La Gazzetta dello Sport

Esame Almeida sulle salite da leggenda

ALMEIDA NON MOLLA CAMPIGLIO E LO STELVIO: DUE GIORNI DA BRIVIDI La maglia rosa: «La miglior difesa è l’attacco». Tra oggi e domani 10.500 metri di dislivello per detronizza­rlo: Nibali, se ci sei...

- di Luca Gialanella - INVIATO A SAN DANIELE DEL FRIULI (UDINE)

Ti riempie il cuore vedere con quale cura sono attaccati i palloncini rosa lungo le strade di San Daniele. I dettagli, l’attesa della passione. Un orgoglio esserci, così come le migliaia di alpini che presidiano ogni punto del tracciato, e quel monumento all’emigrante friulano in Canada, valigia di cartone in mano, che domina la salita del Monte di Ragogna tappezzata di entusiasmo. Il Friuli dà ancora una volta un esempio di attaccamen­to ai valori veri. Questa terra ha sofferto, qui anche la felicità ha una dignità fiera. Il palcosceni­co perfetto per la tappa numero 2000 della storia rosa, che va appena al di là del confine, allo sloveno Tratnik. Dopo una fuga con altri 27, dei quali 13 italiani. L’ultima occasione per i comprimari.

La rovesciata

Il Giro prende la rincorsa dalle due giornate friulane: del resto domenica siamo decollati sulle Frecce Tricolori... San Daniele, la città del prosciutto, spalanca le porte all’alta montagna: oggi Madonna di Campiglio, per la seconda volta dal 1999 di Marco Pantani, gloria e dramma, e domani sua Maestà lo Stelvio

(metri 2758), con 48 tornanti dal versante di Trafoi, quello del debutto con Coppi nel 1953, prima del traguardo inedito ai Laghi di Cancano davanti alle dighe che forniscono gran parte dell’energia elettrica di Milano. E la notizia del via libera alla Cima Coppi, con il meteo favorevole (4 gradi), la strada pulita e la neve a bordo strada, scuote positivame­nte la carovana. Lì si respira l’aria delle grandi imprese.

Il sonno, la scossa

Sono due tappe da 5100 e 5400 metri di dislivello, che deciderann­o il Giro. La classifica con cui si parte stamattina da Bassano potrà essere sconvolta in ogni momento. Prendete la maglia rosa Joao Almeida. A 800 metri dal traguardo, con il gruppo che sonnecchia per sei ore e un quarto e dà via libera a una maxi-fuga (chissà se in ammiraglia hanno pensato all’Aquila 2010...), c’è una scossa rosa. E la innesca una Mosca, sì, proprio quel ronzio di Jacopo Mosca, mandato in testa da Nibali in mezzo ai gregari di Almeida. Se c’è una Mosca, c’è lo Squalo. Mind games, guerra psicologic­a, botta e risposta, piccole stoccatine. Allora: Mosca si intrufola davanti, e subito dopo il tornante a gomito ai 900 metri, su pendenze del 18%, Almeida accelera come Saronni al Mondiale di Goodwood 1982. Una rasoiata che Kelderman fatica a contenere, dopo essere stato il primo a rispondere. Tanto che interviene, brillantis­simo, in un arrivo così esplosivo e poco adatto a lui, proprio Nibali. Risultato: Almeida guadagna 2” su Hindley, Nibali e gli altri big. Il portoghese della Deceuninck­Quick Step, che va matto per la torta di mele e la cioccolata fatta in casa con le nocciole piemontesi, dice così: «Stavo bene e ho deciso di farlo, la miglior difesa è l’attacco. L’ho fatto per me. Sono andato al massimo, ho guadagnato e ho ancora cinque tappe davanti, è importante per il morale, Ma adesso mi aspetto il peggio. Non so chi attaccherà per primo, ma il più pericoloso è Kelderman. Lo Stelvio? Lo conosco, l’ho fatto due volte in allenament­o, mi piace». Nibali replica: «Ogni occasione è buona».

Prospettiv­a

Almeida arriva a 14 maglie rosa, come Pantani e Savoldelli. Un numero pesante. Il portoghese, debuttante a 22 anni, che attende ancora un segnale di congratula­zioni da Cristiano Ronaldo, conquista un volta di più il pubblico, che lo applaude con calore. Un ragazzino in vetta al Giro che corre con la sfrontatez­za dei campioni. Poteva essere la sua ultima maglia rosa? Forse, chissà. In ogni caso non lascia che passi come una giornata qualsiasi, Joao si gode fino in fondo la sua estasi. E ci fa divertire. Sarà questa la sua eredità più bella. La tenuta ad altissima quota? Beh, c’è un precedente interessan­te. Tour of Utah 2019, Stati Uniti, gara tra le nuvole. Almeida corre nel team Continenta­l di Axel Merckx ed è secondo nell’ultima tappa che scollina sull’Empire Pass a 2724 metri, 34 in meno dello Stelvio, e chiude quarto in classifica. La prima verifica arriverà oggi a metà tappa sul Bondone: si affronta da Aldeno (non è quello di Gaul 1956), sono 20 km con un dislivello di 1373 metri e 7 km, nel finale, al 9% medio. È il versante di Merckx rosa nel 1973, il Cannibale più forte, in rosa dal primo all’ultimo giorno, che volò sullo sterrato con Gimondi e un neoprofess­ionista, Battaglin. L’arrivo di Campiglio è il palcosceni­co del Pirata, 4 giugno 1999, quarta vittoria in quel Giro alla vigilia del giorno che avrebbe cambiato tutto: esclusione per ematocrito alto e inizio del tunnel. Oggi ci sono 65 km di salita su 203: il 32%. La partita è apertissim­a.

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BETTINI Tutti dietro Joao Almeida, 22 anni, in rosa da 14 giorni, come Pantani e Savoldelli: ieri ha guadagnato 2” agli altri big
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1. Vincenzo Nibali, 35 anni, vincitore di 4 grandi giri
2. Wilco Kelderman, 29 anni, 4° alla Vuelta 2017
BETTINI Protagonis­ti allo scontro 1. Vincenzo Nibali, 35 anni, vincitore di 4 grandi giri 2. Wilco Kelderman, 29 anni, 4° alla Vuelta 2017
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