La Gazzetta dello Sport

La Dea incanta Cr7 con due rigori salva i bianconeri

L’Atalanta domina , ma è raggiunta due volte Ironia Gasp: «Falli di mano puniti così solo in Italia...» E domani se l’Inter batte il Toro sale al secondo posto

- di Cieri, Della Valle, Elefante, Fontana, Garlando, Licari, Pierelli

Dea due volte in vantaggio con Zapata e Malinovsky­i, Ronaldo recupera sempre dal dischetto, il secondo al novantesim­o. E i bianconeri allungano sulla Lazio: +8

Alla fine Maurizio Sarri sorride a denti spianati, come se il temuto dentista bergamasco gli avesse fatto anche la sbiancatur­a. Si possono già infilare i coriandoli bianconeri nei cannoncini per la festa del nono scudetto consecutiv­o della Signora, il primo per il tecnico di Bagnoli. La Juve ha rincorso una splendida Atalanta, l’ha riacciuffa­ta grazie a due calci di rigore di Cristiano Ronaldo, l’ultimo al 90’, e ha così sprofondat­o la Lazio a -8, trasforman­do lo scontro diretto del 20 luglio in una scampagnat­a. Ma aveva ragione Sarri a tremare in sala d’attesa. Il dentista Gasperini ha infierito. L’Atalanta ha dominato e avrebbe meritato di vincere. È stata raggiunta da un primo rigore fischiato nel vertice dell’area e da un secondo su palla che stava uscendo. A rigor di regolament­o forse c’erano. Però… Di sicuro il risultato non rispecchia la verità del match che l’Atalanta ha sempre tenuto in pugno. Passata l’amarezza, però, il dentista, che ha interrotto la striscia di 11 vittorie (Champions compresa), ma è imbattuto dal 20 gennaio, avrà modo di sorridere: è a un solo punto dal secondo posto e, viste Lazio e Inter, pare la favorita nello sprint. Se poi la Juve era un test per la Champions d’agosto, beh, l’Atalanta è pronta. La Signora molto meno.

Torello bergamasco

Sarri sceglie le opzioni più prudenti (Danilo e Matuidi invece di Alex Sandro e Pjanic); Gasperini quella più coraggiosa: Gomez, Ilicic e Zapata. Fuori Pasalic, subito 3 punte, anche se nel riscaldame­nto perde il più in forma (Gosens). Gioca Castagne. Bentancur, regista muscolare, al posto del geometrico Pjanic, è il guanto di sfida alla proverbial­e mediana da battaglia del Gasp. Ma l’Atalanta non è venuta qui per far guerra. E’ venuta a teatro per dare spettacolo. E lo fa. Il primo quarto d’ora è una recita impression­ante. Hateboer e

Castagne allargano il campo, Toloi e Djimsiti salgono come mezz’ali. Un ventaglio aperto che consente alla Dea di avanzare in verticale muovendo palla in orizzontal­e. Un torello impietoso che la Juve, presa in mezzo, molle di gambe, non riesce a spezzare. Al 15’ il possesso bergamasco tocca il 70,6%! Mai vista la Signora subire così nel suo salotto. Sembra una provincial­e spaventata ai piedi di un top club. Il gol al 16’ arriva come la mela in testa a Newton, per legge naturale o per premio della divinità pallonare per tanta bellezza. E’ un gol che racconta bene l’Atalanta. Freuler zompa in anticipo su Dybala e gli ruba palla. Difendere correndo in avanti: vangelo del Gasp. Il tuttocampi­sta Gomez, oggi il più in for

ma d’Europa, ubriaca De Ligt con una piroetta e imbuca per Zapata che infila in rete. Sono passati 8’10” dall’ultimo tocco di uno juventino. Impression­ante.

Solo Dybala

La prima differenza tra Juve e Atalanta non é la corsa. È che i nerazzurri sono sempre in tanti attorno al pallone, sia quando lo giocano, sia quando lo cacciano. Cioè, per ora c’è una squadra organizzat­a contro un gruppo di individui. Infatti l’unica idea offensiva del primo tempo è il lancio lungo per Dybala, l’unico che accende qualche scintilla di pericolo con le sue serpentine palla al piede. Male tutto il centrocamp­o bianconero, troppo fermo e rassegnato CR7. Gollini non trema mai. Va molto più vicino al raddoppio l’Atalanta che ha questa unica colpa: aver spremuto un solo gol da un primo tempo stradomina­to. E infatti, al primo episodio, paga. Dybala crossa teso a mezza altezza. Lo fa spesso, anche nel primo tempo. Non è la prima volta che incoccia un braccio nemico. Stavolta è quello di Freuler. Cristiano infila dal dischetto senza pietà.

Sentenza Ronaldo

Il pareggio rianima i bianconeri e dà coraggio a Sarri che butta dentro Alex Sandro e Douglas. Poi anche Higuain per un non euforico Dybala. L’Atalanta è stanca, la Juve è cresciuta un filo. Gasp toglie le tre punte: un Ilicic minore e i bravi, ma stremati, Gomez e Zapata. Non vuol dire arretrare. Infatti due dei neo-entrati confeziona­no il blitz del 2-1 al 36’: Muriel per Malinovsky­i che tuona in rete. Sembra fatta, invece la mano di Muriel tocca un pallone che sta per uscire dall’area e CR7 sentenzia ancora: 28 gol in 28 gare. A un passo da Immobile. Sarri, scampato al dentista, può sorridere al suo primo scudetto a portata di mano. Ma anche il dentista ha i suoi motivi per essere felice e non solo per il punticino che lo separa dal secondo posto. Vedere Chiellini che zompa in campo e fa festa con i compagni, presi a lungo a pallate, è una corona d’alloro: laurea da grande per la Dea.

Pari bugiardo

Il risultato non rispecchia il match, dominato dall’Atalanta

Stanchezza

Alla lunga la squadra di Gasp ha pagato un calo atletico

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GETTY La salvezza Cristiano Ronaldo, 35 anni, ha salvato la Juventus dal k.o.
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Goleador 1 Duvan Zapata, 29 anni, festeggia il primo gol 2 L’esultanza di Ruslan Malinovsky­i, 27 anni, dopo la rete che ha portato l’Atalanta sul 2-1 3 Cristiano Ronaldo, 35 anni: ha trasformat­o 11 calci di rigore
AFP-ANSA-LAPRESSE 3 Goleador 1 Duvan Zapata, 29 anni, festeggia il primo gol 2 L’esultanza di Ruslan Malinovsky­i, 27 anni, dopo la rete che ha portato l’Atalanta sul 2-1 3 Cristiano Ronaldo, 35 anni: ha trasformat­o 11 calci di rigore
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