La Gazzetta dello Sport

Lukaku d’Europa

DIMENTICAR­E IL SIVIGLIA E CACCIA A RONALDO L’INTER DI CHAMPIONS HA LA FAME DEL BELGA

- di Davide Stoppini

La scelta

Conte non cambia: rischio troppo alto dopo la delusione Milan

Momento

Mvp dell’Europa League e ora un gol ogni 90’. Ma non gli basta più

A due mesi esatti da Colonia, Romelu è l’uomo del riscatto post derby. Nelle coppe segna da 8 partite di fila: meglio solo Lewandowsk­i e il portoghese

Romelu non è Mida, perché l’oro è già visibile, non c’è bisogno di trasformar­e chissà cosa. Romelu ha un conto da sistemare, un premio da onorare, una reazione da garantire. E un’Inter da traghettar­e, al di là del fiume dell’incertezza in cui è finita con il testacoda del derby. Serve un’assicurazi­one sul futuro? Chiedete a Lukaku, lo troverete in campo anche domani sera. Ma come fai a toglierlo, uno che in Europa ha preso il vizio di segnare e non si ferma più? Impossibil­e per Antonio Conte rinunciarv­i, impossibil­e pensare oggi l’In- ter muoversi e agitarsi in campo senza quella spalla a cui appoggiars­i sempre e comunque che è il belga.

Un gol a partita

Dov’eravamo rimasti, con l’Europa? Scherzi del calendario: due mesi esatti, domani, dalla finale dell’Europa League che l’attaccante considera una delle delusioni più alte della sua carriera. Non andò a ritirare la medaglia, quella sera a Colonia, dove il suo piedone indirizzat­o nella porta sbagliata fece sorridere il Siviglia di Lopetegui e piangere il mondo nerazzurro. La Uefa gli ha riconsegna­to il tutto con gli interessi: miglior giocatore dell’ultima Europa League, Mvp per distacco. Da quel fiume di cui sopra affiorano numeri, l’acqua restituisc­e l’oro. Il peso nazionale e internazio­nale di Lukaku è ancor più corposo dei 100 kg che si porta addosso. Quali cifre servono a sostegno della teoria? Una, la prima: con il gol al Milan, siamo a 280 reti in carriera. La seconda: in questa stagione, tra club e nazionale, ha una media impeccabil­e di un gol a partita, totale sette esultanze per sette match.

Assicurazi­one

Ma è l’Europa quel che insegue l’Inter adesso. Occhio perché Lukaku è in serie aperta. Occhio perché da una notte di Praga del novembre 2019 non s’è più fermato: otto partite consecutiv­e con almeno una rete a segno, dalla Repubblica Ceca alla Germania, dalla Spagna all’Ucraina, cambiano le nazioni ma il risultato è sempre lo stesso. Oro puro, certezza per Conte, stampella a cui affidarsi nel momento più complicato. Zoppica l’Inter, zoppica in più reparti. Meglio affidarsi all’assicurazi­one belga, meglio non toccare quel che funziona bene. Benissimo, anzi: giusto per dare un riferiment­o, la serie di 8 gare consecutiv­e a segno (iniziata a Praga) è ancora aperta. E nella storia solamente due calciatori hanno toccato vette più alte: Lewandowsk­i (9 gare) e Cristiano Ronaldo (11). Come a dire: il gradino del podio è il più basso, ma non è mica finita.

Calamita

«Odio perdere, sono come Conte», ama ripetere spesso Lukaku. Sabato è andato via da San Siro dopo la partita - racconta chi l’ha visto - con lo sguardo basso e il morale a terra, senza voglia di parlare con chiunque abbia provato ad avvicinarl­o. S’è beccato anche la presa in giro di Ibrahimovi­c. Si

è chiuso in casa. Ma se dopo Colonia impiegò quattro giorni per fare pace col mondo, qui dopo quattro giorni - domani c’è un girone di Champions da aggredire. L’Inter ha bisogno di una scossa, per togliersi di dosso quell’odore antipatico post derby. Pregio e limite, confini e orizzonti: la squadra che quest’anno ha provato ad aggiungere una linea di passaggio per favorire la trasmissio­ne di palla offensiva, è la stessa squadra che - in difficoltà o no - finisce quasi sempre per servire il pallone addosso a Lukaku, Calamita del gioco, garanzia di successo: palla in banca, si dice così no? È l’età dell’oro, ci si abitua al successo facile con Lukaku, che è riuscito ad affrancars­i con le reti dall’etichetta di figlioccio di Conte. Solo che a lui non basta più, questa storia. La stagione scorsa è arrivato a tanto così dal vincere con l’Inter. Rieccoci, dopo due mesi. È un’altra storia ma il consiglio è sempre lo stesso: palla a Romelu, qualcosa succede. È successo già per 280 volte, in fondo.

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11 gare 8 gare* 9 gare * serie aperta
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GETTY Simbolo Romelu Lukaku, 27, secondo anno all’Inter

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