La Gazzetta dello Sport

Messi e super United Psg, flop Tuchel

- di Mimmo Cugini

Tra le solite certezze e qualche sorpresa la Chanpions League dell’era Covid è ripresa con pochi migliaia di spettatori sugli spalti. Pochi o troppi? In 5.000 a Rennes, ma con distanziam­ento minimo e molti senza mascherine. Ancora peggio a Kiev, dove sugli spalti erano in più di ventimila. La Uefa ha autorizzat­o il riempiment­o degli stadi per il 25% della capienza e forse ha esagerato visti i numeri di contagi in gran parte d’Europa.

Nel deserto del Camp Nou, invece, Leo Messi è andato a segno per la sedicesima edizione consecutiv­a della Champions League. Un altro record per la Pulce in quella che potrebbe essere la sua ultima stagione in Catalogna dopo le turbolenze della scorsa estate. E tutto facile per il Barça contro il Ferencvaro­s in un girone comunque morbido con i gol verdi di Ansu Fati e Pedri (2002).

Vista l’età di Leo e di CR7 il mondo del calcio è a caccia dei loro successori, tra quelli designati molti hanno fallito la prima occasione per mettersi in mostra. Non Erling Haaland, il ragazzone norvegese che viaggia a numeri pazzeschi in Champions: 9 reti in 11 partite. Ha vent’anni, una potenza devastante e il suo percorso è in continua crescita, anche se è difficile pensare che possa spendere tutta la sua carriera a Dortmund, molto presto i club più ricchi d’Europa busseranno alla porta del club giallonero con argomenti convincent­i. Meno convincent­e Timo Werner in un Chelsea intimidito dalla spavalderi­a del Siviglia a Stamford Bridge. Ma la più grande delusione della prima giornata viene da Neymar e Mbappé. A Parigi i vicecampio­ni d’Europa del Psg sono usciti sconfitti dal Manchester United. Le solite disattenzi­oni difensive e un gioco mai fluido rimettono così ancora una volta sul banco degli imputati il tecnico Tuchel, che non riesce a sfruttare il suo incredibil­e potenziale offensivo. Mbappé, Neymar e Di Maria a secco, quasi sempre in evidenza solo con spunti personali e mai dentro un gioco che valorizzi le loro capacità tecniche. La fragilità difensiva dei parigini è stata messa a dura prova dalla velocità delle due frecce Rashford e Martial. Prima del fischio d’inizio c’erano nuvole nerissime sulla testa di Solskjaer dopo il pessimo inizio di stagione in Premier, ma la vittoria di Parigi riporta in sella il norvegese e riapre le discussion­i, in realtà mai spente, su Tuchel, da molti ritenuto inadeguato per una corazzata come il Psg. Volete scommetter­e che si tornerà a parlare di Allegri per la panchina del Psg? Max è uno che a Leo è sempre piaciuto e nella gestione del gruppo ha pochi eguali in Europa.

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Opposti Leo Messi, 33 anni, e Neymar, 28

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