La Gazzetta dello Sport

Dybala Come e perché si è perso

Alla Juve così non basta: serve più punta Paulo fatica a trovare forma, convinzion­e, posizione: agisce troppo da trequartis­ta

- di Valerio Clari

Bloccato Manca ancora un gol decisivo per convincers­i di essere tornato

Posizione In campo tende ad arretrare e con Kulusevski si sposta all’ala

Siamo tranquilli, così come lo eravamo su De Ligt un anno fa. Lo conosciamo e tornerà decisivo

Fabio Paratici Su Dybala

Tutto poteva cambiare dopo venticinqu­e minuti, al Vigorito, quando al termine della migliore azione juventina, e di un triangolo con Ramsey, Dybala si è trovato sul piede sinistro una palla da trasformar­e in gol. Poteva cambiare tutto: il resto del match di Benevento, e quindi la classifica della Juve, ma anche, forse, la stagione di Paulo. Fino a quel punto l’argentino con il numero 10 si era mostrato più attivo, forse anche più pericoloso, che nel recente passato. Un gol lì, una fiducia crescente, e forse la Joya non sarebbe tornata nel pozzo da cui sta faticosame­nte provando a uscire in questo inizio di stagione. Quella palla del 25’ non è stata l’unica occasione e l’unico errore della Juve, ma senza dubbio la più evidente (insieme alla dormita sulla rete di Letizia, a cui Paulo ha partecipat­o in prima persona). Così come il rendimento sotto standard di Dybala non è l’unico problema della squadra di Pirlo: forse nemmeno il più grande, ma certamente il più evidente, quello che fa più rumore.

Smarriment­o

In fondo, stiamo parlando del miglior giocatore dell’ultimo campionato, come sancito dalla Lega di A. In fondo la Juventus si aspetta di essere presa per mano da lui, a maggior ragione quando Ronaldo non c’è e la scena dovrebbe essere libera. A Benevento l’occasione era ghiotta, il partner d’attacco gradito e “in palla”, l’avversario potenzialm­ente perforabil­e, visto che arrivava con la peggior difesa di A. Invece è stata un’altra occasione persa: dopo quel tiro finito a lato il rendimento di Paulo è sceso con una certa costanza. Le combinazio­ni non sono più riuscite, le vie verso la porta si sono perse, Paulo è finito spesso ai margini o fra i piedi degli avversari, ricomparen­do nel finale con un tiro parato.

Forma e ritardi

La seconda stella della squadra, ammesso che il sorpasso di Morata sia temporaneo e non definitivo, non torna a brillare.Come si è perso Dybala? Ci sono motivazion­i di varia natura: tattica, psicologic­a, fisica. Le ultime sono state le più esplorate e credibili nelle scorse settimane. Ha cominciato la stagione rincorrend­o per l’infortunio alla coscia. Poi sono arrivati l’infezione urinaria e gli antibiotic­i: allenament­i a singhiozzo, partite saltate, forma tutta da ritrovare. Ora però Paulo è a disposizio­ne da un mese abbondante, in cui è stato reinserito gradualmen­te, anche perché l’esplosione del “Moraldo” non induceva alla fretta. Sabato per 30 minuti si sono riviste “gamba” e guizzi. Il calo seguente è in parte imputabile alla forma non perfetta.

Ma col fisico non si spiega tutto.

Tattica e testa

Il numero 10 in questo inizio di stagione ha faticato spesso, se non in ogni partita, a trovare la giusta posizione in campo. Pur partendo dalle stesse zolle di sempre, la voglia di toccare palloni lo induce spesso a rientrare verso la metà campo, ad allontanar­si da quell’area dove potrebbe essere più decisivo. Non è un’indicazion­e in senso stretto di Pirlo, e nemmeno una necessità dettata dalla presenza dei compagni di reparto. Sembra più una tendenza innata al “trequartis­mo” che però finisce con l’adattarsi male allo schieramen­to attuale, rischiando anche di lasciare Morata o Ronaldo soli in mezzo ai difensori. Lontano dalla porta anche il quasi 90% di passaggi riusciti non sono decisivi. Con l’ingresso di Kulusevski, che partendo da destra si accentrava, il 10 ha finito per spostarsi all’ala destra: meccanismi da oliare. C’è poi anche una componente psicologic­a, la necessità del giocatore di sbloccarsi e tornare a sentirsi decisivo come prima dell’infortunio che ne ha chiuso in anticipo la scorsa stagione. I gol al Ferencvaro­s, non decisivi e su omaggio troppo gentile dei difensori, non sono bastati a far scattare la convinzion­e del «sono tornato». La prossima occasione non tarderà, sabato nel derby senza Morata tocca ancora a lui. Sembra un buon contesto, per tirarsi fuori “dal pozzo”.

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AFP Paulo Dybala, 27 anni, alla Juventus dall’estate 2015
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