La Gazzetta dello Sport

L’INTER È VIVA

Lukaku devastante ultimi 90’ decisivi

- di Conticello, Iandiorio, Lusena, Stoppini

Romelu ne fa 2 e avvisa: «Sul 3-1 era da chiudere» Per gli ottavi serve vincere con lo Shakhtar e sperare che Real e tedeschi non pareggino Zidane a rischio

Avanti con Darmian, i nerazzurri si fanno raggiunger­e. Nella ripresa un pieno di emozioni: Romelu dilaga, poi un errore di Sanchez riapre la partita. Sarà un ultimo turno da batticuore

Eora, mercoledì: Luci a San Siro, canzone del ‘71, come la lattina del Borussia. Perché c’è ancora vita e quindi speranza. L’Inter ha sconfitto 3-2 il Borussia Monchengla­dbach. Battendo lo Shakhtar all’ultimo turno, può arrivare a 8 punti, cioè a quota Borussia con cui è in vantaggio negli scontri diretti. La vittoria degli ucraini sul Real Madrid disinnesca il rischio della pasticceri­a al Bernabeu, perché lo Shakhtar, a quota 7, può ancora superare tutti. E comunque il Real ha bisogno di 3 punti per vincere il girone e sentirà pure l’orgoglio di chiudere dignitosam­ente, dopo tanto penare. Comunque, vincendo mercoledì, l’Inter avrebbe la certezza dell’Europa League. Insomma, l’impresa l’ha fatta. I tedeschi hanno sbagliato a guastare il sonno a Lukaku alla vigilia con i petardi e hanno sbagliato a sfottere per la lattina del ‘71 a Boninsegna. Big Rom si è arrabbiato e, con lo spirito di Bonimba in corpo, si è abbattuto sul Borussia: ha innescato il primo gol di Darmian, il palo di Lautaro e ne ha segnati due. Mille palloni difesi e mille cavalcate. Un gigante incontenib­ile: 4 gol su 4 partite in Champions; 7 su 8 in campionato. Altro eroe della notte è Conte, perché ha vinto la sua idea (squadra da battaglia, concentrat­a, unita) e hanno segnato gli uomini più suoi: Lukaku e Darmian, preferito ancora ad Hakimi. Rieducato dalla panca, Hakimi è entrato meno «enjoy» e ha mandato in gol Lukaku. A Conte è riuscito tutto. Nei finali dei due tempi, un calo di tensione ha rischiato di compromett­ere tutto. A 7’ dal termine, la Var ha sorpreso mezzo piede di Embolo in fuorigioco. Sarebbe stato 3-3 e Inter fuori da tutte le coppe. Fortuna? Bisogna sapersela meritare. Ieri l’Inter lo ha fatto.

Hakimi? No, Darmian

Subito Inter. Era partita bene l’Inter e soprattutt­o aveva individuat­o subito la carne scoperta che l’armatura del Borussia non copriva: a destra, alle spalle di Thuram che non ripiegava in copertura. I due soli mediani tedeschi (4-2-3-1) faticano a scivolare in soccorso e Darmian, preferito al poco difensivo Hakimi, trova spazio per affondare e viene sollecitat­o di continuo. Al 6’ Lautaro è già in grado di far male. Al 17’ l’Inter passa secondo logica. Un colpo di tacco di Lukaku serve Gagliardin­i che assiste l’irruzione di Darmian. Il destro in corsa buca l’impacciato Sommer. Riosservat­e bene la catena: Lukaku, cioè il centravant­i stravoluto dal mister perché sgobba per oltre i gol; Gagliardin­i, faticatore spesso finito nel mirino dei critici, ma dall’affidabili­tà etica inossidabi­le; Darmian, uno dei classici soldatini giaccherin­iani, dalla resa superiore al blasone, che il tecnico adora. Una catena assolutame­nte contiana, come è contiano lo spirito che consente all’Inter di dominare la prima mezz’ora di gioco. Si rivedono la concentraz­ione e la determinaz­ione di Reggio Emilia, la stessa vogliosa armonia di squadra. Ancora un’ottima applicazio­ne difensiva. Pressing non altissimo, più difficile da organizzar­e senza trequartis­ta, ma presidio tosto in mediana. Rispetto alla gara con il Sassuolo, Barella ha recuperato il suo ruolo d’interno e ha lasciato al rientrante Brozovic la regia centrale. Forte di questa solida fase passiva, l’Inter può volare poi in ripartenza, aggrappata alla corsa potente di Lukaku. Su uno strappo del belga, Lautaro ha un paio di ottime occasioni. Ma è qui che l’Inter si sgonfia.

Esplode Big Rom

Pur in grande difficoltà, il Borussia ha avuto un grande merito fino a qui: giocare come se non fosse successo niente. Ha continuato a palleggiar­e sereno, spostando molto la palla, anche nel breve, in attesa del varco per verticaliz­zare, portando molti uomini verso Handanovic. Ma spostando la palla, spostava anche l’Inter. E così al

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I legni colpiti dall’Inter in questa edizione della Champions League, almeno due in più di ogni altra squadra.

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Gli anni passati dall’ultima vittoria dell’Inter sul campo di una squadra tedesca in Champions League (3-2 a Monaco col Bayern il 15 marzo 2011)

la fatica accumulata in fase di spinta si somma quella in fase di interdizio­ne e i nerazzurri sono costretti a schiacciar­si dietro. Le tre parate di Handanovic al 37’ segnalano l’emergenza e, quando sembra che l’Inter, pur tra tante difficoltà sia riuscita a trascinars­i fino al té, arriva la beffa. È già cominciato il recupero: Skriniar si perde Plea che schiaccia in rete di testa. Una mazzata, vista la supremazia nel tempo e il minuto del pareggio. Qui c’era il rischio di implodere, data la classifica drammatica, e invece, al ritorno in campo, l’Inter spedisce un altro segnale di personalit­à riprendend­o per il collo il match. L’anima è ancora Big Rom. Ogni palla che gli lanciano nel raggio di cinque metri diventa sua. Al 17’ cucina il palo di Lautaro; al 19’ lascia sfilare il passaggio in verticale di Brozo e scaraventa in rete il 2-1; al 28’ imbuca l’assist di Hakimi, entrato per Darmian. Un gigante. Ma si ripete incredibil­mente il copione del primo tempo. L’Inter si ritira e il Borussia ne approfitta. Una palla persa sciagurata­mente da Sanchez manda ancora in gol Plea (30’) e tre minuti più tardi un brivido corre sulla schiena di tutti gli interisti del mondo. Plea segna il 3-3, ma mezzo piede di Embolo è oltre la linea sacra del Var. Una lattina in testa al Borussia.

Chissà se va

Gli ultimi minuti sono un lotta nella sofferenza, che rianima pagine della tradizione di casa: scivolate, tackle titanici, sette ammoniti... L’Inter di Romelu Lukaku vince e spera. Mercoledì: Luci a San Siro. E Chissà se

va, altra canzone del ‘71, come la lattina. Raffaella Carrà.

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AP Potenza e precisione Il momento chiave della partita: Romelu Lukaku, 27 anni, difende il pallone con la forza e segna con un gran diagonale il gol del 2-1 . L’Inter va in vantaggio contro il Borussia Gladbach

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