punti, a -1 dalla Lazio, a -9 dalla Juve. Roba (quasi) da scudetto, anche se il signore in panchina, dopo la Sampdoria, aveva parlato di un «discorso che avrebbe riguardato solo i bianconeri. E che l’obiettivo sarebbe stato finire tra le prime quattro». Ma seriamente, caro Gasp? Probabilme­nte la scaramanzi­a, a Zingonia, porta fortuna. Per questo, mister, non ha dato per scontato ciò che lo è da tempo (il pass per l’Europa che conta). La prudenza è il leitmotiv al quale patron Percassi si aggrappa da un po’, come se fosse la formula magica di una squadra unica: «Un po’ mi spiace - ancora Gian Piero -. C’erano le condizioni per vincere, in alcune gare gli episodi sono stati sfavorevol­i».

Questione di rivincita

A Torino Gasperini ha giocato l’ennesimo face to face senza paura, testando la sua macchina contro un avversario “da Champions”, provando a immaginare ciò che potrebbe succedere tra un mese, quando a Lisbona, il 12 agosto, la sua macchina da gol sfiderà il Psg. Tempo al tempo: intanto il tecnico se la ride e tenterà di lasciarsi alle spalle, oltre che la Lazio, l’Inter. Sarebbe un bis personale niente male, perché già nella scorsa stagione - chiudendo da terzo - fece meglio di chi non credette in lui (e si torna al 201112...). Forse (chissà) non l’ha fatto neanche la Juve: Giovanissi­mi, Allievi e Primavera, mai la chance della Prima Squadra. Ne sarebbe stato all’altezza? Qualcuno l’ha sottovalut­ato? Lui non l’ha mai pensata così, con l’Atalanta si sta prendendo ogni rivincita. E non è finita.

Moioli, episodio grave

Insomma, in questo periodo sembra tutto bellissimo. Peccato, tornando a ieri, solo per quanto accaduto nel pomeriggio e che ha riguardato Gasperini e, soprattutt­o, il team manager Mirco Moioli, protagonis­ta in negativo per una grave offesa nei confronti di un tifoso del Napoli, presente alla stazione di Treviglio (provincia di Bergamo) al momento della partenza della squadra per Torino: «Dopo dieci anni ve la giocherete o gliela regalate come al solito?», lo sfottò del napoletano. E se il Gasp, nel rispondere, si è limitato a un «fatti un giro», il dirigente ha decisament­e esagerato con un triste «terrone del c...», con tanto di bestemmia finale. Un’uscita infelice, che di certo non fa onore a una società seria come la Dea e che ha scatenato la più classica delle bufere-social. A questo punto si aspettano le scuse dello stesso Moioli, che dovrebbero arrivare nelle prossime ore. «Non mi sento minimament­e coinvolto, non è un problema mio e della società. Abbiamo invitato quel signore a Zingonia», dice il Gasp. Discorso chiuso? Lo speriamo. Molto meglio parlare di un’Atalanta che continua a stupire. Per farlo anche in futuro, sarà importante mantenere l’”ossatura” dei titolari: «Il mercato? Vogliamo crescere – ha spiegato il d.g. Umberto Marino -. E c’è pure la Champions...». Appunto: perché non continuare a sognare?

Davvero è una follia fischiare sempre questi rigori. Ne ho visti tanti quest’anno

C’erano le condizioni per vincere, peccato. Alcuni episodi sono stati sfavorevol­i

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