SUPER DERBY
Inter seconda Milanesi davanti Non accadeva da nove anni
I riferimenti Arturo già guida riconosciuta, Lautaro va oltre la giovane età
In partita Alexis ora è una terza punta vera, Milan ha trovato la continuità
La barca di Antonio Conte è ampia. Tiene dentro tutti perché di tutti ha bisogno, sia con il mare in tempesta sia quando alzi la testa e non vedi nuvole. L’equipaggio ha risposto, nel momento più complicato: l’allenatore timona, la squadra dietro è compatta, parla, si confronta, si unisce e tira fuori una prestazione come quella di Reggio Emilia. È un replay, a pensarci bene. Perché a luglio andò in scena una manovra simile, in alto mare: virata e filotto, anche allora con le onde alte, fino alla finale di Europa League.
Samir e non solo
Poi c’è chi urla e chi invece lavora in silenzio, come in ogni situazione. Perché ci sono mille modi di fare la differenza, dentro e fuori dal campo. Del patto della notte post Real Madrid s’è già scritto. Degli uomini che sono un riferimento costante dentro lo spogliatoio, per Conte e per i compagni, magari un po’ meno. L’elenco è corposo, ma forse qualcuno può essere staccato rispetto agli altri. Handanovic è capitano che sa come modulare i suoi interventi. Il ruolo glielo impone, non parla molto ma ha un approccio positivo e soprattutto un’esperienza di mondo Inter che lo porta a valutare con freddezza le situazioni. Ranocchia non prende posto nelle copertine, gioca poco ma è faccia riconoscibile nei colloqui di gruppo: il mondo del calcio è pieno di giocatori che vedono raramente il campo, ma molto pesano in termini di spogliatoio. Poi c’è chi è stato acquistato, per essere un riferimento. Non è mai semplice, quando il leader è «scelto» dall’esterno come per Vidal. Lo spiegò bene Godin, all’inizio della stagione scorsa: «Non mi piace imporre nulla, semplicemente a poco a poco le cose avverranno se i compagni me lo chiederanno», disse alla Gazzetta. Con Arturo, in poco più di due mesi, è già successo. Il cileno è già un leader dell’Inter. Un leader che può sbagliare, certamente, come con quel rosso contro il Real che gli è costato una multa salata. Ma Vidal è riconosciuto dai compagni: ha vissuto spogliatoi di fenomeni, sa come e quando intervenire. L’ha fatto anche nell’ultima settimana, prima di rispondere positivamente anche a Reggio Emilia.
Lukaku e Lautaro
In fondo, è il percorso che un anno fa completò Lukaku. Rom è il 9 che non è mai stato Icardi, perché ai gol in campo ha abbinato un’attenzione particolare alle dinamiche di spogliatoio. Si è fatto rispettare con i fatti: si può ricordare la lite con Brozovic di un anno fa.
Ma anche le parole del post Torino, quando ha ammonito: «Non siamo ancora una grande squadra». Era una strigliata decisa, senza eccezioni. La squadra ha svoltato, l’approccio contro il Sassuolo è il segnale che Conte aspettava. A Reggio s’è visto un grande Lautaro: non inganni l’età giovane, il Toro ha mostrato personalità anche fuori dal campo. Ha un grande feeling con Vidal, sa come intervenire con la parola nei momenti importanti.
In campo
Poi, certo, sono i risultati che parlano. L’Inter che si è riscoperta seconda in classifica è anche figlia di quattro mosse decisive in campo. La copertina è di Darmian, che ha portato la concretezza e un’esperienza in fase difensiva che Hakimi non è ancora in grado di garantire. Il tutto, senza rinunciare alle doti offensive, leggasi l’assist per Gagliardini.
Un’altra faccia della riscossa è Barella: «Era la prima volta che giocava in mezzo», ha detto Conte. Perdi inserimento, acquisti in solidità: la coperta resta corta, ma di sicuro più calda che a inizio stagione. Un passo ancora più indietro: Skriniar s’è messo alle spalle prima i movimenti di mercato, poi il Covid. La sua miglior prestazione è coincisa con un clean sheet contro l’attacco meraviglia del Sassuolo: un caso? No. A proposito di meraviglia. A Sanchez si chiedeva di tornare a essere un fattore sotto porta: due gol consecutivi sono il segnale di una terza punta vera, molto più che un semplice e lussuoso trequartista da spendere a partita in corso. Il giro d’orizzonte è completo. Ora serve la prova del nove, domani in Germania.