GATTUSO CON I BASSOTTI PIOLI CON IBRA & CO. NAPOLI-MILAN: SCINTILLE
La velocità dei folletti contro la potenza degli attaccanti rossoneri in una sfida che va oltre la lotta per il quinto posto
Difensivista a chi? Ecco, se c’è un termine che Rino Gattuso non sopporta è proprio questo. E le parole di stima di Hakan Calhanoglu per l’ex allenatore rischiano di caricare ulteriormente il Napoli: «Con Gattuso sono cresciuto, ma tatticamente non è come Pioli. È più difensivista». Al di là del passato, Gattuso sta plasmando una squadra capace di pressare più alto. E questo perché, sistemata la fase difensiva, si sta dedicando maggiormente a quella offensiva. Con un gruppo migliorato per compattezza e intesa. Ma è migliorato anche il Milan, che nel post-Covid quanto a punti raccolti in 5 giornate è secondo solo all’Atalanta. A proposito di gol, il trio Calhanoglu-Rebic-Ibrahimovic è a 20 reti, contro le 18 di Mertens-Callejon e Insigne. Numeri, segnali che si dissolvono quando la partita comincia. Ma che rendono questo primo incrocio di Gattuso con il suo amato ex club molto interessante.
Troppi sprechi
In questi ultimi giorni il tecnico del Napoli ha lavorato molto sulle conclusioni. Nove gol in 5 partite non sono pochissimi, ma lo diventano in rapporto alla mole di gioco espresso. Perché contro Spal, Roma e Genoa il risultato è rimasto in bilico per troppo tempo vista la superiorità dimostrata, che non si misura solo col possesso palla, ma con la capacità di dare verticalità alla propria azione e arrivare smarcati sui 20 metri avversari. Il Napoli lo fa, poi un po’ si inceppa. Stasera Gattuso chiede un segnale forte ai suoi attaccanti e non perché abbia vendette da consumare, perché il Milan è la sua storia e nessuno può intaccarla. Ma vuole continuità pensando alla
Champions e si affiderà alla classica Banda Bassotti.
Insigne maratoneta
Dunque con Callejon e Mertens, in gol mercoledì a Genova, ci sarà Lorenzo Insigne che è l’unica eccezione nelle rotazioni impostate dall’allenatore. Il capitano sarà l’unico azzurro sempre titolare sinora dalla ripresa, e domani sarà l’ottava partita in un mese esatto. La gamba di Lorenzinho “gira” benissimo - nei test sul recupero fisico è il migliore - ed essendo il Milan il suo bersaglio preferito (6 gol in 15 sfide) c’è da attendersi un Insigne ispirato. Interessanti gli scambi di ruolo con Mertens, vista l’intesa lunga sette anni con Dries e anche Callejon. Gattuso ha carte importanti da giocarsi dalla panchina, con un Milik motivato contro una possibile acquirente e un Lozano che con la sua velocità fa paura a qualsiasi difesa, nei finali a corto di fiato di questa strana stagione. Ma neppure Pioli se la passa male da questo punto di vista: Leao sembra uscito dal bozzolo e Bonaventura, prossimo all’addio, sta facendo di tutto per farsi rimpiangere prima ancora di essersene andato altrove.
Sprint rossonero
Il Milan sta bene, è quasi rigenerato dagli strani allenamenti
dei mesi passati in lockdown. Il solo Ibrahimovic ha potuto usufruire di una situazione particolare, quella della Svezia, che non ha applicato l’isolamento. Zlatan ha potuto allenarsi con l’Hammarby, il club nel quale pare destinato a chiudere una fantastica carriera, intanto porta in dote al Milan i suoi cinque gol, gli assist e l’intelligenza tattica con la quale apre tanti spazi ai compagni. Beneficiario numero uno Ante Rebic, che prima della sospensione del campionato non aveva mai segnato senza Ibrahimovic in campo. Poi ha imparato a fare anche questo, ed è diventato l’uomo capace di muoversi anche da prima punta e di dispensare in partita se necessario il cinismo sconosciuto a Rafael Leao. Il portoghese però si sta trasformando: da attaccante indefinito a arma fondamentale a partita iniziata. Ha fatto tesoro dei consigli di Ibra, ha perso l’atteggiamento svagato e ciondolante dei primi mesi della stagione. Il futuro è suo e se lo sta cucendo addosso. Quanto a Rino, anche lui si presenta in campo con un occhio sul futuro. Quello che si costruisce a Napoli giorno dopo giorno. Il Milan è stato un grande amore, il Napoli potrà diventare un’altra specie di amore. Da vivere sulla panchina.