La Gazzetta dello Sport

Vai Dea ripr

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Quella sera il nemico che fece rumore fu una traversa. Il Papu Gomez l’aveva riascoltat­o più di una volta, in questi due anni: quell’eco si era ormai allontanat­a ed ecco un sibilo da Ginevra. Dall’urna Champions il nome del Midtjyllan­d: una squadra danese, ancora. Il brivido di un incubo da cancellare, il sapore della rivincita. Il 30 agosto di due anni fa, a Copenaghen, morì sul nascere l’Europa (League) dell’Atalanta. Il tempo ha detto che, più che un’eliminazio­ne, fu una catarsi: sotto la cenere di quella delusione covò la squadra che stasera, a 300 chilometri dalla capitale, debutta in Champions per la 2a stagione consecutiv­a. E ci riprova: a mostrare l’effetto (sorpresa) che fa.

Nuove quote

Nuova campagna d’Europa per vecchia Atalanta: la squadra titolare di stasera sarà molto simile a quella di due anni fa, e anche a quella dell’anno scorso. Però si riaffaccia sui saloni della festa inaugurata ieri non più da

parvenue: oggi la vittoria della Champions è pagata 33, un anno fa, a inizio torneo, era 60; oggi è la 13a favorita su 32, subito dietro c’è il Siviglia a 50. Come se fosse immediatam­ente alle sue spalle lo spartiacqu­e fra le migliori e le inseguitri­ci. Di nuovo c’è anche che la squadra di Gasperini ha qualcosa in più da perdere rispetto ad allora, almeno finché la Champions non si accorse di avere una nuova invitata speciale, e non un’imbucata: se non altro l’onore che le è stato dato da quel cammino, ammirato quanto imprevisto.

Chi c’era, chi c’è

Ecco perché quel sibilo arrivato dalla Svizzera è doppio: è ricordo ma anche avvertimen­to contro scherzi inattesi, incaute sottovalut­azioni delle avversarie, magari inesperte ma solide come il Midtjyllan­d. L’Europa dà ma riprende in fretta, l’Europa sa non perdonare. L’Atalanta lo scoprì perdendo ai rigori quella sera in Danimarca e pure un anno fa, nella desolante notte di Zagabria, 4-0 e tutti a casa a meditare. Come stasera, era la prima partita del girone: così, per non dimenticar­e. Gomez, soprattutt­o quando si parla di calcio, esercita spesso la memoria: è come se questa partita l’aspettasse da due anni. Fu lui il primo a far sbattere sulla traversa la speranza di avere giustizia dai rigori, dopo 210’ di tiro al bersaglio, 40 e più tiri contro i 10 scarsi del Copenaghen. Gli disse no anche un palo, ma non fu solo sfortuna: Papu disegnò il suo calcio a sprazzi e contagiata da lui non fu vera Atalanta. Non quella di oggi, che a volte prende troppi gol ma ne segna sempre. Una rivincita di gruppo: c’erano contro il Copenaghen, e ci saranno col Midtjyllan­d, anche Toloi, Palomino, De Roon, Freuler, Pessina, Gosens, Pasalic, Zapata e - quella sera in panchina - Djimsiti e Hateboer.

Il dubbio

Non c’erano Ilicic e Muriel, che si giocano un posto vicino a Gomez e Zapata, sempre che il Gasp non scelga la vecchia «formula Champions» con Pasalic. In ogni caso, sono in tanti con qualcosa da togliersi dallo stomaco: non l’eliminazio­ne di due mesi fa col Psg, «perché a un certo punto - diceva ieri Remo

Freuler - devi dimenticar­e e guardare avanti: se pensiamo ancora alla vecchia Champions vuol dire che non ci siamo preparati per la nuova». Semmai più quella di Copenaghen, sicurament­e la sconfitta di sabato: anche i quattro schiaffi di Napoli hanno fatto rumore e la faccia brucia ancora, assieme a qualche dubbio da spazzare.

Il profeta Papu

A Gomez bruciava un po’ già prima, sull’aereo che dalla Bolivia lo stava riportando in Italia dopo due partite da zero minuti con l’Argentina. Ormai è da questa parte del mondo la patria dove essere profeta: è stata l’Atalanta ad allargargl­i i confini, da Bergamo all’Europa, è l’Atalanta a chiedergli stasera di giocare per la sua etichetta personale e per rinfrescar­e il prestigio in Champions della Dea. Anche per questo Gasperini persa la speranza di una rimonta express - sabato lo ha tolto dopo meno di un’ora, pensando anche al Midtjyllan­d. E ci ha pensato anche lui, il Papu. Ci pensava da due anni, ogni tanto.

Voglia di riscatto L’eliminazio­ne in Europa League del 2018 fu in Danimarca

La formazione Muriel favorito per giocare accanto a Zapata Ma occhio a Ilicic

 ?? GETTY ?? Il gruppo con il Papu Alejandro “Papu” Gomez, 32 anni, in mezzo al gruppo nerazzurro: l’argentino gioca nell’Atalanta dal 2014. La prima squadra italiana è stata il Catania, dove è stato dal 2010 al 2013
GETTY Il gruppo con il Papu Alejandro “Papu” Gomez, 32 anni, in mezzo al gruppo nerazzurro: l’argentino gioca nell’Atalanta dal 2014. La prima squadra italiana è stata il Catania, dove è stato dal 2010 al 2013
 ?? LAPRESSE ?? Ritorno Josip Ilicic, 32, è tornato in campo contro il Napoli
LAPRESSE Ritorno Josip Ilicic, 32, è tornato in campo contro il Napoli

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