La Gazzetta dello Sport

MIRACOLATO

Grosjean va a fuoco in Bahrain Vi spieghiamo come si è salvato

- di Perna, Salvini

entotto, interminab­ili secondi. Sembrati un’eternità. La macchina di Romain Grosjean che all’improvviso va per la tangente, dopo avere toccato la ruota di Daniil Kvyat, e si schianta contro il guard rail, diventando una enorme palla di fuoco. È il primo giro di un GP del Bahrain terrorizza­nte. La regia della F.1 ferma di colpo le immagini, spostando le telecamere sulle altre vetture che procedono a rilento tornando ai box, per non mostrare quella che potrebbe essere una tragedia in diretta. La paura diventa ansia. Gunther Steiner e gli uomini del team Haas guardano gli schermi del circuito in cerca di qualcosa che possa confortarl­i sulla sorte del loro pilota. Finché, finalmente, appare Grosjean: senza il casco, seduto all’interno dell’auto di soccorso e sconvolto. Solo a quel punto, Liberty Media decide di mandare in onda le registrazi­oni dell’incidente. Una serie di replay sempre più scioccante (cosa che ha turbato e fatto infuriare Daniel Ricciardo). Si vede la monoposto del francese spezzata in due dopo l’impatto. L’avantreno conficcato fra le lame del guard rail, all’altezza dell’abitacolo, e il retrotreno staccato dal resto del telaio e ridotto in cenere. Poi, subito dopo, le agghiaccia­nti riprese di Romain che scavalca le barriere, in mezzo alle fiamme, e va incontro a un commissari­o di pista arrivato a salvarlo. Agita le braccia, con ustioni alle mani, e ha perso una scarpa, subendo bruciature alle caviglie. Una scena da “Apocalypse Now”.

Come Berger

Erano decenni che non si vedeva più il fuoco in F.1. Sembrava un incubo scongiurat­o. Dopo il rogo del Nurburgrin­g 1976, nel quale Niki Lauda scampò alla morte per miracolo, c’era stato solo il botto di Gerhard Berger con la Ferrari al Tamburello di Imola nel 1989. L’austriaco se la cavò con ustioni alle mani e qualche costola rotta. Mentre l’incendio della Benetton di Jos Verstappen nei box di Hockenheim 1994 era stato incruento. Ma il fatto che la Haas si sia divisa in due all’altezza del serbatoio, per effetto della torsione nell’impatto, è stato un detonante. In quella zona della macchina, oltre a 100 litri di benzina, c’è anche il pacco batterie di cui sono dotate le attuali monoposto ibride, che può raggiunger­e i 200 gradi. Abbastanza per provocare un’esplosione. Per fortuna la cellula di sopravvive­nza dell’abitacolo (in fibra di carbonio) ha retto. L’Halo, che protegge la testa del pilota, ha impedito che Grosjean ve

nisse “decapitato” dal guard rail. E il fatto che il francese sia rimasto cosciente, gli ha permesso di sganciare le cinture in cinque secondi e uscire dall’incendio. Nel punto dell’incidente, avvenuto sul rettilineo dopo la curva 3, si viaggia in accelerazi­one a 220 km/h. Ma va dato merito anche alla prontezza d’intervento degli addetti con gli estintori e del personale medico. In particolar­e il dottor Ian

Roberts, accorso sulla Medical Car guidata da Alan van der Merwe, ex campione della F.3 britannica. «Sono sollevato che Grosjean sia salvo. Dobbiamo dire grazie agli uomini della Fia per il loro intervento coraggioso ed efficace — ha twittato il presidente Jean Todt —. Abbiamo sempre messo la sicurezza in cima alle nostre priorità e continuere­mo a farlo». Portato in ambulanza al centro medico del circuito di Sakhir, il pilota della Haas è stato in seguito elitraspor­tato al Bahrain Defence Force Hospital di Manama, dove le radiografi­e hanno escluso fratture. Da lì, ore più tardi, ha inviato un video ai tifosi, con le mani avvolte dalle bende: «Sto bene, se non ci fosse stato l’Halo non sarei qui a parlare. Anni fa ero contrario a introdurlo, ma mi sbagliavo».

La moglie in ansia

Ha potuto tirare un sospiro di sollievo la moglie Marion, giornalist­a della tv francese sposata nel 2012, da cui ha avuto due figli. Vivono in Svizzera, dove Grosjean (che ha studiato l’italiano da un’insegnante privata) ha intenzione di aprire un ristorante, essendo un ottimo chef. Era la sua terzultima gara in F.1, visto che la Haas non gli ha rinnovato il contratto, e il destino è stato benevolo. «Sono grato che Romain stia bene — ha detto Lewis Hamilton, impietrito davanti alle immagini —. I rischi che corriamo non sono un gioco, questo serva a ricordarlo».

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Nella foto grande Romain Grosjean, 34 anni, sta per scavalcare il guard-rail in fuga dal fuoco in cui è rimasto per quasi 10 secondi. Nelle immagini più piccole, da sinistra a destra, l’attimo del violento botto, ciò che è rimasto dell’abitacolo della sua Haas e la parte posteriore della monoposto che si è spezzata per l’impatto contro le barriere
IPP Il botto e il fuoco Nella foto grande Romain Grosjean, 34 anni, sta per scavalcare il guard-rail in fuga dal fuoco in cui è rimasto per quasi 10 secondi. Nelle immagini più piccole, da sinistra a destra, l’attimo del violento botto, ciò che è rimasto dell’abitacolo della sua Haas e la parte posteriore della monoposto che si è spezzata per l’impatto contro le barriere

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