Riecco EuroAlvaro
Champions e Juve: è il mix preferito del vero Morata Senza Cristiano è suo il peso dell’attacco Cosa succede al ritorno di Cr7 e Dybala?
Bandierine numero due e tre piantate. Il lavoro rimasto a metà a Crotone viene completato a Kiev: in coppa, nella sua coppa, almeno quando gioca per la Juventus. Alvaro Morata piazza altre due firme, inserisce due “esperienze” nel curriculum. Vengono buone subito, per la Juve che aveva bisogno di svoltare, verranno buone per lui, quando per il suo posto “di lavoro” ci sarà più concorrenza. Tre gol in quattro giorni: se il ritmo è questo, provate voi a toglierlo dal centro dell’attacco bianconero. Il talento gli è sempre stato riconosciuto, ma in carriera a volte gli è mancato l’istinto da bomber, la capacità di cogliere l’occasione quando si presenta: sul terreno di gioco, ma anche in senso lato. La sua seconda avventura bianconera sta cominciando in tutt’altro modo: lo spagnolo ha visto il vuoto lasciato da Cristiano Ronaldo positivo al Covid, ci si è tuffato, lo ha colmato. Le corsie offensive e l’area avversaria quando gioca la Juve di Pirlo devono essere sempre piene, ma il peso dell’attacco, almeno a livello realizzativo se l’è preso lui sulle spalle.
Il feeling
A Kiev due gol da centravanti, uno con un tap-in di potenza (posto giusto, momento giusto, deviazione giusta), l’altro con un taglio in diagonale e deviazione di testa da libro scolastico per numeri 9. I gol bianconeri complessivi sono 30 in 96 presenze, quelli in Champions 9 sui 17 segnati in carriera in questa competizione (prima doppietta). Non ce n’è: il vero Morata, in Europa, lo si è visto e lo si vede in bianconero. «È sempre bello giocare la Champions con questa maglia - dice a fine match -. Ne avevo voglia: come è andata l’ultima volta alla Juve fa ancora male». Può valere per la finale persa col Barça o per l’ottavo dell’anno successivo, quando uscì al 72’, dopo uno show col Bayern, e vide i compagni soccombere 4-2 ai supplementari. «Ma ogni anno c’è una nuova possibilità e noi vogliamo arrivare in fondo». La strada è lunga, lunghissima: partire bene era necessario per non cambiare quella che sembra la natura del girone bianconero: una tappa di avvicinamento.
Ogni anno si può vincere la coppa e noi vogliamo andare in fondo
La concorrenza
Partire bene, per lui, era invece fondamentale, per definire il suo ruolo, il suo peso, in questa Juve: se è vero che il “Pirlo-pensiero” prevede cinque uomini offensivi, Alvaro non può concorrere per tre delle caselle a disposizione: quelle degli esterni e del trequartista-raccordo. Ne restano due, su cui la concorrenza è piuttosto agguerrita e si chiama Cristiano Ronaldo e Dybala. Morata ama partire dallo stesso settore che è rampa di lancio usuale del portoghese,