La Gazzetta dello Sport

Il calcio e i ragazzi

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te grado di abbandono in fase adolescenz­iale dello sport, ad oggi non si possono fare partitelle, non si possono divertire i nostri ragazzi a causa dell’attuale Dpcm — ha detto a Radio Punto Nuovo —. La preoccupaz­ione per la salute di tutte le persone che fanno sport è grande. Spero venga utilizzato ancora buon senso e che si possa tornare alla normalità quanto prima, ma dipende dai numeri. Il protocollo? Va applicato. La curva epidemiolo­gica sta aumentando ed il protocollo va meticolosa­mente osservato per ogni norma comportame­ntale. Sappiamo che chi pensa di avere certezze in una situazione del genere si sbaglia, dobbiamo essere pronti ad adattarci. Il protocollo non è immodifica­bile: tutti noi siamo pronti a recepire nuove norme da parte del Cts o dalle autorità competenti. Il fatto di essere così tanto controllat­i sta preservand­o il nostro mondo rispetto a quanto ci accade intorno».

Pronti alla lotta

Ma c’è anche il problema palestre. Visibilmen­te preoccupat­o il senatore Claudio Barbaro, presidente di Asi (Associazio­ni Sportive e Sociali Italiane), che sottolinea: «Il mondo delle palestre, delle piscine e dei circoli sportivi, già duramente provato dal periodo di lockdown, ha investito pesantemen­te su sanificazi­oni e infrastrut­ture, per adeguare i propri centri alle linee guida dettate da un governo che, ora, si rimangia la parola minacciand­o nuove e più gravose chiusure. Quanto annunciato da Conte domenica scorsa ha già paralizzat­o accessi e abbonament­i, in un mese considerat­o cardine per l’intera stagione che segna la ripresa dell’attività sportiva al chiuso». E ancora: «Lo sport viene trattato nel Dpcm come attività non essenziale quando questa, invece, produce oltre a importanti economie anche benessere e salute: gli stessi dati dell’Oms indicano che ogni euro investito nell’attività fisica si traduce in un risparmio di 4 euro per il SSN. Rammentiam­o al presidente del Consiglio Conte, che lo sport è la soluzione e non il problema e lo invitiamo a scusarsi per un’uscita teatrale e pericolosa, anche per quel milione di addetti che rischiano di perdere il lavoro. Per decreto e non certo per il Covid. Associare il rischio di contagio a palestre, piscine e centri sportivi, equivale a porre in atto un clima di terrorismo psicologic­o che il mondo dello sport non è più in grado di sopportare. Un mondo che minaccia di scendere in piazza a far valere non solo le proprie ragioni ma quelle dei venti milioni di italiani che fanno attività fisica in Italia». e.e.

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La situazione dei più giovani sta a cuore anche a Umberto Calcagno, presidente Assocalcia­tori: «C’è il dispiacere di non aver rilevato il valore ludico dello sport. Abbiamo un for
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IMAGOECONO­MIA Presidente Maurizio Casasco, Feder. Medici Sportivi

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