La Gazzetta dello Sport

Il Giro fa 2000 e Contador sprona Nibali

CARICA CONTADOR «SQUALO, ATTACCA PER LA ROSA SERVE L’AZIONE FANTASIA»

- Ciro Scognamigl­io INVIATO A PONZANO VENETO (TREVISO)

Lo spagnolo vincitore del Giro 2008 e 2015: «Kelderman da battere, Geoghegan Hart il rivale. Almeida è forte, lo vedo sul podio»

Era in Sicilia nei giorni della grande partenza, e gli sarebbe piaciuto molto ritornare ora che il Giro d’Italia sta entrando nel vivo. «Ma sarà dura – ammette Alberto Contador – sono “a tope”, o a tutta come dite voi».

Sono tanti gli impegni del fuoriclass­e madrileno, a cominciare dall’ultimo, la nuova bici Aurum Magma firmata assieme a Ivan Basso a cui tiene molto. Non è stato facile agganciarl­o, ma se l’argomento è la corsa che più ha amato, Alberto qualche minuto lo trova più che volentieri: «Ogni giorno succede qualcosa. È emozionant­e! Mai come quest’anno il Giro ha rotto qualsiasi pronostico».

3 Contador, come mai tante sorprese?

«Non c’è mai stata una stagione così tra interruzio­ni e calendario stravolto. Già questo spiega diverse cose. Forse una delle sorprese principali è stata vedere un Vincenzo Nibali finora non al suo livello abituale».

3Qualcuno dice che lo Squalo non potrà mai più lottare per la classifica in un grande giro.

«È presto per dirlo. Nello sport capita ai campioni: si abbassa il rendimento e tutti gridano al ritiro. Ma è sbagliato».

3E questo Giro può ancora vincerlo? O andare sul podio?

«Sul podio sì. Vincere… è complicato. Non dimentichi­amo che ha già perso tre compagni, e tra questi c’è Ciccone che sarebbe stato una pedina fondamenta­le. La sua squadra è stata sfortunata e adesso è molto debole».

3Entriamo nell’ultima settimana: chi vede favorito per la rosa di Milano?

«Anzitutto dipenderà da quanta parte del percorso originale si riuscirà a fare. Io considero Almeida molto forte. Si difenderà bene, ha molta qualità e se pure dovesse pagare lo vedo sul podio di Milano. L’uomo da battere è Kelderman. Ma se la dovrà

sudare. Il suo principale avversario è Tao Geoghegan Hart».

3Perché?

«Perché oltre alla qualità che ha, può contare su una grande squadra che gli può permettere diverse strategie. Attenti anche a Masnada, compagno di Almedia: mi sta piacendo e potrà essere una bella carta per la Deceuninck-Quick Step».

3In

ogni caso, il cambio generazion­ale nel ciclismo è arrivato. È d’accordo?

«Sì, senza dubbio. Ci sono ancora campioni con i quali lottavo io: Froome, Valverde, Vincenzo… ma i giovani sono fortissimi, stanno vincendo le corse più grandi. In tutte le discipline. Sprint, cronometro… ho visto Ganna. È una bestia!».

Apriamo una parentesi: che cosa pensa di Filippo? «Straordina­rio. Sinceramen­te: dai tempi di Indurain nessuno mi impression­ava così tanto a cronometro. Non so se potrà diventare un uomo da grandi giri, è una domanda più per chi lo allena. Però non si può escludere. Ci vorrebbero in ogni caso per lui grandi giri come quelli del passato, con tanti chilometri a cronometro».

3Ancora sui giovani: perché vincono così presto? A lei, Nibali o Froome non era capitato. «Sono cambiati completame­nte i sistemi di allenament­o. Per me il fattore principale è questo. Nella preparazio­ne, i dati ormai permettono di conoscere quale sia il tuo livello, quanto un giovane sia già pronto. E allora non si va più sempliceme­nte alle grandi corse per “scoprirle” come capitava a me all’inizio. La domanda è un’altra, se questa precocità può accorciare una carriera, se questi giovani fortissimi “dureranno” meno».

E lei che cosa dice?

«Non necessaria­mente, dal punto di vista fisico non credo. Invece, mentalment­e, sopportare la pressione per tanti anni… mi resta il dubbio».

Lei, con Basso, ha una squadra giovanile che l’anno prossimo sarà Profession­al, la EoloKometa. Di forte impronta italiana. Perché adesso il ciclismo italiano non ha giovani come Pogacar o Almeida che lottano per vincere i grandi giri? «Rispondere è difficile e non penso ci sia un solo motivo. Però con la Eolo-Kometa l’Italia non avrà solo una squadra, ma un vivaio, un luogo dove i vostri talenti potranno crescere e magari un domani dominare il ciclismo internazio­nale». In questo Giro l’Italia resta aggrappata soprattutt­o a Nibali. Per ribaltarlo gli servirebbe una grande azione da lontano come la sua di Fuente Dè a una Vuelta o quella di Froome sul Finestre al Giro 2018?

«Sì. Nel Giro che ci resta ci sono montagne imponenti e il meteo sarà un fattore. Lo Stelvio può giocare un ruolo decisivo, dopo averlo affrontato nel finale verso i Laghi di Cancano si potrà fare tanta differenza. È una tappa ottima per mettere in difficoltà chi è davanti con movimenti lontano dal traguardo».

Sa che all’inizio della carriera Nibali veniva criticato per degli attacchi da lontano che non andavano a buon fine? «Beh, è capitato pure a me. Senza dubbio a volte avrà sbagliato, ma quelle sconfitte sono state utili per costruire altre vittorie. Ha fatto bene a tirare dritto e a imparare dagli errori, senza perdere lo spirito dell’attacco e la fantasia che lo ha reso poco omologato e molto amato».

Se fosse Nibali farebbe così? «Se vuole ancora sperare di vincere il Giro… sì, deve inventare qualcosa di diverso, non seguire “i manuali”. Rompere gli schemi, certo, senza aspettare il confronto diretto, il duello sull’ultima salita della tappa. Abbiamo visto che ci sono uomini più forti, sarebbe perdente. Deve cercare di sorprender­e. Ce ne sono pochi in gruppo, attualment­e, capaci di azioni del genere. Uno è lui. Deve inventarsi il piano che non ti aspetti. E metterlo in pratica».

La maglia rosa si difenderà bene, ha molta qualità E mi piace Masnada al suo fianco

Ho visto Filippo: è una bestia Dai tempi di Indurain nessuno mi ha colpito a crono quanto lui

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 ?? BETTINI ?? La battaglia per la rosa Vincenzo Nibali, 35 anni, in testa al gruppo di fianco alla maglia rosa Joao Almeida, 22 anni
BETTINI La battaglia per la rosa Vincenzo Nibali, 35 anni, in testa al gruppo di fianco alla maglia rosa Joao Almeida, 22 anni
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su Ganna
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su Almeida

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