Belotti è già scatenato Ora serve il muro granata
Il capitano ha 4 reti: venerdì trova Consigli , al quale fece gol acrobatici. Ma in difesa ci vuole subito la svolta
Per chi è cresciuto con l’album delle figurine Panini sotto al cuscino, la rovesciata di Carlo Parola immortata su ogni bustina ha sempre rappresentato il non plus ultra del gesto tecnico felicemente abbinato alla potenza atletica: un mirabile mix tra l’essenza del calcio e la capacità di andare oltre i limiti spazio temporali. Chissà se anche Andrea Belotti, da bambino, era stato rapito dalla forza di quell’acrobazia sprigionata dalle celebri, immortali «figu», fatto sta che a lui le sforbiciate riescono davvero bene: perfette. Magari se domenica non avesse preso il pallone in modo tanto regolare sarebbe riuscito a regalare il 3-3 al Toro: a volte sporcare il tiro significa disorientare il portiere. Invece il Gallo lo ha preso di collo pieno, dritto per dritto e Cragno se lo è praticamente ritrovato addosso, cioè esattamente accanto al palo, là dove si era piazzato.
Quei brividi
La gente del Toro ha reagito alla malasorte in modo inconsueto. Regalando cioè trenta secondi di ovazione al suo capitano. Erano in mille ad applaudire ma sembravano diecimila: al capitano saranno tremate le vene. Riesaminato a bocce ferme e a stizza (per la sconfitta) in via di smaltimento, si tratta dell’ennesimo episodio che testimonia la profondità del legame tra Belotti e la gente granata, che lo ha eletto da tempo al rango di paladino della sua fede. Ruolo che Andrea fa di tutto per onorare a ogni occasione innanzitutto con un impegno strenuo. Perché si può giocare bene o male, ciascuna partita è una storia a sé, e il tifoso è sempre pronto a perdonare la giornata storta, l’errore pacchiano a patto che l’atteggiamento mentale sia sempre irreprensibile, inattaccabile. Ecco, Belotti è uno di quei giocatori che la gente ama anzitutto per la sua generosità, la serietà e continuità dell’impegno. Dopo di che conta pure il rendimento e qui l’avvio di torneo del Gallo è davvero sontuoso: quattro gol in tre partite. Se la squadra non avesse subito otto reti, le due doppiette firmate dal capitano avrebbero prodotto sicuramente dei punti. Invece la tenuta difensiva ha lasciato a desiderare guarda caso proprio in occasione delle partite in casa. I gol del Cagliari chiamano pesantemente in causa il fattore concentrazione: sono davvero pochissimi i giocatori granata in grado di stare sul pezzo dal primo al novantesimo come fa il capitano. Certo è che Joao Pedro per l’1-1 e Giovanni Simeone in occasione della sua doppietta colpiscono nel cuore dell’area, una zona che dovrebbe essere presidiata col massimo dell’applicazione da Nkoulou e compagni. La terza rete nasce dalla corta respinta di Sirigu, un errore certo. Ma il centravanti del Cagliari precede sulla reattività lo stesso portiere più Nkoulou e Lyanco che avevano il tempo di intervenire a metterci una pezza e invece si sono fatti bruciare. Sono temi di discussione interni che il capitano naturalmente non si azzarderà a toccar lasciando ben volentieri il compito all’esame di Giampaolo. Intanto c’è da trarre un buon auspicio dalla sforbiciata sventata da Cragno: venerdì Belotti avrà di fronte Consigli, portiere che ha già bruciato due volte in acrobazia. La prima nell’agosto 2017, la seconda nel maggio 2019. Entrambe le volte si giocava all’Olimpico: adesso mancherebbe il Mapei Stadium