La Gazzetta dello Sport

Mourinho stoppa il «suo» Chelsea e ritorna in testa

Tottenham senza reti nel derby e oggi se vince il Leicester raggiunge Spurs e Liverpool

- di Pier Luigi Giganti

Lampard e Mou Allievo e maestro entrambi convinti di aver meritato il successo pieno

Alla fine vince la paura. Chelsea e Tottenham, due squadre che non si vogliono particolar­mente bene, per una volta non si fanno male. Il nulla di fatto riconsegna gli Spurs in vetta alla Premier assieme al Liverpool (ma con una migliore differenza reti), mentre i Blues rimangono a due punti dai propri avversari di giornata, al terzo posto. Ma stasera in testa potrebbero essere in tre se il Leicester di Brendan Rodgers riuscirà a battere il Fulham penultimo in classifica. Gli uomini di Lampard spingono un po’ di più sull’accelerato­re, soprattutt­o dopo la pausa, ma le ripartenze del Tottenham fanno una paura matta e l’impression­e è che i padroni di casa abbiano sempre il freno a mano parzialmen­te attivato.

Chance Bergwijn

Nel primo tempo il Tottenham prova almeno ad affacciars­i nella metà campo avversaria. Un paio di break brucianti degli ospiti spiegano le ragioni per le quali i Blues evitano di scoprirsi troppo e posizionan­o Kanté come schermo fisso davanti alla difesa. Ndombélé, Son, Kane e Bergwijn scambiano di prima a tutta velocità, ma l’olandese dapprima conclude appena sopra la traversa (9’) e poi scivola sul più bello (29’). Al di là di un destro da fuori di Aurier al 15’ che scalda i guantoni di Mendy, il portiere franco-senegalese dei Blues rimane praticamen­te inoperoso. Nella ripresa il Chelsea tiene quasi costanteme­nte palla, ma non riesce a fare breccia nella retroguard­ia dell’undici in bianco.

Gol annullato

Il marocchino dei Blues Ziyech non è ispirato, mentre il tedesco Werner si vede la strada sbarrata da Aurier e dai raddoppi di Sissoko. L’unica volta che l’ex Lipsia riesce a rendersi pericoloso, dopo un pallone perso sulla linea mediana dal gallese Rodon (al suo debutto in Premier dal primo minuto), e su passaggio di Mount, trova il fondo della rete (11’), ma era partito in fuorigioco e il gol è giustament­e annullato. Il più insidioso dei Blues è allora Mount il cui perfido tiro da fuori area all’81’ trova la risposta superba di Lloris. La manona del nazionale francese intercetta il pallone che si stava infilando nell’angolino in basso.

Attacchi a secco

Nei minuti di recupero, quando la stanchezza inizia a farla da padrona, Rodon e Zouma commettono errori gravi, ma a graziarli ci pensano Giroud e Lo Celso. Il francese tocca debolmente il pallone verso Lloris e il sudamerica­no non centra lo specchio. Per una sera due dei tre attacchi più forti della Premier rimangono a secco.

Mille Abramovich

«Abbiamo dominato, tenuto tantissimo palla, ma ci è mancato il guizzo finale. Due punti persi o uno guadagnato? Ve lo dico a fine stagione ...», afferma Frank Lampard, i cui Blues hanno mantenuto la propria porta inviolata in sei delle ultime nove partite. Era l’ottava volta che Mourinho tornava a Stamford Bridge; soltanto nel 2010 alla guida dell’Inter aveva festeggiat­o un successo. In questa occasione avrebbe dato volentieri un dispiacere sia a Lampard sia al suo ex datore di lavoro Abramovich che ieri celebrava la sua millesima partita da proprietar­io dei Blues, pur non facendosi vedere allo Stamford da 2 anni e mezzo. Il pari è comunque gradito agli uomini del nord della capitale, anche se da eccellente stratega dei giochi mentali, il tecnico portoghese legge diversamen­te i novanta minuti. «Negli spogliatoi c’è rammarico per non aver vinto». Oggi il Leicester può raggiunger­lo in testa.

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